|| HYUNJIN POV ||
Strinsi le braccia intorno a quel corpo che ormai giaceva morente,
vedevo la vita allontanarsi velocemente, correva verso quel precipizio senza guardare in faccia a nessuno.
Ho sempre pensato che gli angeli non facessero parte di questo mondo, non erano compatibili per vivere sulla terra, soffrivano invano, non potevano sopportare di condurre una vita tormentata come ogni essere umano.
Lui ne era la prova, era un angelo."Lix...sono quí..." poggiai il viso tra i suoi capelli bagnandoli di lacrime. Profumavano ancora del suo solito shampoo al miele…
Non ci fu alcun segno di vita nonostante continuassi a tenerlo stretto, a scuoterlo delicatamente, a stringerlo.
Niente.I singhiozzi, misti alle urla, si fecero strada nel buio della stanza.
Ero un uomo consapevole di star lasciando ciò che di più prezioso avesse nella vita, stava sfuggendo dalla mia stretta scivolando invisibile tra le dita proprio come le lacrime che incessanti stavano bagnando quel corpo.
Mi scostai di poco, giusto il necessario per vedere il suo volto, immacolato, senza più quel dolore che celava dietro il suo sorriso, il suo sguardo e la sua anima."Lix...ti prego" sussurrai debolmente.
Presi con entrambe le mani quel viso, volgendolo con dolcezza verso il mio, sperando mi guardasse, mi sorridesse, che si accorgesse che fossi lì accanto a lui per quello che era il suo ultimo respiro.
Non volevo in alcun modo dirgli addio, volevo che rimanesse e che lottasse per me, per noi.
Egoista da parte mia chiedergli di restare e sopportare ancora e ancora quella pena, ma non potevo…non ci riuscivo…non poteva lasciarmi…"Ti prego...." gemetti di dolore "dimmi che non mi lascerai...dimmi che va tutto bene e che stai solo dormendo. Amami di nuovo Lix, amami di nuovo, voglio vivere di quei momenti felici fatti di te, ti prego, dammene ancora... è di questo che voglio vivere...sono quí Lix..., perdonami..."
Mi si squarciò in due il cuore nel petto.
Sentii una a una le mie ossa spezzarsi, la pelle lacerarsi, gli organi bruciare, rodere nell’incendio divampato quando mi scoppiò il cuore.
Non riuscii più a trattenere e a fermare quello strazio, mi stava riempiendo, rompendo tutte le cicatrici ormai rimarginate. Potevo sentire ogni lembo ricucito scucirsi, aprirsi sotto la pressione di quel martirio.
Urlai disperato, straziato.
Mi bruciava l’esofago.
Accarezzai freneticamente il volto del mio ragazzo, sorridendogli come facevo in passato quando lo osservavo dormire al mio fianco.Nulla.
Incastrai il viso nel suo collo, lasciando scivolare il mio dolore su quel corpo che aveva sopportato così tanto, sfinito da tutto ciò che per anni aveva soppresso.Ciò che aveva logorato la sua essenza senza mai però riuscire a mutarla.
Era così riuscito ad essere sempre sé stesso, non avrebbe potuto essere qualcosa di diverso da quello.
Capii solo in quell' esatto momento ciò che la malattia rappresentava:
la sfida più grande della sua vita che, pur sapendo che un giorno avrebbe perso, continuava a superare ogni prova, sperando di non essere più raggiunto da quel che era il destino.Il tunnel più oscuro l'aveva costretto a camminare arrancando nel buio, obbligandolo infine a fermarsi, non essendoci più la luce.
Capendo che in realtà, una fine, non vi era.
E' sempre stato per lui, è sempre stato tutto per lui: il mio vagare incessante per i sentieri di quella vita era per arrivare qui, arrivare a questo momento con lui, ancora una volta per l’ultima volta.
Volevo una vita insieme.
Ciò che gli ho dato forse non è stato molto, ma posso dire di averlo amato oltre ogni sentimento esistente, inimmaginabile, oltre ogni forza trascendentale.Ciò di cui mi pento e che mi affliggerà l'anima, è che se solo avessi saputo fin dall'inizio tutta la storia, gli avrei dato più ascolto e forse, non lo so, avrei potuto cambiare qualcosa?
