My life in flames my tears complete the pain
We fear the end, the dark as deep as river bed
My book of life incomplete without you here
Alone I sit and reminisce
Sometimes I miss your touch, your kiss, your smile
And meanwhile you know
I never cry'
Cause deep down inside
You know our love will never ever die
Sweetbox, Everything's Gonna Be Alright
Le ore successive corrono veloci eppure, al contempo, sembrano scorrere con lentezza esasperante.
Cerco di rimanere presente a me stessa tuttavia, se non ci fossero i due diplomatici e Kitty a sostenermi, non riuscirei ad imbarcarmi sul primo volo in partenza per Tel Aviv né a raggiungere lo Sheba Medical Center dove Guglielmo giace esamine in terapia intensiva in seguito a un delicato intervento volto a ridurre il trauma provocato dall'onda d'urto dell'esplosione.
Elisa non ha potuto prendere parte all'operazione ma non si allontana più del dovuto dal corridoio adiacente il reparto.
‹‹Tutti questi mesi passati a farci di nuovo la guerra›› mormora dopo avermi abbracciata ‹‹Credevo che fosse un nostro diritto avere un figlio, anche solo per tutti gli anni in cui non siamo stati sicuri di voler stare insieme››.
La ascolto eppure non sono del tutto presente a me stessa.
‹‹E invece adesso non so cosa darei per riaverlo indietro come prima›› esclama ‹‹Perché senza Mino niente sembra avere più senso››.
Il mio sguardo va alle macchine a cui mio fratello è attaccato.
Il suo volto tantosimile a quello di nostro padre è quasi del tutto coperto dalle bende, le suemani forti bucate da aghi e sensori, il suo sguardo penetrante nascosto sottole palpebre chiuse da un sonno senza sogni.
‹‹Mi hanno detto che ha fatto scudo a una famiglia›› riferisco ‹‹Si sa nulla sulle loro condizioni?››
‹‹I genitori non ce l'hanno fatta, le ferite erano troppo gravi›› mi informa mia cognata ‹‹La bambina, invece, è illesa ma non parla, forse per lo shock subìto››.
Mi porge un sacchetto che contiene, repertato per delle analisi probabilmente, un nastrino da polso su cui si legge una scritta sbiadita:
Yael
Un'orfana, come me. Ma io avevo Mino.
‹‹Pensate possa essere il nome della piccola?›› chiedo ‹‹Quanti anni ha, di preciso?››
‹‹Non lo sappiamo con certezza›› replica Elisa ‹‹Forse si chiama così, forse ha cinque anni e mio marito potrebbe non farcela...››
Scoppia in singhiozzi convulsi e io non riesco a fare altro che passarle un braccio intorno alle spalle per sostenerla, fisicamente e non.
Io stessa sono tanto sconvolta da non realizzare l'accaduto, né dove mi trovo.
Non bado alla sollecitudine sconfinante nell'invadenza dei membri della famiglia Benedetti arrivati alla chetichella né all'aria greve di Bruno che mi informa di essere riuscito a posticipare le scadenze professionali, annullando il resto dei miei impegni o a Carolina che si dice pronta a precipitarsi nonostante l'ostilità perdurante di mia cognata e neppure a Franz, il quale tenta di tirarmi su il morale in ogni modo.
Perché, contro ogni speranza, sto aspettando.
Che tutto questo si riveli solo un incubo, che mio fratello si svegli, che una voce dal marcato accento british mi comunichi che andrà tutto bene.
‹‹I came as soon as I knew››.
In tenuta da viaggio, la folta chioma corvina spettinata, i profondi occhi scuri colmi di ansia e aspettativa,Thomas Bertrand si è infine materializzato a pochi passi da me e io, incurante di tutto il resto, volo tra le sue braccia, anelando la sua stretta sicura più di ogni altra.
‹‹Potrebbe non risvegliarsi più›› sussurro in preda all'angoscia. ‹‹Potrebbe morire››.
‹‹He's strong, Georgiana, everything is gonna be alright›› mi rassicura dolcemente e io mi aggrappo a queste parole come un naufrago ad uno scoglio in mezzo al mare.
‹‹You need to rest›› sentenzia Thomas ma scuoto la testa: ‹‹Non voglio allontanarmi troppo››.
‹‹Some coffee, then?›› propone e finisco per accettare, dopo essermi assicurata che Elisa sia al capezzale del marito.
La caffetteria dell'ospedale è semi deserta a quest'ora.
‹‹Non è come quello di Antigua, ma ce lo faremo andare bene, I suppose›› ironizza il mio britboy preferito, accennando all'espresso in tazza grande che ci hanno servito e strappandomi un timido sorriso, il primo da quando ha avuto inizio tutto quanto.
‹‹What happened?›› chiede.
Faccio un respiro profondo prima di aggiornarlo: ‹‹Un kamikaze all'inaugurazione di una scuola. Mino si trovava lì per caso, solita attività di rappresentanza. Ha fatto scudo a una famiglia, rimanendo travolto dall'onda d'urto. Non è comunque servito a molto, considerando che i genitori sono morti entrambi per le ferite riportate lasciando orfana una bambina di circa cinque anni›› riferisco ‹‹Di lei si sta occupando mia cognata, io non sono ancora andata a farle visita. In realtà, è la prima volta che mi allontano tanto dal reparto. Non voglio essere troppo lontano nel caso, sai, in cui Mino si svegliasse››.
Allungo le dita a cercare le sue e Thomas mi asseconda, prendendo la mia mano tra le sue.
‹‹Non riesco ad immaginarmi un mondo senza Mino. C'è sempre stato per me da quando sono nata, è stato lui a dirmi che mamma e papà erano morti, che avremmo dovuto trasferirci ma lui non mi avrebbe mai lasciata. Ed è stato così, in effetti, perché anche se abitiamo a chilometri di distanza, mio fratello riesce sempre a farmi sentire la sua presenza››.
Ci teniamo per mano. In altre circostanze ne sarei imbarazzata però al momento non c'è posto per nulla se non per la gratitudine.
Sono grata per l'amore che provo e per quello con cui sono ricambiata.
Appoggio la testa sulla spalla di Thomas, che mi stringe a sé.
‹‹Quanto ti tratterrai?›› domando.
‹‹Per tutto il tempo necessario. You won't be alone, Georgiana›› replica lui e io mi ritrovo a pensare che non ci sia parola più bella del mio nome pronunciato dalle sue labbra, con il marcato accento british ormai familiare per cui il mio cuore salta puntualmente un battito. Eppure non posso fare a meno di pensare che, seppur sembri essere tutto diverso, in realtà non è cambiato niente.
‹‹Dove alloggerai, Tom?›› lo interrogo con cautela. ‹‹Come farai a gestire la compagnia, tuo zio e tutto il resto?››
‹‹Franz mi ha dato le chiavi del suo appartamento a Neve Tzedek›› mi aggiorna ‹‹Penserà lui a tutto, compreso Archibald, che ha comunque le ore contate prima di essere catturato dall'Interpol››.
Provo ad obiettare ma vengo silenziata da un bacio a tradimento che, però, interrompo subito.
‹‹Non baciare mai una donna per farla tacere›› intimo a Thomas ‹‹Baciami solo se intendi farlo davvero››.
Sembra pensarci su un attimo, poi esclama: ‹‹Deal›› ansioso di riprendere da dove avevamo un interrotto.
E io, che non ho più obiezioni da muovere, smetto di preoccuparmi almeno per un attimo di ogni altra cosa che non siano le sue labbra sulle mie.
Spazio autrice
In realtà non ho domande da fare, aspetto solo le vostre impressioni ;)
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Clair de Lune - Austenland Revisited Series #2 [COMPLETA]
ChickLit[COMPLETA] Georgiana Mattei è una pianista concertista di fama internazionale e un'ambientalista convinta. Thomas Bertrand è il CEO di una multinazionale tra le più inquinanti del pianeta e un mecenate melomane. A unirli solo un progetto di benefice...