Your lips, my lips Apocalypse

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Erano rimasti soli.

Si fissavano senza spiccicare parola, nessuno dei due sapeva come poter rompere quel ghiaccio che pian piano  stava congelando entrambi. Selene sistemò la felpa nera di Eminem, coprendo pure le ginocchia coperte da dei jeans larghi strappati.

"Era bella" mormorò con lo sguardo puntato sulle sue Vans, non osava alzare lo sguardo, non voleva vedere l'espressione di Tom in quel momento.

"Cosa?" chiese lui in un sussurro.

"La ragazza che è uscita dalla tua stanza...era molto bella" ridisse lei, alzando un po' il tono di voce esitante. Il rasta non rispose, l'unica rispose logica da dare sarebbe stata "Mai quanto te" ma non gli sembrava il caso.

"Vado a fumare" disse lui alzandosi dalla poltrona e tornando in camera sua, uscendo sul terrazzino affacciato su un viale alberato. Sentì dei passi leggiadri dietro di lui, poi il rumore di un accendino e una nuvoletta di fumo bianco, arrivare nella sua direzione.

"Scusami" si girò incontrando così gli occhi neri di Selene, che lo fissavano colmi di rammarico.

"Per cosa?" mormorò lui, vide gli occhi della ragazza diventare lucidi, iniziando a luccicare sotto la fioca luce della luna.

"Per tutte le cose che ti ho detto. Ero solamente arrabbiata" rispose in un sussurro lei, portandosi la sigaretta alle labbra.

"Scusami, per la scenata che ho fatto, tu sei una ragazza forte, avresti saputo cavartela da sola" bisbigliò lui, dopo un lungo silenzio fatto solo di sguardi straripanti di dolore e compassione.

"No, Tom, non ci sarei mai riuscita senza di te." rispose lei alzando gli angoli delle sue labbra, formando così un sorriso tirato.

Tom le avrebbe voluto chiedere scusa per tutto, ma le parole non gli uscivano di bocca, sapeva che anche dopo quella serata di confidenza avrebbe continuato a trattarla male, proprio come prima.

"Quando hai iniziato a fumare?" chiese la mora poggiandosi con le braccia alla ringhiera di ferro.

"A quindici anni, mi sentivo grande e potente, anche se ero solo uno stupido" rispose lui, senza mai smettere di fissarla.

"Quando hai perso la tua...innocenza?" continuò lei, inalando del fumo.

"Tredici anni, una vent'enne. Ero entrato in un night club per sbaglio e senza la mia approvazione mi ha portato in una stanza d'hotel e mi ha usato. Proprio come faccio io con le ragazze" le risposte gli uscivano senza esitazioni, vide lo sguardo della ragazza ricadere su di lui.

"Lo so sono stato uno stupido, l'ho lasciata fare, non ho rifiutato" mormorò abbassando lo sguardo il rasta, appoggiandosi al muro dietro di lui.

"No, lei non avrebbe mai dovuto abusare di te in quel modo, avevi solamente tredici anni, eri un ragazzino, lei era l'adulta" quelle parole sconvolsero Tom, tutti l'avevano sempre sgridato e colpevolizzato, invece lei no, lei lo capiva.

"E tu, mi vuoi dire cosa ti è successo?" chiese lui senza scrupoli, vide Selene irrigidirsi di colpo e iniziare a muovere freneticamente la gamba. Ma poi si fermò, facendo un respiro profondo.

"Certo" il ragazzo la guardò interessato, annuì facendole capire che poteva parlare, lui non se ne sarebbe andato da nessuna parte e, soprattutto, non l'avrebbe mai giudicata.

"Avevo sei anni, quando una sera ho trovato mio padre disteso in bagno. Aveva provato a suicidarsi." mormorò lei facendo tendere i muscoli del rasta, rimasto paralizzato da quella rivelazione.

"Per fortuna è sopravvissuto. Ma quando è tornato a casa le cose sono peggiorate, ha iniziato a bere e pochi mesi dopo si è trasferito a Lipsia, la città dov'era nato. Ho dovuto rimanere a casa con mia madre, che portava ogni sera un uomo diverso, stava via ore, dalle otto di mattina fino all'una di notte. Praticamente sono dovuta crescere sola" continuò lei abbassando lo sguardo, voleva continuare ma le parole le morirono in gola, trasformandosi in delle lacrime amare, che uscivano ogni volta che ripensava agli anni più oscuri della sua infanzia. Delle braccia forti circondarono il suo corpo scosso dai lievi singhiozzi.

"Ci sono io, tranquilla" sussurrò calmo Tom massaggiandole la schiena, facendole capire che non l'avrebbe lasciata cadere nel più totale sconforto. Lei lo guardò, illuminato solo dalla fievole luce della luna, non l'aveva mai trovato più bello.

"Posso fare una cosa?" domandò fissando le labbra adornate dal piercing argento. Tom la guardò incerto e si limitò ad annuire.

Tempo di chiudere le palpebre che una sensazione meravigliosa lo costrinse ad aprirli per accertarsi che tutto fosse vero, Selene lo stava baciando.

Posò le sue mani grandi sui suoi glutei sodi e tonici stringendoli come fossero gomma piuma, ma stranamente Selene non si tirò indietro, anzi, lo spinse verso l'interno della sua stanza e gli tolse la maglia lanciandola in un angolo buio della stanza. L'arrivo dell'aria fredda sul petto nudo fece venire i brividi a Tom. Prese tra le sue mani i lembi della felpa della ragazza guardandola cercando l'approvazione nei suoi occhi, luccicanti di lascività.

"Ti voglio Tom" queste tre semplici parole uscite dalle labbra della ragazza fecero brillare il viso di Tom che senza farselo dire due volte lanciò sul pavimento la felpa di Selene, che rimase solo con un reggiseno nero, adornato da del pizzo nei bordi. Si lanciarono sul letto continuando ad assaggiarsi famelici. Dopo le maglie, vennero levati pure i pantaloni, Tom stringeva la pelle nuda e bollente della mora tra le sue mani, mentre lei lasciava scie di baci umidi che partivano dal suo collo e arrivavano fino all'elastico dei suoi boxer neri, stava provando un piacere che con nessuna ragazza aveva mai provato.

"Ora lascia il trono a me" mormorò lui cambiando le posizioni, mettendosi sopra il corpo formoso di Selene, che lo guardava con lussuria. Il rasta cominciò a baciarla con passione, passando delicatamente le sue dita sul ventre piatto della ragazza, guardò i seni ancora coperti dal reggiseno, che venne slacciato con maestria dal ragazzo, e lanciato il più lontano possibile da loro. La mora iniziò a mugugnare dal piacere, mentre sentiva le labbra di Tom esplorare fameliche ogni minima parte del suo corpo.

Il rasta guardò gli slip che ancora aveva indosso lei, guardò le sue galassie cercando di capire se Selene fosse d'accordo, lei annuì allacciando le sue gambe al suo bacino, Tom tirò fuori da un cassetto una bustina di plastica che aprì con i denti.

Selene sentiva le spinte delicate ma forti provocarle un immenso piacere, strinse tra le sue mani le lenzuola grigie su cui era stesa.

"Ti amo Tom" mormorò pervasa dalla beatitudine di quel momento così intimo. Tom impegnato a gemere, la guardò di sottecchi sapendo che tutto quello che stavano facendo, dicendo era un errore, ma erano solamente due adolescenti, potevano commettere errori, no?

Ancora ansimante si lasciò andare sfinito sul petto caldo di Selene.

"Anche io" mormorò affannato lui vicino al suo orecchio per poi distendersi accanto a lei, l'unico rumore che seguì quelle parole furono i loro respiri ansimanti e il rumore di loro cuori che martellavano nel loro petto, che si alzava e abbassava velocemente.

.............

Tom la stava guardando mentre dormiva, appoggiata sul suo petto. Il suo sogno più grande si era avverato, ammirarla mentre sonnecchiava come una bambina.

I capelli corvini erano tutti arruffati, le labbra socchiuse e le guance ancora arrossate da prima. Spostò con delicatezza un ciuffetto ribelle che si era andato a poggiare sulla sua fronte, coprendo così il suo bel visino.

Probabilmente era solamente uno dei suoi milioni di errori, ma non gli importava, perché finalmente si sentiva di nuovo vivo, sapeva che quel errore gli sarebbe costato la fiducia acquisita nei suoi confronti, ma sarebbe stato per sempre il miglior errore fatto nella sua vita.

"Prima o poi sarai mia, Selene Schwarz, sia l'ultima cosa che faccio" mormorò lasciandole un leggero bacio sulla tempia, prima che pure le sue palpebre si chiudessero trascinandolo in un sonno profondo e sereno.

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Ecco il capitolo seguente! Io ho adorato scriverlo! Tom è troppo carino.

CIAUUU<3

THOSE EYES  //Tom Kaulitz//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora