Wish I was good, wish that I could give you my love now

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Tom aveva commesso un altro errore, l'aveva baciata di nuovo.

Se lo era imposto la notte dopo il loro primo bacio, non l'avrebbe dovuta mai più toccare, e invece, quella sera non aveva resistito e si era avventato su di lei bisognoso di sentire la sua pelle morbida stretta tra le sue mani e di gustarsi il dolce sapore delle sue labbra delicate.

Sicuramente non si sarebbe mai aspettato che Selene l'avrebbe fermato, gli sembrava che fosse così partecipe durante quel bacio, eppure, l'aveva interrotto, bloccando le sue dita, già pronte a levarle la minigonna, e sussurrando piano un semplice e secco no.

Ma se lo sarebbe dovuto aspettare, dato che meno di qualche giorno prima la ignorava e non le rivolgeva nemmeno una parola o uno sguardo. Forse era meglio così, che lei continuasse ad odiarlo e lui ad amarla in silenzio, nessun rapporto li avrebbe mai dovuti legare.

Dopo un minuto di sguardi intensi, la ragazza aveva rotto quel profondo contatto visivo che si era creato e se ne era andata, lasciandolo solo come un cane. Dopo essersi fumato altre tre sigarette fissando il nulla, si era deciso a cercarla, ma l'unica risposta che aveva avuto era stata da Gustav, l'unico ancora rintracciabile: "Se ne andata a casa!" aveva urlato il biondo con indosso un reggiseno fucsia e degli occhiali da sole a forma di fenicottero, perciò si, aveva perso la sua occasione di spiegarle il motivo del suo comportamento.

"Ti vedo pensieroso, cos'hai?" chiese Bill, seduto sulla panchina accanto a Tom al parchetto. Il rasta si era messo un'altra volta a fissare nel vuoto perdendosi nei suoi pensieri più profondi.

"Nulla" mormorò lui, guardando l'espressione poco convinta del gemello, che incrociò le braccia al petto.

"Andiamo! Sono Bill, il tuo gemello. Potrai mentire a te stesso, ma a me, no!" esclamò sicuro continuando a fissare Tom con sguardo fiero, incitandolo a parlare.

"Mi piace una ragazza" mormorò il rasta cominciando a giochicchiare con i lembi della sua felpa dell'adidas, sicuramente non gli avrebbe rivelato l'identità della sua cotta.

"Ok?" borbottò Bill non riuscendo a trovare un qualcosa di logico in quella frase, sua fratello non aveva mai avuto problemi con le ragazze, anzi, era sempre lui a dargli consigli su come corteggiare, e a volte lo faceva pure lui al posto suo.

"L'ho già baciata due volte...ma non posso" sputò fuori in un sussurro Tom, nascose l'espressione cupa che portava sul viso con i palmi delle sue mani. Sentì il gemello carezzargli delicatamente la schiena.

"Perché non puoi? Se vi siete baciati già due volte penso che pure lei ricambi. Io non capisco quale sia il problema" disse con tranquillità e il suo solito tono benigno, il rasta si alzò di scatto, sentendo le lacrime cominciare a solcargli il viso.

"Perché io sono uno stronzo! Non la merito! Finirei solo per farle del male, io non- Non so cosa fare, la voglio stringere tra le mie braccia, baciarla fino a perdere il respiro, sentirla vicina. Ma, non voglio rischiare di farle del male, ha sofferto già abbastanza, non voglio mettere il dito nella piaga" esclamò Tom, cominciando a singhiozzare, un tornado dentro di lui stava mescolando tutte le sue emozioni, impedendogli di tenere tutto sotto controllo.

"Tom..." lo sguardo addolorato di Bill non si staccò neanche un minuto dalla figura distrutta del fratello, si alzò e lo strinse tra le sue braccia.

"A te non ti piace questa ragazza, tu sei innamorato di lei" sussurrò senza allentare la presa, gli occhi di Tom si sgranarono, forse il fratello aveva ragione, lui non era solo attratto da Selene, era innamorato.

"Non voglio essere innamorato, voglio tornare il Tom stronzo" mormorò con le lacrime che ancora scendevano bagnando il cappuccio della felpa di Bill.

"Il cuore non si comanda fratellone, ricordatelo" disse il moro, guardando il gemello con un lieve sorriso sul viso.

"Cosa cazzo devo fare Bill?" chiese il rasta asciugando velocemente i residui delle lacrime scese poco prima.

"Quello che tu credi sia giusto, Tom. Non ti posso dire altro, la scelta è tua" sussurrò Bill prima di girarsi e avviarsi verso la stradina che li avrebbe riportati a casa.

Tom riflettè molto sulle parole dette dal fratello gemello. Decise di continuare con il suo piano, cioè ad ignorare la mora, lei meritava di meglio, lui non meritava nulla. 

E anche se l'avrebbe fatta soffrire, loro non sarebbero mai stati nulla.

Forse in un universo parallelo si sarebbero sposati e messo su famiglia, ma in questo universo sarebbero rimasti semplici conoscenti per sempre.

THOSE EYES  //Tom Kaulitz//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora