Selene era chiusa nella sua stanza ormai da tutto il pomeriggio. Stava intrattenendo il suo finto pubblico cantando la canzone Empire State of Mind, di Jay-Z e Alicia Keys.
"Now you're in New York! These streets will make you feel brand new
Big lights will inspire you, Let's hear it for New York, New York" ma lo squillare del suo telefono interruppe il suo magnifico concerto improvvisato."Che vuoi Bill?" tuonò infastidita la mora, turbata per l'interruzione alla sua favolosa performance.
"Come mai oggi sei così scorbutica?" chiese divertito l'amico dall'altro capo del telefono.
"Cosa devi dirmi?" continuò sempre più innervosita Selene, appoggiando il pennello da trucco che fin poco prima stava usando come microfono.
"Ti ricordi che tra qualche ora ti devo venire a prendere? Sai, l'esibizione" mormorò curioso Bill, sapendo della memoria non molto produttiva dell'amica.
"Ma certo! Mi stavo proprio cominciando a preparare!" mentì la mora, che, da quanto era presa dal suo mini concerto casalingo, si era completamente scordata di quello reale del suo migliore amico.
"Ti ho già detto che non sai dire le bugie?" sussurrò Bill solare, facendo sorridere l'amica all'altro capo del telefono.
"A dopo Bill" salutò di fretta Selene, non aspettò neanche una risposta da parte dell'amico, lanciò con premura il telefono sul letto singolo e corse verso il bagno. Fece una doccia veloce, tornando, sempre correndo, nella sua stanza con indosso un ridicolo accappatoio con le macchinine e un semi turbante sistemato sul capo.
Aprì le ante dell'vecchio armadio come una forsennata, rischiando di staccarne una, e ne tirò fuori dei jeans cargo militari, una maglia oversize grigia, con le maniche bianche e uno scheletro stampato al centro e come al suo solito ai piedi le Vans usurate.
Asciugò i suoi lunghi capelli bruni, decidendo poi di sistemare pure una bandana nera, per tenerli all'indietro, ma ovviamente lasciando due ciuffi ribelli ricaderle sul viso dall'aria soave.
Guardò l'orario sul suo telefono a conchiglia, per fortuna non era esageratamente in ritardo, massimo due minuti. Scese con l'anima in pace gli scalini e uscì fuori di casa, assicurandosi di aver spento tutte le luci.
Fece un paio di giri nella serratura, accertandosi che la porta fosse chiusa a chiave. Si girò e vide una figura alta e slanciata fissarla nell'ombra del piccolo acero piantato nel suo giardinetto.
"Lo sai vero che se qualcuno vuole entrare, non si fa problemi con quella recinzione sgangherata?" riconobbe quella voce, dal timbro profondo e mascolino. Dopo aver fatto qualche passo in avanti, la persona misteriosa venne illuminata dalla piccola lampadina posta fuori casa di Selene, degli occhi cioccolato la osservavano guardinghi.
"Dov'è Bill?" mormorò la mora guardandosi in giro, aspettandosi di veder sbucare fuori da un cespuglio il suo migliore amico.
"Come al suo solito era in ritardo, perciò mi ha dato l'incarico di venirti a prendere. Questa cosa ti disturba?" Tom fece un passo avanti incatenando, di nuovo, i loro sguardi.
"No, andiamo?" disse Selene uscendo dal vialetto, seguita a ruota dal rasta.
Stavano camminando in silenzio, Tom ogni minuto saettava il suo sguardo sulla ragazzina accanto a lui. I lineamenti blandi di Selene erano illuminati dalla fioca luce della luna, i lunghi capelli, che oscillano ad ogni suo minimo movimento, rilucevano sotto i deboli raggi lunari, le due pozze di petrolio, che aveva al posto degli occhi, erano fisse sul marciapiede cementato e l'unico rumore che si poteva sentire era il silenzioso respiro dei due ragazzi.
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THOSE EYES //Tom Kaulitz//
RomanceSelene Schwarz è una ragazza di soli 17 anni, che dopo nove anni di sua assenza va a vivere con suo padre, Arthur. Il primo giorno di scuola conoscerà quattro ragazzi, ma solo uno attirerà la sua attenzione e il suo nome è...Tom Kaulitz