sorpresa

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Tornammo a casa, era tardo pomeriggio ormai, e sapere che domani sarebbe venuto bill, mi fece venire i brividi, e se portasse con sé tom, avrei dovuto rincontrarlo.

Il giorno dopo..

Qualcuno bussò alla porta e io andai ad aprire, vidi bill, ma nessuna traccia di tom, mi abbracciò, <come hai fatto a diventare bassa> disse prendendomi in giro, io risi, poi arrivò mio fratello, e iniziò un lungo bacio sdolcinato, riandai in camera mia, e ne approfittai per leggere un libro.
Il telefono squillò, era di nuovo un numero sconosciuto, <pronto?>
<sai, quella bella coda alta che hai ti sta bene> mi spaventai e andai verso la finestra
<dove sei!?> dissi continuando a osservare tutti i punti possibili, <proprio sotto i tuoi occhi> rispose, e un ombra uscì da un palo della luce davanti alla mia finestra, per la paura chiusi le tende, <nasconderti non servirà a molto Miriam> disse e chiuse la chiamata, basta, non c'è la faccio più, andai in bagno e mi sciaquai il viso, mi guardai allo specchio avevo una brutta cera, facevo fatica a dormire ultimamente, e la presenza di quello psicopatico non aiutava affatto, riandai in camera e aprii il cassetto del comodino, appoggiai il libro ma vidi qualcosa luccicare, la presi, era una lametta, quella che usavo, tanto tempo fa, la presi in mano, e mi salì la tentazione, <Miriam posso entrare?> qualcuno bussò alla porta, lanciai la lametta dentro il comodino, <si entra!> dissi, e bill entrò, <ti dovrei parlare> disse, abbastanza serio, lo feci sedere nel letto affianco a me, <che succede bill?>,
<si tratta di tom, non è cambiato, dalla tua partenza, e questo mi preocuppa>, non sapevo cosa dire, i miei occhi dicevano già troppe parole, <cazzo Miriam!, fai qualcosa, lui non mi vuole più parlare, sembra un morto vivente!, solo tu puoi salvarlo, rivoglio mio fratello, la persona che mi fa ridere, o che mi prende in giro, quindi ti prego risolvete sta faccenda!> urlò, presi anche uno spavento, <bill... io non so cosa dire, io...>, <tranquilla ho capito, dovrò solo resistere, con la speranza di recuperare mio fratello>, disse alzandosi verso la porta, <lui ti amava, ti ama> disse prima di chiudere la porta, lasciandomi tanti dubbi in testa, ero esausta non ne potevo più, appogiai la testa sul cuscino e chiusi gli occhi.

Bill's pov

<lui ti amava, ti ama> a queste parole uscii dalla stanza chiudendo la porta, dovevo  assolutamente risolvere questa soluzione, se non lo faccio io non lo farà nessuno.
Scesi di sotto da james e lo vidi perplesso, <qualcosa non va?> chiesi, <Miriam, è strana, in questi giorni sta molto attaccata al telefono, e riceve diverse chiamate, esce di meno, non parla quasi mai, è diversa> disse, <lasciale del tempo ha passato un periodo difficile, sono sicuro che tra un pò si riprenderà> dissi, anche se non ero sicuro.

Miriam's pov

Mi svegliai e vidi che erano le 18, scesi di sotto e vidi bill vedersi un film mentre james stava in chiamata, <Miriam!  ha chiamato Sofia vuole che vai a casa sua> disse james allontanando il telefono dal suo viso di qualche centimetro, Sofia era una mia amica, ci conoscevamo da quando mi sono trasferita a londra,<ora?>
Chiesi, <si ora!> rispose, mi misi le scarpe, e uscii di casa, feci la solita strada, ma davanti alla porta d'ingresso c'è scritto "non bussare, andare sul retro", feci come detto, andai sul retro, <Sofia! Dove sei?> nessuna risposta, sentivo solo dei rumori angoscianti, presi il telefono e la chiamai, <dimmi Miriam>
<Sofia non è divertente>
<di cosa stai parlando?>
<sofi mi hai detto di venire a casa tua!>
<no non lo mai fatto, non sono neanche a casa ora> a quella risposta mi spaventai, chiusi la chiamata e feci per andarmene, <Miriam! Ti è piaciuta la sorpresa?> una voce scorreva nell mie orecchie, mi voltai, vedendo il suo volto, <cosa vuoi ancora, non ti è bastato quello che mi hai fatto> dissi, <mi sarebbe bastato solo stuprarti come facevo con le altre ragazze, ma tu mi hai mandato in carcere, ho passato l'inferno la dentro, per colpa tua>
<te lo meritavi!> urlai, lo vidi avvicinarsi, <non ti permettere a dirlo!> mi prese e mi spinse a terra, caddi, il mio ginocchio destro si sbucciò per colpa delle pietre, anche le mie mani, <sei solo una puttana, e non finisce qui!> disse mi diede una schiaffo e se ne andò, rimasi lì con il ginocchio sanguinante e le mani addoloranti, non c'è la facevo più, non lo volevo più vedere.
Mi alzai e andai verso casa, ritornai verso le 19, stanca, <ei Miriam, già di ritorno!> sentii la voce di mio fratello, <ehm.. si> dissi, cercai di percorrere il corridoio più in fretta possibile per non farmi vedere, ma.. <Miriam perché zoppichi?>, cazzo ora cosa gli dico, <ecco,io, sono caduta, niente di che>dissi inventando qualcosa al momento, <sei sempre la solita> disse ridacchiando, l'avevo scampata, andai in bagno cercando di disinfettare la ferita, qualcuno entrò sensa bussare, era bill, <hai fatto una brutta caduta a quanto vedo>, disse vedendo la ferita, <già> risposi, lui si avvicinò e si piegò davanti a me prese il disinfettante e un cotone, che poi appoggio sulla ferita, faceva male, ma cercavo di trattenere il dolore, <ecco fatto!> disse posando il cotone, <grazie bill> dissi, poi mi abbracciò, <sai che se ci sono problemi me lo puoi dire> anuii, poi se ne andò, io andai in camera mia, non cenai, non avevo tanta fame, quindi andai direttamente a letto.

insieme - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora