CAPITOLO 3

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La partenza

Il giorno seguente Eragon radunó tutti i cavalieri nel giardino interno del palazzo, mentre gli otto maghi elfici sorvegliavano le mura.

"Oggi ci divideremo in gruppi: Lucas, Keyrda e Gharn, con Arya, gli altri vengano con me" spiegó Eragon, poi rivolto ad Arya "insegnagli ad usare la magia, non li ritenevo ancora pronti, ma é necessario. Parti con cose semplici, come stenr rïsa, e vorrei che imparassero come uccidere, far comparire oggetti a lunghe distanze e come usare le energie di qualunque essere vivente nelle vicinanze"

"Sei sicuro che riusciranno a imparare tutto questo così velocemente?"

"Certo, hai dieci giorni per insegnarglielo, poi partirete"

Arya fece per andare, ma il cavaliere la bloccó. "Grazie"

"Di niente, faccio solamente il mio dovere"

Quando i gruppi furono formati, Eragon chiamó il suo sotto l'ombra di un'antichissima quercia, l'albero intorno alla quale era sorto il palazzo. Il cavaliere aveva insistito che la sua nuova dimora fosse costruita lí perchè gli ricordava il grande albero di menoa di Ellesmera, la capitale degli elfi e perchè il mare che si vedeva in lontananza, gli ricordava il viaggio fatto da Carvahall con Brom, quando Saphira era ancora giovane, quando per la prima volta aveva visto il mare, a Teirm.

"Voi tre siete gli unici che sanno usare la magia, per ora" esordì Eragon "Ekdar e Erytras, voi che avete più esperienza, allenatevi con i duelli mentali, uno alla volta deve cercare di chiudere la mente all'altro che cercherá di entrare, ma a differenza delle altre volte, chi viene attaccato puó contrattaccare, se riesce"

L'elfa e il nano si concentrarono, ognuno ben deciso a battere l'avversario.

"Koudralgh, tu vieni con me, dobbiamo parlare"

Il kull si avvicinò.

"Come hai fatto ieri a battere quell'uomo, se era protetto da un'incantesimo tanto potente?"

"Non era protetto, ha usato l'incantesimo solo per penetrare nel palazzo"

"E questo come lo sai? Come hai imparato ad usare la magia in quel modo?"

"Subito ho pensato che avesse usato il vero nome dell'antica lingua, per quello ho usato un'incantesimo silenzioso. Ma riflettendoci era impossibile che sapesse il vero nome dell'antica lingua, altrimenti ci avrebbe già ucciso tutti, a parte te probabilmente"

"Questo non risponde alla mia domanda; dove hai imparato ad usare la magia?"

"Arya sapeva come stanno andando le cose in Alagaësia e me l'ha insegnato durante il viaggio"

"Impossibile, Arya puó forse averti insegnato qualcosa, ma quell'incantesimo era troppo potente, devi aver avuto anni d'addestramento"

Koudralgh rispose nell'antica lingua per dimostrare che tutto ció che diceva era vero, perché nell'antica lingua è impossibile mentire

"Hai ragione, scusa. Ora non ti mentiró. Quando ero piccolo sono stato mandato da mio padre da un vecchio mago per apprendere i segreti della magia e poter difendere la mia razza in caso di bisogno. Era un umano che abitava in una piccola capanna tra le colline a sud di Dras Leona..."

Eragon sussultó, possibile che fosse quel vecchio mago? Ma quanti maghi potevano abitare da quelle parti, tutto deserto, nessuna abitazione, nessuna compagnia.

"L'ho incontrato una volta, prima di sconfiggere Galbatorix, ma pensavo fosse pazzo e sono scappato via"

"Un tempo era un mago molto dotato, ma ora come dici tu, è impazzito, quando l'ho rivisto prima di partire quasi non lo riconoscevo, non fa che peggiorare. Peccato perchè conosceva così tanti segreti della magia che forse nemmeno gli eldunarì ricordano"

Ora Eragon ricordava. Anche Angela gli aveva parlato di quel mago, che era stato il suo maestro. E anche lei, come il kull, sembrava sapere tutto sulla magia, segreti che perfino lui, che conosceva il vero nome dell'antica lingua, non sapeva.

I giorni trascorsero veloci e i cavalieri impararono tutto ció che Eragon ritenne importante che sapessero.

Il giorno della partenza Eragon si alzò prima del sorgere del sole e andò a vedere l'alba dall'enorme balcone dal quale si vedeva il mare, alla fine del corridoio che portava alle sue stanze. A differenza degli altri Cavalieri lui aveva quasi un'intera ala del palazzo per sé stesso, ma era spesso o dai draghi o dai Cavalieri, perché tutto quello spazio per lui lo faceva sentire solo. Quando era lì, Saphira era quasi sempre con lui, a tenergli compagnia.

Quando l'immensa sfera rossa apparve all'orizzonte il cavaliere sentí una mano toccargli la spalla. Si voltó e vide Arya, probabilmente era venuta a salutarlo. L'elfa era bellissima, come sempre. Indossava il suo solito completo nero; al fianco portava Tamerlein, la spada di un'antico cavaliere morto per mano dei Rinnegati, i cavalieri traditori schierati con Galbatorix, rimodellata da Rünon in modo che fosse perfettamente bilanciata per lei, dentro al suo fodero verde. I lunghi capelli neri le ricadevano sulle spalle. Era un po' piú bassa di Eragon, nonostante avesse molti anni in piú, ma come gli altri elfi non li dimostrava.

"Devi giá partire?" chiese Eragon, anche se sapeva giá la risposta

"Devo seguire il volere del mio popolo..."

"E loro vogliono la loro regina con loro per sconfiggere il nemico" concluse il cavaliere di Saphira. Quella era l'Arya che conosceva lui, non rimase sorpreso, aveva sempre seguito più il senso del dovere dei sentimenti ma Eragon sapeva che era giusto cosí.

"E io resteró qua"

"COSA?"

"Sí, sono stata allo specchio prima e Nasuada mi ha detto che gli elfi si sono schierati contro di lei e mi hanno bandito da Alagaësia. Hanno trovato un nuovo re"

Eragon rimase a bocca aperta, incapace di proferir parola. Com'era possibile? Arya, che aveva combattuto al suo fianco per sconfiggere Galbatorix, Arya, la figlia di Islanzadi, la  precedente regina degli elfi prima che morisse nella Battaglia di Uru'baen, Arya, sempre cosí corretta, sempre pronta a a sacrificarsi per il bene del suo popolo era stata bandita da Alagaësia e le era stato sottratto un trono che le spettava di diritto.

Vedendo la sua faccia stupita, l'elfa chiarí.

"Secondo loro sono diventata troppo potente e non vogliono essere governati da un Cavaliere. Da tempo c'erano numerose rivolte nella Du Weldenvarden, ma non pensavo che sarebbero arrivati a questo. E poi, un elfo che ha ucciso un drago..."

"Anche se quel drago aveva intenzione con il suo Cavaliere di tiranneggiare su tutta Alagaësia?"
La interruppe Eragon.

"Si, anche se quel drago con il suo cavaliere ha intenzione di tiranneggiare su tutta Alagaësia un elfo non dovrebbe mai ucciderlo. All'inizio hanno fatto finta di niente, come se non fosse successo nulla, ma quando hanno iniziato a girare le voci in tutta la Du Weldenvarden...
E ora mi hanno cacciata"

"Troveremo il modo di tornare" la rassicuró Eragon, più a sè stesso che ad Arya

"Si sono sicura che ce la faremo".

Eragon spiegó ai cavalieri che Arya non sarebbe partita con loro. Ekdar, Lucas e Gharn partirono per il Farthen Dür e avrebbero aiutato i nani, mentre Koudralgh, Erytras e Keyrda sarebbero andati ad Ilirea con l'esercito di Nasuada.

Eragon's serie: WirdrekaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora