CAPITOLO 14

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Eldunarì

Eragon abbracciò il cugino, che ricambiò l'abbraccio. Era da più di cinque anni che non si vedevano. Eragon gli raccontó come aveva fatto a tornare, e fu felice di sapere che avrebbe rivisto anche Katrina e Ismira, che entro qualche giorno sarebbero arrivate ad Ilirea.

Iniziarono ad arrivare tutti i capitani dell'esercito, compresi quelli dei nani e quelli del Surda. Si era presentato alla riunione perfino Re Orrin. Orik era arrivato in cima alla torre subito dopo Roran. Anche i Cavalieri parteciparono al consiglio di guerra, e i loro draghi, troppo grandi per stare nella sala, erano atterrati sul tetto, in modo da poter comunicare con i presenti. Teirm, la cittá che si era resa indipendente dall'Impero, si era rifiutata di mandare rinforzi alle truppe della Regina. Anche Jormundur, il vecchio capitano dei Varden, era presente. Molti Eldunarì erano stati portati lì perchè potessero consigliare i partecipanti della riunione in caso di bisogno. C'erano anche Garzhvog, padre di Koudralgh e capo degli Urgali e i suoi maggiori capotribù. Eragon notò che Arya era triste per la mancanza di elfi, lei si sentiva in colpa perchè essi avevano deciso di non aiutare l'Impero, ma di combattere contro di loro, anche se in realtá non era colpa sua. Per ultimo arrivó Johrn e, quando egli chiuse la porta tutti i partecipanti si riunirono intorno al tavolo e si sedettero, e il consiglio di guerra ebbe inizio. Erano in molti, ma quella stanza era incredibilmente grande e riusciva a contenerli tutti.

"Sapete tutti perchè siamo qua" esordí Nasuada "dei maghi ribelli si sono riuniti a nord, vicino a Carvahall e hanno minacciato l'Impero..."

"E non vedo che cosa ci potrei fare io" la interruppe Orrin "è un problema vostro"

Nasuada lo ignoró

"Siamo a conoscenza di informazioni che fino a pochi giorni fa non sapevamo, in realtá i maghi ribelli sono sotto incantesimo di una razza che vive al nord di Alagaësia, in una terra ghiacciata e piena di vulcani, gli Antawryst. Sembra che siano intenzionati a conquistare tutta Alagaësia per allargare il loro territorio. Johrn era uno di essi prima che Eragon lo liberasse dall'incantesimo e ora potrá esserci utile per avere molte informazioni sui nostri nemici"

"Io non ricordo nulla da quando mi hanno fatto l'incantesimo fino ad ora, probabilmente sapevano che Eragon avrebbe potuto togliere l'incantesimo a uno di noi..."

Eragon lo interruppe "È impossibile solo Galbatorix sapeva che io, Arya e Murtagh sappiamo il vero nome dell'Antica Lingua, e lui è morto. Comunque se anche l'avessero saputo io ero lontanissimo da qua, avevano bandito Arya da Alagaësia e Murtagh non abbiamo idea di dove possa essere, comunque è molto lontano dall'Impero"

Il Cavaliere notó che Nasuada abbassava lo sguardo ogni volta che sentiva nominare il nome di Murtagh.

"Eravamo tutti via, e secondo loro, lo siamo ancora, quindi perchè prendere una precauzione del genere?"

"Forse c'è qualcun altro in Alagaësia che sa il vero nome dell'Antica lingua" intervenne kim, l'unica ufficiale donna dell'esercito di Nasuada, o meglio l'unica donna nell'Esecito Imperiale, a parte la Regina.

"Ne dubito" rispose Eragon "ma per ora non è questo il problema, ora esamineró la mente di Johrn per scoprire ciò che lui non ricorda, poi decideremo come combattere gli antawryst"

"Se hanno preso quelle precauzioni probabilmente non sará così semplice" disse Nasuada

"Devo provare" rispose lui, scambiandosi un'occhiata d'intesa con Arya.

I due Cavalieri si concentrarono ed espansero le menti entrando in quella di Johrn. All'inizió sembrò tutto normale, però non riuscivano a trovare niente. I ricordi del soldato si interruppevano improvvisamente durante il volo da Dras Leona e riprendevano a Ilirea. Poi trovarono come una barriera e immaginarono contenesse ogni ricordo degli antawryst. Provarono a penetrare nella barriera, ma quella li respingeva. Non si limitava a difendere i ricordi, ma attaccava le menti di Eragon e di Arya. Essi si ritrassero di colpo.

"Togliti la camicia" ordinò Eragon

"Cosa? E perchè dovrei?"

Con un movimento fluido il Cavaliere estrasse Brisingr e, mentre il soldato urlava di paura,  gli stracciò la camicia e lo trafisse, appena sotto al cuore.

"Che stai facendo Eragon!? Così lo uccidi!" urlò Nasuada.

Poi nelle loro menti esplose un rumore assordante, molti indietreggiarono di qualche passo. Le urla nelle menti delle persone radunate nella stanza erano fortissime, strazianti. I Cavalieri e pochi altri riuscirono a chiuderle fuori dalla propria testa, ma gli altri sembravano impazziti per il dolore che quelle urla provocavano. Eragon rigiró a lungo la spada nella ferita finchè nelle loro menti non si sentì un'esplosione. Poi tutto tacque. Le urla erano cessate. Tutti si massaggiarono la testa dolorante.

Quando Brisingr uscì dal corpo di Johrn la ferita si rimarginó immediatamente; il soldato, che era svenuto, si rialzò come se nulla fosse accaduto e chiese:

"Che succede? Perchè mi guardate così?"

Ma non era lui che tutti guardavano, era Brisingr. Gocciolava di sangue nero e alla sua estremitá c'era una sfera nera, perfettamente tonda e liscia, che sembrava dura come la pietra. La spada l'aveva perforata da un lato ed era uscita dall'altro. Era da lì che usciva il sangue.

"Sembra..." disse Eragon

"Giá, ci assomiglia molto" aggiunse Arya

"Non è possibile" esclamó Nasuada "non può essere"

"Ora ricordo tutto" intervenne Johrn "Ehi, cosa ci fa qui un eldunarì?"

Eragon's serie: WirdrekaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora