CAPITOLO 21

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Gli elfi

Johrn non ricordava più bene cosa fosse successo. Il ragazzo dal mantello azzurro era entrato nella sua mente e gli aveva tolto molti dei suoi ricordi, ma l'aveva lasciato in vita e, cosa ancora più stupefacente ricordava ancora alcune delle cose sentite dal camino della torre. Quella mattina scoprì che uno degli ufficiali antawryst era stato trovato ucciso nel bosco. Johrn sapeva che era sicuramente opera degli urgali, che li controllavano da vicino. Sperò che fossero riusciti a scoprire più di quel poco che lui ricordava. Provò a tornare nel bosco quella sera, ma i kull non si fecero vedere.

Passarono i giorni e all'accampamento non successe niente che lasciasse immaginare un'imminente guerra. Poi, una mattina, arrivarono gli elfi. Si sentì subito la loro vicinanza per via del calore che penetrò nella valle. Era da poco iniziato l'inverno e la neve era caduta sulla Grande Dorsale, ma quando arrivarono loro il vento gelido smise di soffiare e la temperatura si alzò notevolmente. Appena arrivarono, gli antawryst spostarono il loro accampamento più a sud, mentre gli elfi si accamparono tra gli alberi delle montagne. Johrn una notte li spiò e scoprì che non si trovavano affatto sotto un incantesimo come aveva supposto. Però nessuno sembrava contento di quello che stava facendo, anzi sembrava quasi che fossero impauriti, impauriti da qualcosa che li costringeva a combattere contro l'Impero. Ma come poteva un esercito del genere avere paura di qualcosa? Johrn non si attentò ad avvicinarsi tanto da poterlo chiedere a qualcuno.

Da quando erano arrivati gli elfi si stava molto meglio nella valle, anche perché ora gli antawryst avevano lasciato a loro il comando dell'accampamento degli umani. Johrn fu quasi dispiaciuto quando fu chiamato da un ufficiale perchè consegnasse un nuovo messaggio degli antawryst alla Regina. Entrò nella tenda calda dell'elfo e si sedette non appena gli venne ordinato. L'elfo gli spiegò velocemente la strada che avrebbe dovuto percorrere e gli disse che in meno di tre giorni sarebbe stato ad Ilirea. Avrebbe dovuto cambiare cavallo ad ogni sosta, per non stancare troppo un animale, che poi avrebbe faticato a portarlo in così poco tempo nella Capitale. Johrn incontrò i suoi occhi e capì che non era affatto contento di quello che stava facendo; gli lesse negli occhi l'odio e la paura verso gli antawryst. Ache l'elfo soffermò il suo sguardo in quello della spia. Si fissarono così, immobili, per pochi, lunghissimi attimi, poi l'elfo gli sorrise, un sorriso vero, di quelli che probabilmente non faceva più da molto. Poi parlò:

"Vuoi un consiglio? Non tornare più in questo inferno, tu che puoi"

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Eragon's serie: WirdrekaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora