"Non voglio cadere ma sono sicura di averlo già fatto..." dissi senza mezzi termini prima di baciare profondamente Gustav, sorrisi attraverso il bacio cedendo a questa sensazione. Stavamo morendo per questo momento, ansiosi di toccarci, come un... Mi afferrò la vita avvicinandomi dolcemente, ovunque toccasse accendeva una scintilla. Era gentile nonostante quanto mi volesse. E per la prima volta dopo anni mi sono sentita amata. prese l'altra mano e la intrecciò con la mia. Alla fine allontanandosi ha appoggiato la fronte sulla mia, siamo rimasti lì per un attimo con il respiro arruffato ma sincronizzato: "Il mio cuore è tuo, Elizabeth, lo sarà sempre". Disse, baciandomi il naso, io ridacchiai mentre lo faceva, sentendo il leggero solletico. "Non voglio mai separarmi da te," dissi senza fiato.
"Ti ho fatto male?" disse un po' preoccupato allontanandosi e premendo leggermente il pollice sulle mie labbra rosse ormai doloranti, io risi lasciandolo confuso. "Sei seriamente preoccupato per le mie labbra?" gli chiesi scherzosamente colpendogli il braccio: "Beh, nonostante sia stato in una stanza d'ospedale per l'ultima settimana, sono sicuro che le mie labbra sono l'ultima delle mie preoccupazioni" rise concordando con me.
"Hai ragione, una settimana in questo posto eh..." disse. Annuii tristemente mentre mi guardavo intorno. "Vuoi andare da qualche parte?" chiese, i miei occhi si illuminarono immediatamente di curiosità.
"Faccio fatica a camminare Gustav..." risposi sapendo quanto dolore fosse anche solo muovere un muscolo. "Ho un'idea," disse prima che potessi fare ulteriori domande e si precipitò fuori dalla stanza.
Ben presto tornò portando nella stanza una sedia a rotelle dell'ospedale. Ho riso coprendomi la bocca e cercando di non alzare la voce: "Dove l'hai preso?" Ho ridacchiato. "Forse l'ho rubato oppure no alla vecchia della porta accanto..." disse ridendo imbarazzata. Mi prese delicatamente in braccio e mi mise sulla sedia a rotelle: "Sei pronta?" mi ha chiesto. Ho annuito esitante con la testa mentre apriva la porta che mi conduceva nel corridoio.
Era tardi ormai e non c'erano molte infermiere nel corridoio e gli altri pazienti erano nelle rispettive stanze. Quando Gustav notò che la via era libera, iniziò a correre velocemente lungo il corridoio mentre noi ridevamo piano. "Rallentare!" Ho gridato piano coprendomi la bocca per calmare le mie risate. "Voglio mostrarti una cosa," disse sorridendomi da sopra la mia spalla.
Raggiungemmo gli ascensori e salimmo al piano più alto, The Rooftop.
Le porte dell'ascensore si aprirono rivelando uno spettacolo sbalorditivo. mi ha portato fuori sorridendo alla mia reazione, il cielo era pieno
di stelle e la brezza notturna era fredda. Potevo sentire le voci deboli delle persone nelle strade sottostanti. "Ecco, prendi questo," disse aiutandomi a indossare la sua giacca di pelle nera per stare al caldo, "E tu, non avrai freddo?" gli chiesi facendolo scuotere la testa e sorridere prima di guardare il cielo notturno.
Il silenzio era piacevole e confortevole, nessuno di noi due sentiva il bisogno di parlare, volevamo solo la reciproca compagnia. "Grazie," dissi allungandomi e afferrandogli la mano facendolo abbassare lo sguardo, "Ti amo Elizabeth, ti prometto che un giorno ti mostrerò il mondo." Sorrisi tristemente al pensiero di sapere che Gustav era proprio come me, rapito da Bill.
"Perché stai con lui? Perché non te ne vai e basta..." chiesi pentendomi leggermente di aver portato su Bill e di aver rovinato il momento, sospirò sedendosi sul freddo cemento "Mi ha salvato." disse ora guardando le stelle: "Cosa intendi?" Ho chiesto ulteriormente. "Quando eravamo bambini, facevamo un branco per prenderci sempre cura l'uno dell'altro, Tom e Bill non avevano genitori e furono accolti nella banda come ladri in cerca di un posto dove nascondersi, all'epoca avevano solo dodici anni" Ridacchiò leggermente, ricordando: "Ero sotto le cure di mio zio poiché ero anche orfano. Mio zio spesso mi picchiava senza sosta finché una notte, Bill e Tom
insieme a Georg, mi hanno trovato a piangere dietro un cassonetto in un vicolo."
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The fallen angel (versione italiana)
Action(Dove tutto ebbe inizio: la serie MLN) Elizabeth Moore compie finalmente diciotto anni e decide di lasciare la sua casa. Pensava che trasferirsi a Los Angeles l'avrebbe aiutata a sfuggire al passato e ad ampliare le sue opportunità di diventare un'a...