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Siamo rimasti soltanto noi nel corridoio deserto, tutta la scuola è nelle classi. Io ed Eddie siamo qui, da soli, faccia a faccia dopo così tanto tempo. Ora che succederà? Torneremo ad ignorarci come sempre, o c'è altro da aggiungere che non abbiamo potuto dirci lì dentro?

Ci guardiamo per qualche istante. Leggo chiaramente delle parole volergli uscire dalla gola, ma prima che possa farlo abbassa lo sguardo e si volta per andare via.

«Aspetta!» esclamo alle sue spalle, senza pensarci troppo.

Non avrei voluto farlo, ma vedendo che Eddie non si volta neppure fingendo di non sentirmi, mi carico ancora più di rabbia «Ehi, sto parlando con te!»

«Non ho voglia di litigare.» risponde con voce atona.

«Neanch'io. Devo solo sapere delle cose.»

Eddie si ferma piega la testa all'indietro, non sembra felice di questa conversazione. Neppure io in realtà, ma prima o poi questo momento sarebbe arrivato.

«Allora?»

«Perché sei venuto da me domenica sera?»

Al sentire la domanda, Eddie decide di non voler rispondere e si volta di nuovo per andare via, ma io decido di ignorare il suo comportamento infantile e continuare a parlare.

«Se non ci fosse stato Billy, cosa mi avresti detto?»

Sbuffa e si ferma un'altra volta «Non lo so. Ero completamente fatto, a malapena mi ricordo cos'è successo»

«Pensi che me la beva?»

«Pensa quello che vuoi, la mia risposta non cambierà» alza le spalle «C'è altro o posso andare?»

«E invece quella frase cosa significava?»

«Quale delle tante?»

«Volevi proteggere un'amica da una delusione. So che non ti riferivi a Priscilla»

«E a chi pensi mi sarei dovuto riferire?»

«È proprio quello che sto chiedendo a te. Sei bravo con le parole»

«Ti ho solo assecondata per non far uscire la verità» minimizza lui.

«Perché?»

«Cristo, quante domande!» sbotta lui, stanco di parlare con me.

«Cosa importa a te di coprire Billy?» continuo imperterrita.

Eddie si volta totalmente verso di me e avanza a passo lento, con espressione feroce «Pensi davvero che il mio obiettivo fosse coprire lui

«E allora chi? Avevi paura di finire in altri guai?»

«Tu perché lo hai coperto?» mi chiede di rimando, avvicinandosi ancora di più.

«Stiamo insieme, era ovvio che lo avrei fatto.»

«No. Lo hai coperto perché hai paura, Tamara»

«Paura? E di che cosa?» scoppio a ridere.

«Di lui» mi sussurra, colpendo un tasto già fragile «Pensi che non ricordi il tuo sguardo terrorizzato quella sera?»

Si avvicina a toccarmi il labbro tagliato e io mi faccio indietro con la testa.

«Non riuscivi a muoverti dal terrore, ma nonostante questo eri dalla mia parte»

«Dalla tua?!»

«Sei intervenuta ad aiutarmi o sbaglio?»

«Eri troppo ubriaco per ricordare il motivo per cui fossi lì, ma questo lo ricordi bene, eh?»

Sunglasses at Night 1984 | Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora