"Ahghngh..."
L'istinto lo spingerebbe a urlare come un animale ferito e invece deve serrare le mascelle e cercare in tutti i modi di reprimere il minimo suono. Joe e Frank stanno chiacchierando serenamente in salotto e Ted e Keith potrebbero rientrare da un momento all'altro. Sa perfettamente cosa succederebbe se lo sentissero. Dopo diciotto anni, conosce a memoria gli sguardi empatici, potrebbe recitare alla lettera gli incoraggiamenti a resistere, a stringere i denti, alternati ai ritornelli ricorrenti "dai, che poi passa" e "tanto, che alternativa hai?". Gli hanno sempre fatto bene, lo hanno rassicurato, giustificato.
Illuso.
Stavolta è diverso e forse per questo il dolore è ancora più atroce. Forse perché si è intensificato più lentamente o forse perché lui è caduto più in basso del solito, anche se non ha idea di cos'avesse quel tizio di peggio di tutti gli altri. Anzi, sì.
Freddie ha perso il senso del tempo. Non saprebbe dire che ora è, né da quanto se ne sta chiuso in camera: le tende chiuse gli garantiscono un'oscurità totale che lo isola alla perfezione. E il suo corpo non gli fornisce elementi a sufficienza per capirlo. O gliene fornisce troppi.
E' immerso in un lago di sudore gelato, che inzuppa ogni superficie permeabile con cui viene a contatto: il pigiama scolorito che indossava, le lenzuola felpate che sembrano tessute con l'ortica, i capelli arruffati e pieni di nodi e il cuscino sulla cui federa si è stampato un alone unto. Del resto, deve aver tenuto per altrettanto tempo la testa poggiata dalla parte dei piedi. Nonostante il riscaldamento acceso, i brividi lo fanno sussultare, penetrandogli fin nelle ossa. Eppure, il suo corpo brucia. Il contatto con la stoffa potrebbe essere quello con uno strato di lava. Ogni centimetro di pelle sembra sfregato da un carbone ardente, o piuttosto trafitto da una lama incandescente che affonda nella carne martoriata e intonsa. Una volta, dall'altra parte del sipario, suo padre avrebbe detto che Indra in persona si era insinuato nelle sue membra, ma Freddie è assolutamente certo che, se mai le sue sensazioni dovessero prendere la forma di un daeva, quello sarebbe Aka Manah. E non per le ragioni che adduceva allora Bomi. Un paragonabile strazio fisico non l'ha mai sperimentato prima di passare: neppure negli ultimi giorni, quando i sarcomi lo ricoprivano ormai completamente e la morfina faceva effetto solo a dosi sempre più massicce.
Diciotto anni dopo, dovrebbe quasi esserci abituato.
Nessuno gliene ha mai spiegato esplicitamente la causa, anche se Freddie è certo che parecchie persone che conosce ne sarebbero capaci. Non ha bisogno né desiderio di una spiegazione. Non servono studi approfonditi per capire che c'è una connessione con il modo in cui ha scelto di trascorrere la notte. E' successo ogni singola volta da quando è passato e sempre nello stesso modo. Ogni volta che ha cercato di anestetizzare il dolore più grande.
Come sempre, la mente annebbiata dal dolore si chiede confusamente perché mai quella condizione non sia perpetua. Nel corso degli anni, ha chiesto spiegazioni agli amici più cari, i pochi che ancora considera tali; ma si tratta di una domanda troppo intima perché possa essere posta direttamente. Joe è l'unico con il quale è mai riuscito ad essere più esplicito, ma non ha molta più cognizione di lui stesso.
La sua sola certezza è che tutto questo è giusto. Lo ha sempre saputo, ma ora ne ha una cognizione in qualche modo più chiara, più nitida. L'ultimo episodio analogo è avvenuto pochi giorni fa: gli spasmi l'hanno colto in aereo, mentre tornava da un concerto di Natale a Edimburgo. Il copione della giornata era stato molto simile: la folla in delirio, l'adrenalina da sfogare, un groupie dal viso scialbo, ma dal bel fisico, che riesce a dribblare la security, in questi casi piuttosto compiacente su sua disposizione, e a raggiungerlo nel backstage, la sua suite troppo spaziosa, troppo lussuosa e troppo anonima. Qualche ora dopo, era arrivato il conto. Puntuale come oggi e come sempre da diciotto anni. La vergogna brucia tuttora se pensa di aver avuto bisogno di aiuto per sbarcare dall'aereo: uno steward l'ha sorretto, mentre Mick lo teneva letteralmente fermo per impedirgli di smaniare dal dolore e colpire qualcuno. Ancor peggio, tutti i presenti hanno potuto intuire cosa gli stava succedendo.

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Round The Corner
FanfictionCapodanno 2010. Dopo 18 anni, Jim è sicuro di ritrovare Freddie, ma l'aldilà si rivela parecchio diverso da come gliel'avevano descritto in seminario da ragazzo. Grafica del frontespizio by @AnnaChierici9