l'inizio

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Tutto iniziò da due ragazze, molto unite, erano migliori amiche da anni ormai, si erano conosciute al liceo, e da lì diventarono inseparabili, hanno affrontato liti e cuori infranti insieme, ma anche qualcos'altro, il 17 gennaio Simone  una delle due amiche, scoprì di essere incinta, la mattina stessa lo disse alla sua amica Rebecca, erano felicissime, se solo sapessero chi fosse il padre, ma si erano promesse di aiutarsi a vicenda.
Poco dopo il 25 gennaio Rebecca, girava nelle strade di Berlino, era sera, e sola, inseguita da un ragazzo, aumentò il passo in preda al panico e paura, poco dopo venne stuprata, quella notte, e nessuno poteva salvarla.
La mattina dopo disse tutto a Simone, in preda alla disperazione e pianti, il 4 febbraio Rebecca si svegliò con la nausea, insospettava di una gravidanza da qualche giorno ormai, così quella mattina fece un test che le confermò quel pensiero, andò a casa di Simone, in lacrime per dirle che era incinta, insieme decisero di tenere il bambino, e andarono avanti con la gravidanza insieme.

1 settembre
Simone andò in ospedale, seguita da Rebecca, quella mattina Simone partorì due gemelli, tom e bill, tutte e due erano felicissime, per la nascita dei due gemelli.

15 settembre
Esattamente due settimane dopo fu Rebecca ad andare in ospedale, e fu lei a partorire, altri due gemelli, james e Miriam.

Tutto andava bene, passarono due anni, i gemelli stavano insieme quasi tutti i giorni, ma Rebecca doveva andare a Londra per lavoro e si separò da Simone, rimasero in contatto, ma james e Miriam non videro più i gemelli.

15 anni dopo.. Londra

Miriam's pov

<Miriam! Ridammi gli occhiali da sole> era mio fratello, <Stai calmo sono solo degli occhiali>, <si degli occhiali da 150 euro, che tu romperesti in due minuti>, beh non aveva poi torto, gli ridai gli occhiali a cui tanto teneva e ripresi a fare la mia valigia, mia mamma voleva lasciare Londra, per l'estate, per andare da una sua vecchia amica a Berlino, credo si chiami Simone, dice che l'avevamo già vista quando eravamo piccoli, ma ora ho quasi 17 anni, non me la ricordo per niente.
Finii la mia valigia e andai in salone, <io sono pronta> dissi portando con me due grandi valige, <eh fortuna che dobbiamo stare solo per l'estate, se era per un anno ti portavi direttamente l'armadio> <james cosa ti lamenti se anche tu hai due valigie> lo zittii dopo tutto non avevo torti, <bene ragazzi andiamo> mia madre ci fece uscire e andammo in aeroporto.
Erano ore che aspettavamo e ancora non ci facevano salire a bordo, <mamma ma quando saliamo?> chiese mio fratello, <in realtà dovevamo salire 40 minuti fa>, <si avvisa la gentile clientela che per mal tempo i voli avranno un ritardo tre le 3 alle 5 ore, ci scusiamo per l'inconveniente>, ecco ci mancava solo questa, un ritardo, di ore e ore, sospirai dopo le parole dell'hostes, già non volevo partire, ora mi tocca pure subire un ritardo di ore in aeroporto, presi il mio telefono e le mie cuffie, passai il tempo guardando tiktok, e instagram, non sapevo cos'altro fare dopo tutto, sono bloccata in una sedia di ferro con due valige davanti alle mie gambe, mentre scorevo i vari video vidi due ragazzi, uno con dei capelli sparati in aria e con del trucco sugli occhi, e un altro con dei dread rannicchiati in una coda con sopra una fascia ed un cappello, aveva uno stile baggy e teneva in mano una specie di coppa, non ci feci caso e scorri in un altro video.
Passarono circa 4 ore, infinite ormai, e ci fecero salire a bordo, io con il posto vicino al finestrino ovviamente e mio fratello affianco a me, nostra madre aveva un posto davanti a noi, parlavamo tutto il tempo per la noia, io e mio fratello abbiamo un bel rapporto, andiamo quasi sempre d'accordo e ci aiutiamo a vicenda, sappiamo comunicare anche solo con sguardi, non ci serve parlare, avvolte litighiamo ma poi ci riuniamo perché sappiamo che non potremmo vivere l'uno senza l'altro.
Ed eccoci qui Berlino, <bene ragazzi allora ora verrà a prenderci un taxi privato, e ci porterà direttamente alla casa> entrambi annuimmo, seguivo mia madre verso l'uscita ed entrai verso quel taxi abbastanza grande, dopo quasi 30 minuto di viaggio arrivammo, si fermò in una villetta, stupenda, con un grande cancello, scesi e rimasi a bocca aperta per la bellezza della casa, mia madre bussò al campanello, e rispose una voce maschile, <sono Rebecca, siamo arrivati> disse, qualche secondo dopo il cancello si aprì, e noi entrammo, la grande porta bianca si aprì lentamente rivelando un volto famigliare.

insieme - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora