Sono così presi dal discorso che non si accorgono che l'orologio appeso al muro del locale sta per segnare le due finché non sono gentilmente invitati ad uscire da una cameriera che fatica in modo evidente a sorreggere le palpebre. Per sua fortuna, Freddie spunta in fretta la discussione in merito a chi spetti pagare e sulla via del ritorno si riprende a parlare dell'argomento più interessante.
"Vedere dal... vivo... ‒ si può dire? ‒ i ballerini che hanno fatto la Storia, poter imparare da loro... Dio mio, addirittura collaborare!"
"Si dice vedere in costanza:" Specifica Freddie scandendo le parole: ormai gli è diventata un'espressione comune e usatissima, ma è altrettanto normale che Michael arricci il naso. "Uno spettacolo in cui il pubblico si trova nel tuo stesso luogo e tempo è in costanza. E sì, come ti dicevo prima, puoi fare entrambe le cose... a patto di trovare il coraggio: io non ce l'ho!"
Non più, almeno. Dopo il passaggio, non ha più osato una follia del livello di chiedere a Montserrat Caballé di interpretare un suo pezzo. Le occasioni non sono mancate... ma l'ardire sì: perfino quando ha scritto il brano per Marilyn ha chiesto espressamente che fosse un assolo di lei. Quanto a Edith, è rimasta uno di quei sogni proibiti. Forse il trauma prima e gli anni poi gli hanno tolto l'avventatezza di quando era vivo... Un'ipotesi che condivide solo in parte con Michael, rispondendo alla sua richiesta di chiarimenti in merito ai colleghi con cui ha duettato o no.
La limousine che li riporta verso il ranch ha i vetri oscurati, ma offre una perfetta visuale delle strade illuminate a giorno. A Los Olivos, l'orario non diminuisce certo la frequentazione del centro e in diversi si girano al loro passaggio, esprimendo eccitazione o invidia nei gesti e negli occhi. Ragazzi e ragazze, nessuno significativamente più giovane degli altri né che spicchi per qualche motivo nella folla anonima.
Tranne quello che hanno appena superato in direzione opposta.
Benché inesperto in merito, Freddie in realtà ha notato prima la moto. Costretta come loro a procedere a passo lento lungo la via intasata, ringhia impaziente e nervosa e ha suscitato in entrambi un moto di stizza. Sia lui che Michael hanno alzato uno sguardo irritato verso il centauro spaccone e il suo veicolo è passato in secondo piano, almeno per Freddie.
Si nota di più il contrasto.
Lui cavalca da solo una motocicletta a due posti, con il motore, o comunque le parti meccaniche a vista, mentre la ruota posteriore è coperta come quella di un'auto, consentendo di identificare il mezzo come probabilmente di colore nero. In tinta sono la canotta e i pantaloni di pelle che indossa e l'inchiostro di ampi tatuaggi su braccia, petto e schiena; polsi, collo e dita sostengono una quantità incredibile di metallo, nella forma di collanine, braccialetti e anelli. Viene spontaneo chiedersi come faccia a reggerne il peso, figuriamoci a tenere in equilibrio quel mostro a motore.
Perché è così... piccolo.
Basso, non esageratamente, ma di certo non un vichingo. Senza un filo di grasso, ma neanche di muscoli: le mani che stringono il manubrio sono sottili e ossute, le braccia tese nervose, le spalle strette sotto il collo lungo. I capelli biondi gli ricadono sul viso in ciocche studiatamente scomposte, per nascondere e mostrare a tratti gli occhi scuri sottolineati dall'eyeliner e le labbra rosse e piene.
Ci vuole qualche secondo perché Freddie realizzi che si sta leccando le sue. Il dito è andato automaticamente sul pulsante che abbassa il finestrino. Lancia un'occhiata in tralice a Michael, che non si è accorto di nulla e sta ancora parlando, ignaro. Non può inventare una scusa per piantarlo in asso, ma in fondo, che bisogno c'è? Può dire tranquillamente la verità, non farebbe niente di male...
E' allora che arriva.
"Freddie, che ti succede?! Ti senti poco bene?! Hai bevuto troppo?!"
La voce del collega gli giunge ovattata, distorta, come se parlasse attraverso l'acqua o con le mani premute sulla bocca. Michael si alza dal divanetto di fronte a lui e gli si siede accanto, vicino abbastanza da toccargli la coscia con la sua, fa per cingergli le spalle con un braccio. Freddie salta indietro per ritrarsi dal contatto e finisce per scivolare dal sedile, cadendo malamente di lato e sbattendo la schiena contro il bordo. Sarebbe già di per sé un colpo abbastanza forte da far male nonostante l'imbottitura, ma è piuttosto sorprendente averlo sentito in quelle circostanze.
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Round The Corner
FanfictionCapodanno 2010. Dopo 18 anni, Jim è sicuro di ritrovare Freddie, ma l'aldilà si rivela parecchio diverso da come gliel'avevano descritto in seminario da ragazzo. Grafica del frontespizio by @AnnaChierici9