3. Challenge accepted

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Esistono solo le ossessioni,

e intanto il tempo le ha rese più vere di noi.

Nadia Terranova, Addio Fantasmi

Bruno aveva ragione.

Dall'annuncio dell'ingaggio per il concerto alla Royal Albert Hall non mi sono fermata un attimo, cavalcando l'onda di adrenalina derivante dal successo del tour britannico.

È naturale, quindi, che nella data fatidica il nervosismo sia alle stelle.

Ogni cosa, soprattutto stasera, dovrà essere perfetta ma poiché la perfezione è pressoché irraggiungibile, il timore che qualcosa vada storto non mi lascia dormire. O mangiare. Oggi ho piluccato a stento un'insalata, sotto lo sguardo preoccupato dei miei collaboratori che temono uno svenimento. Data la situazione, un crollo nervoso è più probabile, ne ho la certezza quando mi pare di sbagliare ogni sonata, anche quelle che conosco meglio, per cui mi interrompo all'improvviso facendo un respiro profondo per calmarmi.

Il mio agente intuisce il mio disagio, perciò raduna gli altri e li prega di uscire per concedermi un momento da sola con me stessa.

‹‹Cinque minuti, ragazza mia, ti diamo cinque minuti›› esclama e io gli rivolgo un cenno del capo, grata.

Il proposito di calmarmi potrebbe considerarsi quasi riuscito quando sento bussare alla porta.

‹‹Un momento e sono pronta›› dichiaro, dando le spalle alla porta del camerino.

‹‹Sono contento di saperlo, miss›› esclama una voce dal marcato accento british che speravo di non ascoltare questa sera.

Mi volto nella sua direzione, trovandomi di fronte Thomas Bertrand.

L'industriale mi rivolge un ghigno compiaciuto, da cacciatore che è riuscito a stanare la preda.

‹‹It's really you, then›› mormora.

‹‹Sir Bertrand›› prendo atto della sua presenza ‹‹Cosa ci fa lei qui?››

Il novello baronetto ignora la mia domanda, tendendomi invece la mano destra e capisco che vorrebbe riprendere esattamente da dove l'ho lasciato, quella sera a Central Park, con una mancata presentazione e una mano da stringere. Così, seppur a malincuore, lo faccio.

Thomas Bertrand ha una presa forte e salda, al pari della mia. Cerca i miei occhi con i suoi mentre le nostre mani si incontrano, rimanendo l'una nell'altra un istante più del necessario.

‹‹Mi hanno detto che potrò ascoltare una pianista piuttosto dotata, perciò sono venuto ad accertarmene di persona›› mi prende in giro ‹‹È un piacere fare la sua conoscenza, miss Georgiana Mattei››

Dovrei replicare con una frase di circostanza, tuttavia vengo salvata in corner dall'apparizione di Bruno, che annuncia sia quasi ora di andare in scena per poi lanciare un'occhiata significativa all'intruso.

Bertrand capisce l'antifona ma, giunto sulla soglia, si gira per un ultimo consiglio non richiesto:

‹‹In caso di incertezza, provi Clair de Lune di Debussy, visto che si tratta di uno dei suoi cavalli di battaglia››.

L'affermazione mi lascia di stucco, aprendo però una porta sul passato; d'un tratto ricordo la visita fatta con mia madre a Bertrand Park dove un'infelice ma gentilissima padrona di casa vide in me una straordinaria bravura al pianoforte in seguito all'esecuzione della stessa composizione del musicista francese. Quella donna era Jane Campbell Bertrand, la madre del baronetto il quale, nel frattempo, è sparito, lascando il posto alla mia migliore amica.

Clair de Lune - Austenland Revisited Series #2 [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora