Con o Senza di Te

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|| HYUNJIN POV ||

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|| HYUNJIN POV ||

Hai perso ancora...possibile che non riesci mai a fare qualcosa di giusto? A quest'ora dovresti stare su un palco con il tuo gruppo, in mezzo a migliaia di fan, invece ti trovi qui, per di più da solo...stai buttando la tua vita come hai sempre fatto.

Mi ripetevo.
E ancora:

Anche Felix ha preferito morire e abbandonarti, non eri abbastanza per lui non sei stato nemmeno in grado di amarlo, è morto, è morto e tu stai qui senza fare niente...sei un fallito!

La voce non mi dava pace, era un tormento continuo, assillante e sfiancante che però sapevo di meritare, perché tutto ciò che diceva, era la pura verità.
Guardava l'enorme struttura di ferro davanti a me: sei così piccolo e insignificante, così debole e instabile a suo confronto.
Le sere precedenti erano state miti, quasi calde, il che era anomalo dato che ormai fosse fine settembre.

Questa invece, si aprì come una notte fredda, vento gelido aveva deciso di incombere sulla città, costringendo le persone a restare nelle loro case con i camini accesi.

"Ti fai vivo proprio quando decido di uscire? Mi stai facendo compagnia ?"
Chiesi al freddo volgendo il viso verso il cielo grigio di Parigi.
Pensai che anche l'universo avesse deciso in qualche modo di prendermi in giro, rendendomi ancor più fragile e impotente di quanto non fossi.

Non avevo mai sopportato il freddo.
La cosa più strana però fu che anche lì, in quell'angolo circondato da palazzi, sentivo soffi gelidi arrivare da ogni direzione, il che era strano data la forma a barriera che i muri creavano, avrebbero dovuto bloccarne il passaggio...
Mi arresi dal cercare riparo e ripresi a muovere i miei passi attorno alla torre, tenendo lo sguardo fisso su questa.

Le mille lucine che si accendevano e spegnevano in momenti differenti, facevano sembrare che fosse ricoperta da un manto fatto da milioni di miliardi di stelle.
Solitamente quello spettacolo mi avrebbe affascinato e probabilmente avrei scattato una foto, ma da quando ero arrivato, non sono più riuscito ad emozionarmi per nulla.
Non riuscivo a cogliere la bellezza nelle innumerevoli cose che mi circondavano, era tutto morto da quando la cosa più bella che avessi mai visto e amato, si era volatilizzata, spinta fuori con le mie mani dalla mia vita.

Le ultime persone rimaste in zona, stavano piano piano tornando alle loro case.
"Almeno loro hanno qualcuno che li aspetta... qualcuno da cui tornare".

Quelle parole presenti nella mia mente avevano trovato la via per uscire, e lo fecero in modo così spezzato, interrotto che sembravano quasi che uscendo il vento le avesse congelate e costrette a raggrupparsi per non morire sul nascere.
Ed eccolo, un nuovo soffio, più freddo rispetto gli altri, mi colpì proprio dietro le spalle costringendo il mio corpo a reagire.
Afferrai entrambi i lembi del colletto della giacca e li tirai sù per proteggere il collo esposto.

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