58. Notte Rivelatrice

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Con lui cadevano rocce, terra e tutte le speranze che pocanzi Bufera gl'aveva insediato nella mente. 

Precipitando, si schiantò al suolo.

Era soffice, però. Si trovava sulla sabbia d'un'estesa spiaggia; al che l'ascensore si conficcò in essa trasversalmente quasi sprofondando e lasciando la punta di Solumn a fare capolino.

Quando il Cavaliere alzò il volto, dinanzi vide il mare. La spuma, imperterrita, costeggiava la riva, avanzando e ritirandosi in continuazione; le sue onde calme si scagliavano morbide sul giallo ocra, inumidendolo; e il Sole, che poteva essere visto tramontare proprio dirimpetto, rendeva il tutto più quieto. 

Si sgranò gli occhi, il Cavaliere. Pareva da solo; al che, "Fleimisa!" iniziò a chiamare.

"Dove sei, Fleimisa!"

"Dietro di te." 

Disse con una celia Bufera, il quale dell'impatto evidentemente se n'era lavato gli zoccoli.

"Oh, Bufera!" Esclamò sorpreso il Cavaliere accostandoglisi al muso. 

"Dimmi che Fleimisa si è salvata."

Egli fece cenno di guatare in alto a sinistra, d'in s'una rupe al crocevia con il Mare Acido. Alla volta del tramonto la Vittrice delle fiamme si trovava su un'altra groppa: la groppa di Fuocha, la quale, solerte, accortasi del suo risveglio, smise di guardare al tramonto per discendere delicatamente dallo scoglio e recarsi dolcemente dall'unica Creatura alla quale poteva prestare ancora servizio.

"Ancora tu...viverna mia.." 

Incredulo disse l'Ultimo degli Ultimi.

Iniziò a carezzarle il muso, e savio proseguì con gli occhi lucidi.

"Chissà perché sacrifichi tutta te stessa per salvaguardare questo sanguinario Cavaliere...grazie, Fuocha, di tutto.."

Poi s'appropinquò al corpo ancora esanime di Fleimisa che dormiva pacificamente, allungato nell'esatto centro della sua groppa, tra le vermiglie ali.

Il capo, appoggiato e rialzato dal ricurvo collo della viverna, le verteva a destra e stava esposto ai raggi del Sole che placidi lo lambivano e l'illuminavano.

Lui, bonario, le ricambiò la carezza col braccio buono. 

"Credi starà bene?" Domandò girandosi verso il suo destriero. 

"E' stata quella miracolosa viverna a salvarle la vita, sbucando da dietro le scogliere e prendendola al volo tra le sue ali. Dalle tempo, non è morta, è solo incosciente."

Sorridendo il Cavaliere carezzò di nuovo il rettile salvatore. 

"Adesso, che si fa?" Chiese.

"I miei limpidi occhi hanno scorto del movimento oltre la curva della costa."

Il Cavaliere guizzò. 

"Indaghiamo." Concluse il cavallo.

"Fuocha," disse l'Invocato dell'Acqua. "Stai qui con Fleimisa, non voglio recarle altri pericoli e neppure a te."

Le passò nuovamente una mano sul muso e mettendosi in groppa a Bufera partì al trotto.

Non molto lontano dal punto in cui erano caduti, l'equino aveva visto una ridda di movimenti tentacolari che trapelavano lungo la sviata verso sinistra della costa. Invero, quella spiaggia era molto irregolare. 

Man mano che s'avvicinavano alla curva, i tentacoli continuavano ad aumentare, seguiti da dei viscidi rumori chitinosi, che l'uno sopra l'altro s'accavallavano.

Le Cronache Scarlatte - Il CavaliereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora