CAPITOLO 4

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Angela

"Ammazzaspettri"

Eragon si rivoltó nel letto. Chi poteva essere a quell'ora del mattino? Fece finta di dormire.

"Ammazzaspettri, AMMAZZASPETTRI".

La voce si fece insistente, ma il cavaliere continuó ad ignorarla. Perchè lo disturbavano cosí presto? Probabilmente doveva ancora sorgere il sole!

"Eragon"

Questa volta la voce era diversa, e piú vicina, molto piú vicina.

Chi aveva osato entrare nei suoi appartamenti? Lo sapevano tutti che era severamente vietato se non erano stati invitati. Eragon decise che magari valeva la pena di alzarsi per sgridare chiunque si fosse intrufolato lí. Scese dal letto e si legó la cintura con il fodero di Brising al fianco. Fece per uscire dalla porta, ma si trovó una spada puntata alla gola.

"Finalmente ti sei deciso ad alzarti." Angela scostó la lama "altrimenti ti avrei volentieri svegliato con una bella secchiata d'acqua"

Il cavaliere si massaggió il collo dove la spada l'aveva punto.

"Mi hai fatto prendere un colpo, la prossima volta avvisami"

"Ci ho provato ma dormivi" si difese lei "e scusa se ti ho puntato la spada alla gola, ma ultimamente in Alagaësia non si puó mai stare tranquilli e mi é giunta voce che nemmeno questo posto è molto sicuro. Dovevo controllare che fossi tu."

"Hai ragione, ma perchè sei qua? Se non ho capito male avevi detto che non saresti mai venuta l'ultima volta che ci siamo visti"

"Mi ha mandato Nasuada. Ti spiego dopo. Ora vestiti e raggiungimi davanti allo specchio."

Solo allora Eragon si accorse di indossare solo una maglia leggera che usava per dormire. Corse in camera si infilò velocemente una camicia bianca e prese un paio di pantaloni a caso dall'armadio. Indossó le scarpe nere, che gli erano un po' strette e ci mise dieci minuti per infilarle nei piedi. Pensó che magari avrebbe potuto mettersi i nuovi scarponi che gli aveva portato Arya da Ellesmera, ma ormai era tardi e per sfilare quelle scarpe ci avrebbe messo l'intera mattinata. Andò in bagno a lavarsi la faccia, poi passando davanti alla cucina per uscire prese una mela e la trangugió in pochi attimi. Mentre usciva dalla porta contattó Saphira con il suo legame mentale. Lei e Fìrnen, il drago di Arya, stavano volando insieme, giocando sopra l'oceano. Espanse la mente in tutto il palazzo e scoprí che Arya e Blödgarm lo aspettavano con Angela davanti allo specchio. Si precipitó da loro di corsa e per poco non scivoló mentre con un balzo di tre metri superava la scalinata che portava al piano superiore. Entró nella stanza proprio mentre Nasuada compariva allo specchio. Eragon si sedette tra i due elfi, nella sedia piú centrale. Angela era seduta più a sinistra, accanto a Blödgarm.

La regina di Alagaësia era piú pallida dell'ultima volta che il cavaliere l'aveva vista. Sotto gli occhi aveva due grandi occhiaie viola e sembrava molto preoccupata.

"Buongiorno a tutti" esordí "mi dispiace avervi svegliati cosí presto ma ho bisogno del vostro aiuto"

"Dicci pure Nasuada" disse Eragon, gli occhi socchiusi, ancora un po' addormentato. Anche gli altri non sembravano molto svegli. Eragon si impose un incantesimo silenzioso per svegliarsi del tutto, poi chiamó Saphira e Fírnen con la mente, gli unici due draghi rimasti al palazzo. I due stavano giocando sopra l'oceano, tuffandosi ogni tanto per mangiare i pochi pesci che avevano il coraggio di avvicinarsi alla superficie. Risposero subito alla chiamata e in poco tempo entrarono nella stanza con gli altri.

Nasuada inizió a raccontare che ogni attacco che avevano provato contro i nemici era fallito. Venivano sempre anticipati come se sapessero giá le loro mosse. Naturalmente era probabile che avessero delle spie, ma anche le missioni piú segrete affidate ai guerrieri piú fidati venivano scoperte con facilitá. Tutti cominciavano a dubitare della sua bravura come Regina e generale. Inoltre molti soldati le avevano riferito che molti maghi contro cui avevano combattuto non sembravano completamente in sè, come se qualcuno li avesse stregati. Ma quello non era il problema piú grave: a Ilirea, dopo il suicidio di Galbatorix, stava succedendo esattamente ció che era successo a Vroengard dopo l'ultima battaglia dei cavalieri: nulla era piú uguale, gli esseri viventi rischiavano di nascere con malformazioni e la terra non era piú stabile, c'erano spesso terremoti molto potenti e la formazione del territorio poteva cambiare in pochi attimi. C'era un'unica soluzione: la cittá doveva essere abbandonata da tutti.

Eragon prese subito una decisione e, dopo aver chiesto a Saphira il suo consenso, la spiegó agli altri. Non tutti furono subito d'accordo, ma alla fine drago e cavaliere li convinsero.

La mattina dopo Saphira si trovava sulla Roccia pronta a spiccare il volo.

"Tutto pronto?" chiese Eragon.

"Sí, Blodgarm è andato a prendere due eldunarí e presto partiranno".

L'elfo avrebbe cavalcato Saphira fino ad Ilirea e insieme al drago e agli eldunarí avrebbe tentato di migliorare le condizioni della cittá. Peró le possibilitá di riuscita erano molto scarse ed Eragon nei giorni seguenti avrebbe cercato una soluzione migliore, ma l'unica che gli era venuta in mente prevedeva che lui tornasse ad Ilirea e non avrebbe mai potuto tornare in Alagaësia.

Dopo la partenza di Blodgarm, Eragon chiese ad Angela il motivo della sua visita.

"Il mio maestro mi ha chiamato alla sua capanna vicino a Dras-Leona, qualche giorno fa. Sembrava in sè rispetto al solito. Mi ha detto che dovevo venire da te per farti capire bene la profezia sulla tua vita che ti ho fatto a Teirm"

"Gli hai parlato della profezia?" chiese Eragon

"No, ma è... era un mago molto potente e ha ancora i suoi mezzi per ottenere informazioni"

"Allora; ora puoi spiegarmi la profezia? Perchè a me sembra molto chiara, non torneró mai piú in Alagaësia, non vedo cosa ci sia da capire, ma se tu dici che non è cosí... potresti spiegarmi cosa devo fare?"

"In realtá non so neanche io bene cosa voglia dire..."

"Ma... allora... perchè ti ha mandata qua?"

"Perchè spesso le profezie hanno doppi significati, piú avanti capiremo, io devo solo aiutarti, ma tu devi arrivarci da solo"

Seguí qualche minuto di pausa, poi il cavaliere chiese: "Sapevi che anche koudralgh, il nuovo cavaliere, un kull, aveva il tuo stesso maestro?"

"Sí, me lo aveva detto, ma io ormai avevo finito il mio apprendistato da maga, quando lui lo ha incominciato, non sapevo peró che fosse diventato un Cavaliere. Se è cosí potrebbe esserci molto utile durante questa guerra. Se ha studiato le arti magiche con il mio maestro ora è un mago abile come qualsiasi elfo, se non di piú"

Poi, vedendo la faccia di Arya aggiunse: "Sicuramente non è piú potente di te, tu sei anche un cavaliere, o di Blodgarm, ma sarebbe all'altezza di molti della tua razza e, molto probabilmente, dei maghi ribelli".

Eragon's serie: WirdrekaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora