Corea

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Appena fuori dall'aeroporto ci colpì in viso un vento gelido che fece sussultare sia me che Chan.

C'avevano detto che la Corea era un posto abbastanza freddo, ma non ci aspettavamo di certo questa temperatura glaciale!.

Pochi minuti dopo davanti a noi accostò una grande macchina nera dai finestrini neri oscurati e forse, osservando la stessa cosa, ci guardammo come per ottenere risposta dall’altro.

È la macchina che stavamo aspettando? 
La risposta però, non tardò ad arrivare: da quella vettura scese un uomo sulla cinquantina alto e leggermente in carne, seguito da altri due uomini alti e muscolosi, probabilmente i bodyguard. 

Quando Chan lo vide sbiancò di colpo, spalancando occhi e bocca incredulo, come se avesse visto una divinità scesa in terra.
Gli diedi qualche colpetto al braccio cercando di attirare la sua attenzione. "Chan, chi è quello?". 
Non pensavo fosse possibile, ma la sua faccia divenne ancora più incredula, mutando poi quello sguardo tra il confuso e il sorpreso. "Lix ma sei scemo? Cioè davvero? E' lui! Lui è l'uomo che ci ha cambiato, o meglio, ci cambierà la vita! E' Park Jin-Young il produttore discografico della nostra agenzia!!!! Dai Felix!! È JYP in persona!!".

In pochissimo la mia espressione divenne esattamente come quella di Chan, se non più meravigliata e sconvolta dalla mia stessa stupidità.

Avevo visto quell'uomo solo su qualche rivista e in qualche intervista per Tv, ma vederlo di persona era tutt'altra storia.
"Salve ragazzi, siete Bang Chan e Lee Felix Yongbok giusto?" chiese avvicinandosi insieme seguito dai due bestioni.
"S-si, s- siamo noi" rispose Chan ancora incredulo.
Aspettando che ci raggiungesse, abbassai il capo più volte in segno di rispetto, adorando la figura mitologica che mi si stava avvicinando..
"Salve ragazzi, lasciate che mi presenti ufficialmente, sono Park Jin-young, il direttore e proprietario dell'etichetta discografica JYP." 
I miei occhi presero a brillare quando Park iniziò a parlare con noi con fare così amichevole e disinvolto.

"Signore, grazie per quest'opportunità che ci ha dato. Noi...faremo il possibile per non farle cambiare idea, grazie infinite" prese parola Chan prima di essere interrotto dal Boss. "Tranquilli ragazzi, avete fatto un lungo viaggio, mi sembra giusto adesso non dilungarsi in chiacchiere, per quello ci sarà tempo. Ora vi accompagnerò al vostro dormitorio”.

Non potevo immaginare che una persona così famosa e popolare, potesse essere così genuina e cordiale...
Chan notò il mio più che palese stato di trance, così mi prese per un braccio e mi trascinò fino al Suv mentre i due bodyguard presero le valigie per sistemarle nel bagagliaio.

"Com'è andato il viaggio? Spero tutto bene" riprese la conversazione spezzando quella tensione. 
"Si tutto bene a parte qualche leggera turbolenza. Abbiamo cercato di riposare per parte del viaggio così da non arrivare...beh...troppo stanchi qui in Corea" dissi quasi a giustificare i nostri comportamenti così goffi e a tratti ridicoli.
"Chan..." disse improvvisamente serio. Vidi il maggiore irrigidirsi per un momento. "Mi dica" rispose rivolgendogli la sua completa attenzione.
"Ho omesso un dettaglio molto rilevante per non spaventarti...vedi, i ragazzi del gruppo sono tutti più piccoli di te, tu sei il maggiore… per questo che ho deciso che sarai tu ad occuparti di tutti loro in quanto leader del gruppo". 

Egli si paralizzò socchiudendo leggermente la bocca, incapace di emettere qualsiasi suono.
Non pensavo che questo sarebbe stato un grosso problema per lui, si  occupava da anni di me, delle mie sorelle e della sua stessa famiglia essendo il ragazzo più grande della casa. 
Abbassai lo sguardo osservando come prese a torturarsi le mani, lo sguardo perso e il respiro corto e impercettibile.
Stava pensando troppo a come prendere quell’informazione.

"Signore, credo che non avrebbe potuto fare scelta migliore" intervenni liberando i miei pensieri. 
"Felix..." Sussurrò con un filo di voce. "Chan si occupa da sempre della mia e della sua famiglia, è una persona buona e comprensiva ma allo stesso tempo autorevole e molto matura...credo che sarà il miglior leader che la JYP abbia mai avuto". 
Il suo sguardo dopo le mie parole si rilassò, volgendomi un piccolo sorriso di gratitudine e lo stesso fece Park.

Eravamo ormai arrivati al nostro dormitorio e la macchina rallentando fece per accostare ma prima che potesse farlo, si fermò a causa di un auto arrivata prima di noi ferma dinanzi all'enorme casa...la nostra nuova casa.

Da questa scesero due ragazzi:
Il primo era abbastanza basso, forse non arrivava al metro e settanta, con un fisico molto muscoloso, capelli neri e la faccia tonda, vestito con una semplice tuta della Nike nera e un cappellino bianco con scarpe abbinate.
L'altro ragazzo invece, era ben diverso dal primo: alto, magro e dalla folta chioma nera.
Diversa era anche la sua scelta stilistica, infatti indossava un paio di jeans non troppo larghi e una camicia bianca morbida. 
Non riuscii a osservarlo in viso in quanto era ben coperto da cappello e mascherina antibatterica che copriva il suo viso fin sotto gli occhi.
Continuai ad osservare i due fin quando non fecero per entrare in casa e..."Felix" mi richiamò improvvisamente Park intento a discutere di alcune cose con il maggiore.

"Si, mi scusi e-emh... ero solo curioso di..." 
"So della tua situazione". 

Mi si spezzò il fiato...come poteva saperlo?!...Chi lo aveva informato!?.
"Io..." feci per dire.
"Tranquillo, ho già parlato con il dottor. Hong, mi ha spiegato tutta la situazione. Non ho intenzione di cacciarti se è questo quello che stai pensando e dalla tua espressione, so che lo stai facendo". Gli rivolsi un finto sorriso. "Voglio solo dirti che Bang Chan sarà responsabile anche di te. Tra qualche giorno gli consegnerò il programma speciale che dovrai seguire. Alcune lezioni più "statiche" le farai con gli altri, mentre per imparare le coreografie e per gli allenamenti giornalieri in palestra, abbiamo studiato per te un piano alternativo apposito." 

Si girò voltando lo sguardo al sedile posteriore dove ero seduto.
"Sei speciale Lee Felix e questo non intaccherà il tuo talento e la tua carriera. Ricorda che questo è un tuo sogno e devi trovare ogni giorno la forza per inseguirlo sennò non può chiamarsi tale." Chan posò la mano sulla mia. 

Sapeva quanto per me fossero state importanti quelle parole, era le stesse che mi ripeteva continuamente lui e Hong da quando iniziammo a prepararci per le audizioni.
Calai il viso e lo sguardo si perse nel vuoto, strinsi forte i pugni cercando di scacciare quella tristezza che iniziò a pizzicarmi gli occhi.
"Grazie Signore...no....non so cosa dire...grazie" risposi semplicemente. 
"Lix, è ora di andare a conoscere gli altri, forza!!!" cercò di risollevare la situazione il mio amico.
Sorrisi nel vederlo impaziente e lo stesso fece divertito il signor. Park, il quale chiese ai due uomini di aiutarci a scaricare le valigie dall’auto.

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