CAPITOLO 5

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Antawryst

Eragon, Arya e Angela passarono una settimana a discutere della profezia, ma nessuno aveva idea di come il Cavaliere potesse tornare in Alagësia. Alla fine si arresero pensando che se era vero quello che diceva il maestro di Angela, quando il momento giusto sarebbe arrivato loro avrebbero capito tutto.

Una settimana dopo la partenza di Blodgarm, Nasuada li informó dell'insuccesso dell'elfo e della temporanea evaquazione di Ilirea.

Una mattina Eragon passeggiava sulle mura del palazzo e ammirava il paesaggio circostante quando Arya lo raggiunse di corsa.

"Nasuada. Allo specchio"

i due corsero velocissimi verso la sala che conteneva l'enorme specchio che consentiva di comunicare con il resto di Alagaësia.

La Regina sembrava ancora piú stanca del solito. Era molto preoccupata.

"Eragon devi tornare! Abbiamo bisogno di te; ho mandato Saphira lí e verrá a prenderti, non ho altra scelta" Ora sembrava terrorizzata.

"Calmati Nasuada e spiegaci che cosa sta succedendo" rispose Angela

"Questa mattina al loro risveglio ogni contadino dell'Impero e del Surda ha trovato al posto dei loro campi una distesa di pietre. E dove c'erano i magazzini ci sono state esplosioni e terremoti e il cibo è scomparso. Senza viveri non solo non riusciremo piú a mantenere l'esercito, ma ogni cittadino di Alagaësia morirà. Abbiamo solo due possibilitá: o torni o saró costretta ad arrendermi ai ribelli"

Eragon sapeva di dover tornare, ma sapeva anche che secondo la profezia sarebbe stato impossibile. Ora sarebbe stato il momento adatto per capire la profezia. Guardó Arya, ma le lesse negli occhi le sue stesse preoccupazioni. Angela parló:

"Un modo ci sarebbe, ma dovreste aspettare che io vada fino a Dras-Leona e che faccia ritorno qui, ma nessuno resisterebbe cosí tanto tempo senza cibo"

Si rifiutò di aggiungere altro.

"Allora non mi resterá altra scelta che arrendermi" concluse Nasuada.

"Aspetta fino a domani mattina, se non avremo trovato una soluzione dovremo arrenderci" disse Eragon.

Nel pomeriggio arrivó Saphira. Era molto stanca, ma grazie all'energia che alcuni eldunarí gli prestarono riuscí ad essere di nuovo in grado di volare.

Eragon chiese ad Angela cosa volesse dire quella mattina, quando aveva detto che poteva esserci una soluzione. Riluttante, alla fine lei gli rispose: "Il mio maestro per conoscere bene ogni spostamento nell'Impero e fuori usava il vero nome di Alagaësia. Qualcuno potrebbe averlo riscoperto. Se lui se lo ricordasse ancora potremmo usarlo anche noi. Pensa quanto saremmo potenti; potremmo far sorgere montagne piú alte dei Beor o rendere fertili i campi solo con poche parole. Per questo credo che i ribelli lo abbiano riscoperto e lo stiano usan... ehi dove vai?"

Eragon si era ricordato improvvisamente dove aveva sentito una storia simile. Aprí velocemente la porta che si apriva sulle sue stanze, mentre l'elfa e l'indovina lo inseguivano di corsa. Entró nello studio, che probabilmente si era scordato di riordinare quella mattina. I libri e le pergamene giacevano sparsi sulla sua scrivania. Formuló un incantesimo e tutto tornó al suo posto. Poi aprì uno sportello nascosto dietro ad alcuni libri della sua libreria e ne tiró fuori una copia del Domia Abr Wyrda, quello che lui aveva ricopiato con i caratteri elfici dal libro di Jeod, un amico di suo padre. Sfoglió le prime pagine fino a trovare i capitoli sulla guerra tra elfi e draghi. Si era ricordato improvvisamente che Glaedr gli aveva detto che i draghi avevano usato il vero nome di Alagaësia durante la guerra con gli elfi, ma che poi il nome era stato scoperto anche da uno di essi e non avevano piú potuto usarlo. Infatti ben presto trovó quello che cercava. Si sedette su un comodo divano sulla parete opposta a quella della scrivania e mentre Angela e Arya si sedevano accanto a lui cominció a leggere:

Eragon's serie: WirdrekaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora