𝑳𝒂 𝒔𝒄𝒐𝒎𝒎𝒆𝒔𝒔𝒂, 𝒕𝒆𝒄𝒏𝒊𝒄𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆, 𝒍'𝒉𝒐 𝒗𝒊𝒏𝒕𝒂 𝒊𝒐

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"Mi faceva sentire così,come in una mattinadi domenica

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"Mi faceva sentire così,
come in una mattina
di domenica."
-Haruki Murakami,
A sud del confine, a ovest del sole

🎀

Accontentarsi è una di quelle cose che le principesse non dovrebbero fare mai. Con tutti i nostri soldi dovremmo poter colmare ogni nostra voglia e desiderio, eppure i soldi comprano le cose materiali, non quelle immateriali. E si dà il caso che i sentimenti siano, purtroppo, cose immateriali.

Perciò, ora mi ritrovo sotto questa bellissima quercia, tra le gambe di Jonah, la schiena appoggiata al suo petto, a leggere il libro che ha trovato in soffitta. Ha scoperto che è stato scritto da suo nonno materno e che sua madre ci tiene molto perché è l'unica cosa che le è rimasta di lui, motivo per cui si è raccomandata più volte di fare attenzione. Ci ha spiegato che gli è servito molto durante la coltivazione delle varie colture poiché, a seconda delle stagioni, bisognava utilizzare determinate tecniche per far crescere le piante più forti. Ho così scoperto che la famiglia di Jonah è da sempre una grande produttrice di conserve, solo che ora la produzione si è ridotta e a farle sono rimasta sua madre e qualche zia lontana.

Jonah ha insistito affinché gli leggessi il diario sostenendo che la mia voce lo rilassasse e il suo corpo sotto di me me lo dimostra. Di tanto in tanto, gli scocco un'occhiata: ha gli occhi chiusi e sembra in pace con sé stesso. A un certo punto, mi convinco che si sia addormentato: il suo petto si alza e si abbassa in modo regolare, il suo respiro mi appare più pesante così mi sento in diritto di abbandonare la lettura.

In altre occasioni, questo libro sarebbe la cosa più interessante del mondo: racconta dettagliatamente della natura, racchiude in semplici parole tutto ciò che mi appassiona eppure...oggi sono così distratta. Non riesco a levarmi dalla testa l'episodio della serra avvenuto diverse settimane fa e quella sensazione di vuoto permane. Inizialmente, ero riuscita a ignorarla ma poi, pian piano, si è allargata sempre di più come un grosso buco nero ed ora fare finta di nulla è diventato impossibile.

Mi prendo la libertà di appoggiare la testa sulla spalla e chiudere anch'io gli occhi, lasciando che la luce del sole trapassi il fogliame e baci le mie palpebre.

«Perché ti sei fermata? Sei stanca?» mi domanda all'improvviso Jonah, rivelandomi che era perfettamente sveglio. Non si è mosso e non l'ho fatto nemmeno io.

«Sì» mi limito a rispondergli, perdendomi a guardare le foglie mosse da una leggera brezza.

Sento la sua mano accarezzarmi dolcemente la testa.

«Jonah» lo richiamo.

«Mh?»

«Sei mai stato innamorato?»

Lo sento irrigidirsi, percepisco la sua testa che si china su di me.

«Perché me lo stai chiedendo?»

La principessa TatianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora