il piccolo josh

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Dopo un paio d'ore ritornammo a casa, <eccovi finalmente, vi aspettavamo per il pranzo>, disse james, ci sedemmo a tavola e mangiammo la pasta, <oggi arrivano le nostre madri, quindi, puliamo un po la casa> disse bill, tutti annuimmo, subito dopo aver pranzato ci misimo a pulire, james e bill pensarono al salone e io passai alla mia camera feci il letto sistemai i vestiti, e mentre spolveravo qualcuno aprì la porta, era tom, <hai fatto?> mi chiese, <si, do un'ultima spolverata> dissi, <e se invece di spolverare stai con me>, disse prendendomi dai fianchi, attirandomi a lui, mi baciò, un bacio caldo e passionale, finimmo nel letto, io sopra di lui, dalla bocca si spostò al collo, lasciandomi dei segni troppo evidenti, non ci pensai molto, adoravo quella sensazione, quella di essere solo sua, solo sua, e di essere protetta, le mani scendevano un pò troppo in giù, io lo fermai, <tom... io non>, <ei, tranquilla, non faccio nulla senza il tuo permesso> disse, io lo baciai, e poi mi sdraiai affinco a lui, <hai mai pensato a come faremo quando io sarò a Londra?> <in realtà no, ma cercheremo di stare in contatto, e verrò a trovare tutti i weeknd> , <prenderesti ogni weeknd l'aereo?>, <certo cherry, per te questo e altro> disse posandomi un bacio sulla fronte, <Miriam! Mamma è qui!>, james entrò in camera,< arriviamo> dissi alzandomi, seguita da tom, <mamma!> dissi abbraciandola, <Miri, amore mio, mi sei mancata, hai saputo la notizia, Francesco è stato rilasciato>, <si mamma, lo so,..>, <Stai tranquilla, con il mio avvocato, risolveremo tutto>, <mamma, è scappato, non c'è niente che possiamo fare, ora godiamoci l'estate> lei mi sorrise, e mi diede una pacca sulla spalla.
Eravamo tutti riuniti a tavola per la cena ormai, mia madre e Simone parlavano del loro viaggio per lavoro, e di quanto erano felici di stare di nuovo insieme dopo tutti questi anni, la cena finì e noi ragazzi ci sedemmo sul divano per la serata film, come tutte le sere ormai.
Ero rannicchiata con la testa sopra il petto di tom, ormai quasi addormentata, il film stava ancora continuando ma la mia stanchezza si faceva sentire, e così mi lasciai trasportare nel sonno.

Era mattina, mi ritrovai stesa nel letto, con tom abbracciato a me, presi il mio telefono appoggiato sul comodino e lo accesi, 10 del mattino, questo segnava, la fame si faceva sentire, quindi cercai di svegliare tom, <tom, tom!>, <buongiorno cherry> disse sbadigliando, <andiamo a fare colazione che ho fame> dissi <ok, ma prima bacino> disse per poi darmene uno, subito dopo ci alzammo e andammo a fare la colazione.

Tempo dopo...

Il tempo passava, in fretta, è l'ansia per l'abbandono si faceva sentire, eravamo quasi a settembre, e tra due giorni era il compleanno dei gemelli, non smettevano di ripeterlo, erano insopportabili, io e james eravamo esausti, ovviamente avevamo organizzato una festa a sorpresa per loro, in un locale.
<indovina chi festeggia il compleanno tra meno di 48h>, ed eccolo lì, che saltellava come un bambino, tom, <sicuramente non tu> dissi scherzando, <mancano 48h!> ecco anche l'altro gemello, appoggiai una mano nella fronte in segno di pietà, e james fece lo stesso, <è una settimana che continuate mi farete venire il mal di testa> dissi, i gemelli risero, <io e james usciamo, ci vediamo dopo> disse bill prendendo dal braccio mio fratello, ignaro di questa uscita, e uscirono, <siamo soli> disse tom, <no, ti ricordo che ci sono le nostre madri chiuse nello studio a lavorare> dissi, <andiamo al mare, voglio godermi l'estate con te, prima che te ne andrai> a queste parole mi rattristii un po, mi ero affezionata a tom, anche se non dovevo, ma fino a ora non mi aveva mai tradito o fatto qualche torto, forse è quello giusto, ormai lo amo alla follia, quel rasta, che potrei distinguere tra mille, presi la mia borsa e uscimmo.

Arrivati nella spiaggia, ci rillassammo uniti, seduti uno affianco all'altro, guardando il sole calare piano piano, all'improvviso, sentii dei pianti, <tom, li senti anche tu?>, <si, da dove viene?>, ci alzammo per dirigersi verso il suono, era dietro gli scogli, mi allungai per vedere, e vidi un bambino, <ei, stai bene?>, il bambino girò lo sguardo verso di me, ma non disse nulla, <tom, è un bambino> dissi, lui mi fece cenno di farmi spazio e salì sopra gli scogli, ora si trovava insieme al bambino, gli diceva qualcosa, ma non riuscivo a sentire, poi ritornarono tutti e due, <ciao piccolo, come ti chiami?> dissi pullendoli le sue manine morbide, <josh> disse con poca voce in gola, <bene josh, andiamo aprendere un gelato come ti avevo detto> disse tom prendendolo sulle spalle, lui fece un bel sorriso, così ci dirigemmo verso la gelateria più vicina, <tre gelati, uno al cioccolato, uno alla vaniglia, e uno al pistacchio> presimo i gelati e ci andammo a sedere in una panchina, <josh, dove sono i tuoi genitori?>, <io, io non voglio andare da loro, mi voglio far stare in ospedale, io non voglio!> guardai tom confusa, <che ne dici se andiamo lì con te?>, dissi, <dopo starai li con me?>, io annuì e lui accettò, ci dirigemmo verso l'ospedale, <salve abbiamo con noi un bambino di nome josh, non sappiamo il nome dei suoi genitori, ma sappiamo che è sotto le vostre cure> disse tom, <si, un bambino è scappato poco fa, josh wul> disse la infermiera, <josh!> un urlò ci fece girare, era una donna sulla trentina, alta bionda, con un fisico snello, corse verso di noi e abbracciò josh, <oh mio dio, non scappare più, mi hai fatto preoccupare!> disse la donna dandoli leggeri baci sul viso, poi alzò lo sguardo verso di noi, <mamma, questi sono dei miei amici, hanno detto che resteranno con me a farmi compagnia> disse il piccolino indicandoci, <ciao, grazie di tutto ragazzi, seguitemi pure> disse la donna per poi portarci nella stanza di josh, giocammo un paio d'ore, ormai era ora di cena, e il piccolo si addormentò, così io e tom sfiniti fecimo per andarcene, ma la donna ci fermò, <grazie di tutto ragazzi, avete davvero un cuore d'oro> disse, <non c'è di che, più che altro, che problema ha josh, sembra molto triste> dissi, la madre fece un sospiro e parlò, <josh ha un tumore al cervello, gli rimane due mesi circa> disse con gli occhi lucidi, <ci dispiace davvero tanto, è un bambino così bravo e simpatico, lei è una brava madre, tenga il mio numero, ci chiami se succede qualcosa> disse tom porgendole un biglietto, la donna ci ringraziò e noi ce ne andammo a casa.

insieme - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora