Because love can burn like a cigarette, and leave you alone with nothing

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False speranze. Era tutto quello che si era fatta Selene dopo quel bacio, false speranze.

Aveva sperato fino all'ultimo che dopo quel bacio inaspettato ma indelebile, le cose tra lei e Tom sarebbero potute cambiare, ma nulla, anzi, il loro rapporto era peggiorato. Non la salutava più, camminava per i corridoi della scuola ignorandola, pure a lezione! E quando gli capitava di spostare il suo sguardo su di lei, era impegnato a limonare e palpare il sedere di qualche ragazza.

Quando le loro labbra si era scontrate aveva sentito il suo cuore ricominciare a battere, ma non solo per far funzionare i meccanismi complicati che le permettevano di vivere, facendo ripartire i suoi sentimenti. E anche se cercava con tutta se stessa di rimuoverlo, non ci riusciva, ogni volta che chiudeva gli occhi o si perdeva tra i meandri della sua mente, quel ricordo appariva, ricordandole le farfalle nello stomaco che aveva provato, la sorpresa e la sua voglia di approfondire quel semplice bacio, di andare più in là.

Ma vedendo come Tom ora la trattava, la faceva stare male. Era colpa sua se rifiutava tutte le richieste di uscita che i ragazzi le proponevano, era colpa sua se appena tornata da scuola si chiudeva nella sua stanza fino all'ora di cena, era colpa sua se molte volte scoppiava in pianti isterici, era colpa sua se si sentiva sporca e rifiutata, era colpa sua se, pure lui, aveva iniziato a far parte del suo dolore, che andando avanti con il tempo la stava lacerando. Il dolore che lui diceva di poter capire, anche se ora era lui a provocarlo. E lei cercava di odiarlo, con tutta se stessa, ma non ci riusciva, alla fine finiva sempre per odiare e disprezzare se stessa, per essersi innamorata di una persona come lui.

Guardava i capi posti dentro il suo armadio senza la minima voglia di indossare qualcosa che non fosse il suo pigiama. Ma ormai erano giorni che rifiutava ogni invito proposto da Bill, e le scuse iniziavano a mancare, e Selene sapeva bene che la pazienza dell'amico non era infinita, perciò quella sera sarebbe uscita con lui per andare a fare una camminata sotto i lampioni di Lipsia.

Dopo minuti di ragionamenti, decise di indossare dei jeans beggy, un maglioncino grigio e nero e le Vans, tirò su i capelli in un morbido chignon e scese le scale pronta ad andare.

"Allora sei viva! Da quando non ci vediamo? Una settimana?" Il moro era seduto sugli scalini in legno della scala.

"Dove andiamo?" Cercò di cambiare argomento Selene sorpassando Bill stando attenta a non toccarlo.

"Non cambiare discorso cara mia, cosa ti è successo?" La mora sentì gli occhi cominciare a pizzicare, stava per scoppiare nuovamente in un pianto isterico, ma non poteva di fronte al suo amico. Si asciugò con la manica la lacrima che scese lungo la sua guancia.

"Nulla" mormorò accendendosi una sigaretta, Bill la raggiunse bloccando la sua camminata nervosa e voltandola con il viso verso di lui, per poterla guardare negli occhi.

"Lo sai che mi puoi dire tutto, ti ascolterei anche per ore" sentì gli occhi diventarle lucidi, guardando quegli occhi pieni di apprensione e preoccupazione che le ricordavano quelli del gemello, la sera del suo primo bacio.

"Lasciami solo in pace Bill, ti prego" biasciò lei, rompendo quel contatto visivo che stava per buttare giù le mura che dividevano le sue emozioni dal mondo esterno.

"Se è quello che vuoi..." sussurrò pacato l'amico cominciando a camminare lungo il marciapiede illuminato solo dalla luce dei lampioni. Nessuno parlava, un silenzio tombale era caduto tra i due amici, pure Bill, troppo scosso dalla reazione brusca avuta da Selene, aveva perso le parole di bocca.

"Scusa" soffiò in un sussurro la ragazza, posando I suoi occhioni da cucciolona in quelli più allungati dell'amico.

"Forse sono stato troppo invadente, capisco se hai bisogno dei tuoi spazi. Ma ricordati che io ci sono per te, non sei sola" le braccia sottili dell'amica circondarono il suo torace coperto dalla felpa nera, poggiò i suoi palmi sulla sua schiena iniziando ad accarezzarla dolcemente.

"Ti voglio bene Bill" sussurrò con voce strozzata Selene, con il viso nascosto tra il tessuto della felpa di Bill che sorrise.

"Anche io Selene" rispose dolcemente, non ricevette nessuna spiegazione del comportamento strano dell'amica, ma forse andava bene così, glielo avrebbe spiegato quando si sarebbe ritenuta pronta.

"Il prossimo sabato Georg ha organizzato una festa a casa sua, vuoi venire?" Chiese Bill portando le sue mani all'interno dei suoi jeans attillati.

"Bhe, non lo so..." mormorò Selene buttando a terra la sigaretta e spegnendola con la suola.

"Secondo me un po' di divertimento non nuoce mai a nessuno, anzi ti potrebbe distrarre" la mora guardò l'amico consapevole che le sue parole erano vere.

"Mh, ok, dai" sussurrò, un sorriso colmo di felicità si stampò sul viso di Bill, che cominciò a parlare di quanto fosse stato difficile per lui il compito di storia.

E Selene non faceva altro se non annuire ed ascoltare interessata le parole di Bill, che parlava a macchinetta senza neanche badare al mondo che lo circondava, in quei momenti di sfogo c'erano solamente lui e Selene.

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SPAZIO AUTRICE:

Ecco il capitolo dal punto di vista di Selene. Chissà cosa succederà a quella fatidica festa. Per scoprirlo bisognerà leggere il prossimo capitolo : ) [penso che lo posterò domani o dopo domani].

CIAUUUU💋💋💋💋

THOSE EYES  //Tom Kaulitz//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora