27. You were my town, now I'm in exile seein'you out

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I think I've seen this film before

And I didn't like the ending

You're not my homeland anymore

So what am I defending now?

You were my town

Now I'm in exile, seein' you out

I think I've seen this film before

So I'm leavin' out the side door

Taylor Swift feat Bon Iver, Exile

Mi occorrono alcune settimane di intenso lavoro, eppure la musica ispirata dagli eventi del gala di beneficenza della Bertrand Foundation si rivela una carta vincente su cui puntare.

Consegno le partiture, ricevendo il plauso del regista, che sostiene di essere molto soddisfatto.

È l'ultima riunione alla casa di produzione prima del rilascio del documentario sulla piattaforma streaming che ne ha acquistato i diritti. È stata pure fissata una première a Londra, il mese prossimo, a cui sono stata invitata anche se non penso di andarci.

Tyler Cole, produttore piuttosto celebre a Hollywood, mi affianca uscendo dalla sala: ‹‹Good job, Mattei›› si complimenta.

‹‹Thanks, sir›› lo ringrazio, osservandolo poi allontanarsi lungo il corridoio per andare incontro a una donna la cui faccia non mi è nuova.

Occhi color caramello in pendant con una chioma resa della stessa tonalità grazie a evidenti trattamenti di schiaritura, la tipa in questione non sembra felice di vedere Cole, non più di quanto lo sia lui, che infatti chiede:

‹‹Cosa ci fai qui, Anna?›› La cadenza statunitense con cui la frase viene pronunciata mi appare in netto contrasto con l'affascinante accento british caratterizzante la voce di Thomas nel rivolgersi a me.

‹‹Sono venuta a ricevere le scuse per il tuo comportamento›› replica lei, con atteggiamento di sfida ‹‹Con la promessa che rispetterai i patti, senza ulteriori conseguenze››.

‹‹Non c'è nulla di cui debba scusarmi, è così che tratto quelle come te›› ribatte Cole con disprezzo ‹‹E di certo non mi faccio dire cosa fare››.

‹‹Quelle come me?›› ripete la donna, aggressiva.

‹‹Le viscide arrampicatrici che si illudono di poter manipolarmi a piacimento›› esclama Cole. ‹‹Ma abbiamo ottenuto entrambi ciò che volevamo, no? Tu la produzione di una serie tv tratta dai tuoi romanzi, io un progetto interessante e potenzialmente redditizio da finanziare. A basso costo, peraltro, perché i tuoi collaboratori non sono in gamba come credono di essere. Ti hanno svenduta, a riprova di quanto poco tu valga››.

Seppur non coinvolta nella discussione, mi sento in dovere di intervenire:

‹‹Credo che dovrebbe smetterla e scusarsi con la signorina››.

Cole non mi degna di uno sguardo: ‹‹Ne stia fuori, la signorina è in grado di difendersi da sola››.

‹‹Nessuno ha chiesto il suo aiuto›› concorda lei.

‹‹Questa donna sarebbe capace di vendere la madre pur di ottenere un attimo di gloria›› commenta il produttore, sprezzante. ‹‹Anzi lo ha già fatto, con quel che rimaneva della sua eredità››.

Clair de Lune - Austenland Revisited Series #2 [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora