L'Ultimo degli Ultimi si precipitò dalla vittrice delle fiamme, egra e afflitta.
Delicatamente la rigirò e si tolse il cimiero per osservarla meglio.
Vide ch'era tutta squartata e sanguinante.
Premurosamente, la prese in braccio e preoccupato la guardò sull'esanime sembiante, che riposava con i suoi occhioni chiusi e la bocca aperta che lasciava alla visione la parte superiore dei suoi appuntiti denti bianchissimi.
Il Cavaliere era preoccupato, assai.
Aveva perso quella mistica Creatura che sin dal primo istante l'aveva ammaliato.
Gli occhi cristallini guardavano tutto il suo sfigurato corpo con angoscia, finché la guerriera non si mosse: issò il braccio destro tremolante verso il mento del Cavaliere; dolcemente lo carezzò; e lo fece scivolare lungo tutto il collo.
"Ti ringrazio, Cavaliere."
Disse Fleimisa, con flebile voce.
"Perdonami. Non ho adempiuto al mio dovere...avrei dovuto porre fine io a Iradér. E poi, Tu m'hai convocata."
Proseguì aprendo leggermente gli occhi lucidi di sangue.
"Comunque, ti ringrazio. E' grazie a te se sono viva, anche se gravemente ferita. Prometto, che se dovessi rivederti su un campo di battaglia da avversario, ci andrò piano."
Concluse serrando le palpebre con un mesto sorriso.
Al compianto s'avvicinò Bufera, portante anche lui tre lacerate sul ventre.
"Mio portatore, la guerriera starà bene."
Esortò.
"Proseguiamo ad avvicinarci al simulacro."
Una volta arrivati, dagli spalti posti dietro il Dio del Fuoco, s'iniziò a conformare una traslucida strada fatta da scalini tutti infuocati e divampanti.
E su d'essa vi passavano Solumn e Ignirios, con stampati in volto degli opimi sorrisi.
"Cavaliere foriero di Rivoluzione," iniziò Solumn una volta giuntovi dirimpetto.
"Finalmente l'ordalia potrà avvenire."
Proseguì guardando l'urlante statua.
"Anche se tutto il popolo di Brace è finito in macerie,"
Affermò Ignirios. "Il Nostro Dio, sono sicuro, garantirà a noi e al Fuoco un futuro migliore. Solo grazie a te, oh Creatura che della fattispecie è cristallina." Concluse brancicandogli le guance come un padre orgoglioso e incredulo.
"Ora porgi riverenza, Cavaliere." Rimbeccò Solumn. "Va'. Fa proliferare il Fuoco Originale nuovamente, e abbatti i traditori dalla dorata guisa!"
Delicatamente, quindi, l'Ultimo degli Ultimi posò l'incosciente Fleimisa sul dorso di Bufera; e dopo pochi passi, s'inchinò innanzi la statua.
Mentre guardava al suolo, notò altresì che dal suo nudo braccio di carne umana, un singulto di mano iniziava a conformarsi.
Dopo pochi secondi di genuflessione, la terra rincominciò a scuotersi, suscitandogli timore; al che guardò preoccupato Testa a punta per sincerarsi.
"Rimani inchinato!" Lo intimò lui.
Sicché il Cavaliere si rigirò e proseguì a guardare il suolo genuflesso.
Nessuna scossa tellurica s'udiva più. Ora v'era solo silenzio.
Finché la quiete venne interrotta da un'echeggiante voce profonda, che intro lei faceva trasudare come un repentino muoversi di fiamme gioconde.
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Le Cronache Scarlatte - Il Cavaliere
FantasyIn un mondo dominato dal più profondo blu del Mare, gigantesche e abominevoli Creature Marine dalle esecrabili fattezze vagavano dandosi battaglia. L'unico colore presente era il blu, che rendeva il tutto apatico e monotono. In quel mondo non v'era...