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Inizia Dicembre, le vacanze di Natale si avvicinano e anche il ritorno di Jamie-Lynn. Le ho promesso che le avrei presentato Billy e voglio essere di parola, ma devo darmi una mossa. Non lo conquisterò con semplici occhiate o sotterfugi per scambiargli due parole, servirà molto più di questo che finora ci ha portati solo a presentarci.

Così, quando lo incontro in corridoio al cambio tra una lezione e l'altra, decido di buttarmici e vada come vada.

Lui ci cammina incontro e sebbene io lo noti subito da lontano, Billy ci mette un po' ad accorgersi di me. Cammina a passo svelto e sembra in sovrappensiero per qualcosa, sono io a ripotarlo con i piedi per terra.

«Ehi, ragazzo della California!» lo saluto.

Billy si volta, sorprendendosi alla mia vista più di quanto avrei sperato. Le sue labbra si allargano in un sorriso che mi mozza il fiato.

«Ciao a te, ragazza dell'Indiana»

«Dove vai così di fretta?»

«In palestra. Il coach ci ha convocati tutti»

«Cattive notizie?»

«Forse no» alza le spalle Billy «Sicuramente ci parlerà di college e borse di studio»

«Ah! Allora forse non avrei dovuto fermarti»

«Ma no, posso prendermi in minuto. È questo il bello di essere il campione della squadra»

«E anche modesto, dicevano...»

«Non credo lo abbia mai detto qualcuno di me» risponde Billy divertito. La sua espressione però cambia quando il suo sguardo passa da me a qualcosa appena dietro le mie spalle. Ah, giusto...

«Munson» lo saluta Billy un po' meno entusiasta di prima.

«Hargrove!» risponde l'altro con un lieve cenno di testa.

Billy fissa Eddie dalla testa ai piedi e anche l'altro fa lo stesso.  Perché si sono salutati? E soprattutto cos'è questa strana elettricità che si è creata nell'aria tra loro?

«Beh, vedo che la compagnia non ti manca, Morgan» ridacchia Billy «Allora ti lascio in buone mani, io vado in palestra»

«Ah, sì! Ehmm... Buona fortuna!» provo a dirgli, mentre lui si volta per andarsene.

«Per cosa?»

«Per le buone notizie» alzo le spalle.

«Non ne ho bisogno» sorride, prima di allontanarsi definitivamente.

«Volevo solo dirti che... che sono innamorata di te...»

«Avresti dovuto dirlo prima che andasse via» ridacchia Eddie, mettendomi una mano sulla spalla mentre io lo guardo affranta lasciare il corridoio da lontano.

«Con quale coraggio?»

«Su questo posso capirti benissimo»

«Piuttosto... Cos'era quel saluto? Da quando vi conoscete voi due?»

«Ah, quello» ridacchia Eddie «Credo solo che stesse cercando di marchiare un territorio non suo»

«Ah, no? E di chi sarebbe allora?»

«Per adesso è ancora mio» bisbiglia Eddie al mio orecchio, superandomi verso la prossima classe e fingendo di non aver notato il mio sorrisetto in risposta alla sua frase.

Lo seguo e provo a riprendere il discorso con una certa discrezione.

«Allora... ehmm... credi davvero che mi voglia tutta per sé?»

Sunglasses at Night 1984 | Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora