CAPITOLO 28

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Brisingr

La figura apparve in mezzo al prato verde avvolta da una foschia azzurrina. Il giovane si rialzò boccheggiando per la fatica. Un lungo mantello azzurro lo avvolgeva e il cappuccio gli nascondeva il viso. Un elfo e un vecchio lo aspettavano in piedi, accanto ad una casetta sopra ad una collina. Nessuno parlò finchè il ragazzo non si avvicinò fino a oltrepassare il confine invisibile e la protezione magica che impedivano di teletrasportarsi nella casa o nel giardino intorno.
"Ho fatto ciò che mi hai ordinato" esordì il giovane incappucciato "il piano ha funzionato. Eragon è morto per salvare Arya"
"E la battaglia? Chi ha vinto?"
"I Cavalieri sono riusciti a liberare numerosi maghi, ma alla fine gli antawryst si sono ripresi e li hanno cacciati"

Nessun commento. Il vecchio si voltó e si incamminò verso la casa, gli altri due lo seguirono in silenzio.

"Ho una nuova missione da affidarti" gli disse dopo che i tre si erano seduti sulle sedie all'interno della casa.

Nonostante la stanchezza il giovane si dichiarò pronto. L'elfo peró, che fino ad allora era stato in silenzio, ricordò agli altri che per il ragazzo era il primo viaggio che compiva con la magia e che doveva essere stremato.

"Deve partire ora o potrebbe essere tardi"

"Lascialo almeno riposare fino a domani mattina" riprovò l'elfo.

Ma il vecchio fu irremovibile.
"Che cosa devo fare maestro?" Chiese il giovane dopo aver preso energia dalla pietra bianca che stava sul tavolo di legno nell'unica stanza della casa.
"Non sono il tuo maestro, sono solamente uno che devi aiutare essendo in debito con me, non sei un mio allievo, diciamo più un aiutante. Quindi chiamami semplicemente E"

"E? Pensavo che ti chiamassi Tenga?"

"Per te andrà bene E"

"Mi sorprendi ogni volta di più. Prima sembri un vecchio pazzo, poi diventi uno stratega che usa ogni mezzo per raggiungere i suoi scopi, ti facevi chiamare Tenga, poi ora salta fuori che non è il tuo nome e ora vuoi farti chiamare E, un altro nome falso; data l'etá mi viene un dubbio: non è che forse hai delle crisi di identitá?" Si intromise l'elfo

"Blödgarm, solo perchè sono vecchio non vuol dire che non sappia più usare la spada" gli disse mentre gli puntava la lama al petto "se osi ancora fare affermazioni del genere questa ti uscirá dalla schiena"

Ma rideva, e anche Blödgarm sorrise.

Poi tornò serio e spiegò il nuovo piano all'incappucciato.

"Le prossime settimane saranno piuttosto impegnate per te" gli disse
"Partirai per Teirm per scoprire cos'è successo al mio vecchio allievo e cercherai di capire per quale motivo la cittá si è rifiutata di aiutare l'Impero e quale posizione prenderanno in questa guerra. Poi nel tornare ti fermerai a Dras Leona dove dovrai fare una cosa per me... e per te. Non appena avrai finito la tornerai da me rimarrai qui un giorno poi partirai per il nord"

Gli spiegó i minimi dettagli poi, quando fu pronto, lo congedò. Gli diede una sacca con del cibo per tre giorni, un po' di soldi, due coltelli da lancio e un pugnale.

"La spada?" Chiese il giovane
"Ti sarebbe solamente d'intralcio e le guardie ti potrebbero vedere e potrebbero insospettirsi"

Il ragazzo con il mantello azzurro partì, dopo aver preso energia dall'enorme pietra preziosa che stava sul tavolo. Si ritrovò a poche miglia dalla cittá di Teirm. Era stanco morto, ma almeno questa volta era riuscito ad arrivare in piedi. Non si sarebbe mai abituato a quel modo di viaggiare che lo stremava e lo riduceva ad un corpo senza forze, pensò, e si promise di usarlo solamente se necessario. Aveva a disposizione poco tempo per eseguire gli ordini, prima che arrivassero. Aveva giá un piano, ma non era sicuro che funzionasse. Si chiese cosa sarebbe successo se lui avesse rifiutato quella missione... probabilmente sarebbe giá stato morto.

Eragon's serie: WirdrekaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora