|| HYUNJIN POV ||
" 6 MESI DOPO "
Uno spiraglio di luce trapelava tra le tende socchiuse della mia camera ricadendo perfettamente sul volto.
Quella luce fastidiosa mi obbligò ad aprire gli occhi e a svegliarmi da quel meraviglioso sogno che ormai mi nutriva l'anima, aiutandomi a portare a termine le mie giornate, fremendo dalla voglia che arrivasse di nuovo sera, per chiudere gli occhi e riaverlo vicino.Tutto questo non mi bastava ma era già qualcosa vederlo nei miei sogni.
Non potevo di sicuro dire che quelle immagini potessero bastare, perché non era così.
Più i giorni passavano, più il ricordo del suo tocco su di me svaniva, proprio come svaniva lentamente l'immagine che avevo tanto cercato di lasciare vivida del suo sorriso, quando la mattina aprivo gli occhi e lo vedevo proprio di fronte a me a guardarmi, pronto a proteggermi nelle notti.
Prima di alzarmi, come tutte le mattine, osservai quel foglio ripiegato su sé stesso, abbandonato ormai da tempo sul comodino così da poterlo vedere ogni mattina.
Quelle parole scritte per me, per il mio futuro, futuro che mi rammentava ogni giorno che lui non me avrebbe mai fatto parte..Feci una veloce doccia, confondendo l'acqua che scorreva bagnando il corpo e le lacrime incessanti lasciavano i miei occhi.
Ormai piangere quando ero solo, era un'abitudine.
Presi un paio di boxer dal cassetto insieme a dei calzini, lasciando cadere l'asciugamano che copriva la mia vita, e mi vestirmi.
Presi una felpa oversize nera e dei jeans del medesimo colore, spruzzai un po' del mio profumo preferito (quello che più piaceva a lui) e sistemai gli accessori.Prima di uscire, recuperati il quadernino che di solito utilizzavo per i miei schizzi quando ero fuori casa e sistemai tra le pagine quella sua lettera Presi un paio di grossi respiri chiudendo gli occhi.
Uscii dalla stanza dirigendomi nel salone dove tutti gli altri sapevo mi stessero già aspettando.
"Siamo tutti quì?" diedi una veloce occhiata.
"Hyun..." sussurrò Han tra le braccia di Minho, stringendo il suo ragazzo più forte sentendo quel respiro corto.
"Forza andiamo ragazzi" ordinò Chan alzandosi per dirigendosi verso l'uscita.
Qualche attimo dopo iniziammo tutti ad abbandonare la casa, chi con dei fiori, chi con dei palloncini e chi addirittura con dei pupazzi a forma di pulcino.
Una volta assicurato che tutti fossero usciti, mi voltai per l'ultima volta verso quella porta chiusa ormai da mesi, in cui troppe volte mi ero rifugiato per dare sfogo al mio dolore, entrando per cercare di sentirlo più vicino...
In qualche modo, quel luogo, mi teneva al sicuro...potevo sentirlo ancora lì."Salve ragazzi" sorrise debolmente Hong alzando una mano in segno di saluto.
Percorremmo quel lungo corridoio fino a trovarci davanti alla sua stanza.
Conoscevo ogni angolo di quel luogo, ogni reparto, ogni corridoio e forse anche ogni medico che lavorava lì.
Negli ultimi sei mesi andavo a trovarlo ogni giorno, raccontandogli quello che ci accadeva, quanto mi mancasse e quanto mi sentissi incredibilmente in colpa per non essere rimasto accanto a lui fino alla fine.Era questo il pensiero che mi torturava da allora, tormento che non mi lasciava quasi più vivere...un senso di colpa che divideva in due quello che ero e quello che sono adesso.
Più volte ero andato lì in ospedale senza nemmeno entrare nella stanza, rimanevo fuori la porta senza osare nemmeno guardarlo perchè pensavo di non esserne degno dopo ciò che gli avevo fatto...mi ripudiavo a tal punto, dovevo infliggere delle pene a me stesso..
E se a volte non riuscivo a distogliere lo sguardo e a rimanere fuori, entravo nella stanza e mi punivo non toccandolo.
Tutti i ragazzi entrarono nella camera, salutando e accarezzando chi la gamba coperta dalle lenzuola celesti, chi invece sfiorava solo le mani ed il viso.
Mi limitai a guardare la scena dal piccolo vetro della porta."Hyunjin" mi richiamo il medico.
"Chan mi ha detto tutto...e sai...forse quello che credi è vero, anche se sono un medico e mi è difficile credere a queste cose, so anche che quando si tratta di quel ragazzo niente è impossibile" disse piano per non farsi sentire dagli altri ragazzi.
Accennai appena con il capo, senza avere parole da rivolgergli.
Posarono tutto quello che avevano portato sul piccolo tavolo sotto la finestra, sistemando ogni oggetto con molta cura.
Non si sentiva bene quello che stavano dicendo al loro amico e forse era giusto così.
Le uniche cose che potevo udire erano i loro singhiozzi che ormai echeggiavano ponderosi nella stanza.
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Deep Love Untold
ChickLit"Se nascondere ciò che proviamo, è l'unico modo che ci resta per lasciar vivere il nostro amore, allora sarà il segreto che tutti più ameranno e manterranno al mondo. E' un segreto che sveleremo con i nostri sguardi, lasciando che siano i nostri occ...