Adesso sta scivolando tra le mie braccia.Solo che...non doveva andare così.
Quel che stavo facendo, quel che stavo dicendo, non potevano aiutarlo in quel momento.
Lottava ancora una volta con la parola morte senza più vita in corpo.
Strinsi gli occhi.
Sapevo che era la cosa più giusta da fare, quel che avrebbe voluto da me in quel momento.
Non ero riuscito a dargli una giusta motivazione per restare lì, come me, in questa esistenza, ma sarei riuscito a dargli la fine che meritava."Anche il cielo più luminoso ha deciso di spegnersi stanotte con te..."
Una spada infuocata mi stava bruciando la gola impedendomi di proseguire, un groppo troppo grande da mandare giù, un bruciore indescrivibile che mi ricordava secondo dopo secondo al punto in cui dovevo arrivare.
"Non voglio il tuo perdono, resterò solo quí con te per accompagnarti nel tuo ultimo passaggio.
Lasciami solo portare la tua anima in me, lasciami sopportare il dolore che tu hai portato fino ad ora…solo…. lasciamelo fare.
Il mondo si è diviso in due: quel che era prima di te e quel che è stato con te, ed è in questo secondo che vivrò.
Non scriverò nessun altro capitolo della mia vita, resterò quí, incastrato in un limbo di ricordi fatti di te, di noi, di cui mi nutrirò giorno per giorno per sopravvivere".Il respiro si ruppe e la voce mi tremò.
"Vai amore mio...puoi andare adesso se vuoi. Ti terrò quí tra le mie braccia, ma ti prego, non soffrire più..."
Strinsi ancora una volta gli occhi.
Posai sulle sue labbra un bacio leggero ma con tutto quel che provavo per quell'angelo che aveva ridato un senso alla mia vita privandosi della sua."TI AMO".
Lo strinsi con tutta la forza che mi rimase in corpo, esausto, lasciandomi andare dolcemente con lui, abbandonando il mio corpo di fianco al suo per riposare ancora una volta accanto al suo ormai immobile.
|| FELIX POV ||
Era riuscito a far suo il mio dolore, liberandomi da quella catena che mi ha tenuto per anni intrappolato sul fondo della mia anima.
Sentii ogni parola come una richiesta disperata di restare, anche se ciò che uscì dalla sua bocca, fu l'opposto.
Stava solo cercando di accettare il fatto che stessi morendo.
Erano parole che in realtà non pensava veramente.
Sentii anche le sue labbra calde sulle mie fredde e desolate.
Riuscì a portare in quel modo in me, un pezzo della sua anima, arrivando nel mio corpo come una coltellata al cuore.Quando mi strinse tra le braccia, lì in quel momento, credevo di poter trovare la forza per cambiare la mia vita, perché dopo aver conosciuto per pochi secondi la morte, capii che questa fosse semplicemente una signora vestita elegante che aveva deciso di fare della mia vita il suo dono più grande, mettendomi giorno dopo giorno alla prova.
In ogni forma mi si presentò e in ogni forma la affrontai rimanendo semplicemente me stesso, armato di sorrisi e gentiletta, tenacia e forza, dolcezza e serenità, equipaggiato fino ai denti per difendere ciò che finalmente avevo trovato in quel suo tormento.
Non ha mai voluto fare di me il suo gioco, mi ha semplicemente mostrato che anche nell’inferno esisteva un paradiso.
Non eravamo noi ad essere e a dover cambiare, era solo il mondo che ci circondava a doverci guardare in modo diverso.Questa era la risposta.
Questa era la chiave per continuare a vivere.
Strinsi debolmente il braccio di chi stava cercando in tutti i modi di salvarmi.
Era l'unico aggancio, l'unica possibilità che avevo per restare."Hyun...." Riuscii a fiatare.
"Amor-"
"Jun....Ho-n-g" sforzai a fare uscire il fiato per comporre quelle parole
"Chiamali".Persi i sensi.
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Deep Love Untold
Chick-Lit"Se nascondere ciò che proviamo, è l'unico modo che ci resta per lasciar vivere il nostro amore, allora sarà il segreto che tutti più ameranno e manterranno al mondo. E' un segreto che sveleremo con i nostri sguardi, lasciando che siano i nostri occ...