Looking at the stars, admiring from afar

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Le parole di Selene, lo avevano ferito, gli avevano trafitto il cuore come una lama affilata.

Non avrebbe mai pensato che delle semplici parole, dette da una ragazzina di diciassette anni avrebbero mai potuto ferirlo così tanto, così in profondità.

Sentiva un macigno al posto del cuore, che si doveva portare in giro ogni giorno, pesava, sempre di più, e  lui non poteva fare altro se non soffrire in silenzio.

Ormai per lei non era altro se non un semplice ragazzo della sua classe, non era più il suo rasta.
Selene evitava ogni suo minimo sguardo o tocco, Tom cercava disperatamente di attirare la sua attenzione, passandole bigliettini a lezione, che finivano tutti nel cestino ancora ben piegati. Si era fatta spostare di banco per non sentire il suo nome uscire dalla sua bocca in un sussurro. Lo stava trattando come lui aveva fatto con lei, e lo stava ferendo.

E l'unico modo che aveva per poter scaricare tutta la delusione, la rabbia e il semplice dolore, era la sua chitarra, suonava dal pomeriggio fino alla mattina seguente, quando era ora di andare a scuola. Le ragazze ormai non lo attiravano più come prima, ora le trattava come veri e propri veri giocattoli, non gli importava il colore dei capelli, degli occhi, l'altezza e l'aspetto fisico, bastava che fosse disposta a lasciarsi usare da lui, era tutto quello che gli importava.

Le palpebre erano chiuse, le sue mani poggiate sul sedere morbido della ragazza che gli stava baciando in modo passionale il collo. Ma l'unico pensiero che aveva erano dei grandi occhi carbone che lo fissavano con lussuria, delle labbra rosa carnose che lasciavano dolci baci umidi sulla sua pelle.

"Mh...Selene" mormorò Tom immerso nel piacere più grande. Ma le labbra posate sul suo collo si staccarono di colpo.

"SELENE?! IO SONO MIRIAM!" urlò la rossa davanti a lui, guardò i suoi occhi nocciola ridotti in due fessure.

"Se non ti va bene allora vattene" rispose lui alzandosi e tornando ad indossare i vestiti poggiati sul parquet della sua stanza.

"Cosa? No, no, stavo scherzando!" Esclamò lei cercando di fermarlo mentre indossava i jeans.

"Non ho più voglia, vai via" rispose lui togliendo le mani, indesiderate, della ragazza dai suoi pantaloni.

"Ma ti prego, no, Tommi, mi disp-" non ebbe il tempo di finire la frase che il rasta la lanciò con una spinta in un angolo della stanza.

"VATTENE!" Urlò fuori di sé, vedendo l'espressione colma di paura della rossa che lo fissava immobile.

"Prendi le tue cose e fuori dalla mia stanza" disse più calmo, senza farselo dire due volte, la ragazza prese i suoi vestiti e uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle.

Tom si distese sul letto, sfinito. Ma non per i rudi baci scambiati fino poco prima con la sconosciuta, ma a causa dei suoi pensieri, che non smettevano mai di tormentarlo, a causa di Selene, che era entrata nel suo cervello, nel suo sangue, tra i suoi pensieri, ma soprattutto nel suo cuore. E non se ne voleva più andare.

"Tom, perché è uscita una ragazza in mutande e piangendo dalla tua stanza?" La voce di Bill risuonò nelle quattro mura della sua stanza aumentando il mal di testa che non riusciva a far smettere.

"Non lo so" rispose lui alzandosi e indossando anche la maglia oversize rossa della Nike.

"Ci sono i ragazzi qui, potresti venire a salutare?" Continuò il gemello con tono seccato, il rasta lo guardò e lo superò dirigendosi verso il salotto. Vide Georg e Gustav seduti sul divano nero di pelle della loro casa, ma la figura seduta tra di loro fu quella che lo attirò di più, era lei.

"Ehy Tom! Mi sembra che tu abbia appena spezzato un cuoricino!" Esclamò Georg alzandosi e abbracciando amichevolmente Tom, che non staccò lo sguardo dagli occhi neri che lo fissavano nei suoi, finalmente non lo ignorava, lo stava fissando negli occhi, con sguardo cupo, ma lo guardava. Dopo settimane, forse mesi, si sentì vivo, si sentì qualcuno.

"Ciao Tom" la sua voce suonava più angelica del solito, il rasta si limitò a salutarla con un cenno del capo sedendosi sulla poltrona davanti a loro, anche se dentro, il suo cuore stava facendo i salti di gioia.

"Finalmente anche il principino ci ha raggiunti! Di cosa stavamo parlando? Ah si, un cambio look per Gustav! Io pensavo..." ma le parole di Bill si ridussero in dei rumori troppo ovattati per essere compresi dai due ragazzi, non facevano altro se non fissarsi negli occhi, cercando di capire cosa si volessero dire dalle loro pupille. 

"Ehy!!! Selene? Ci sei?" la mano di Bill apparì davanti al viso della ragazza rompendo quel contatto visivo creato con il rasta.

"Emh, si, si" rispose lei nel modo più naturale possibile, senza sembrare troppo impacciata.

"Noi andiamo a farci un giro in centro, dato che hanno aperto un nuovo bar. Venite?" si rivolse ad entrambi i ragazzi, Selene scosse la testa.

"No, no grazie, non me la sento" pure Tom rifiutò, era troppo stanco per andare, e voleva assolutamente parlare con Selene.

"Ok, a dopo!" esclamarono Bill, Georg e Gustav all'unisono uscendo di casa. La porta di casa venne sbattuta con un tonfo.

Tom e Selene erano rimasti  a casa da soli.

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Il continuo sarà nel prossimo capitolo. Chissà cosa si diranno questi due!

NOTTE, NOTTE (grazie per il sostegno!) <3

THOSE EYES  //Tom Kaulitz//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora