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Mentirei se dicessi che i giorni successivi a quell'addio non siano duri da digerire.

Eddie non si è più fatto vivo a scuola, il che rende le cose incredibilmente più grigie, ma allo stesso tempo più facili. La sua assenza si fa sentire, non che in classe cambi davvero qualcosa considerato il suo basso profilo, ma saperlo così lontano mi fa sentire sconfitta, in ogni modo in cui avrei potuto perdere in tutta questa storia.

Mi piace pensare che è perché, si sa, i professori preferiscono concentrare all'ultimo tutti i compiti più impegnativi e lui non gode di una fama di gran studioso. In realtà, posso ben immaginare che sia solo un modo carino per starmi alla larga. Non deve aver apprezzato il mio ennesimo tentativo di riavvicinamento e io avrei dovuto pensarci prima di infrangere il suo desiderio di essere dimenticato.

E, per quanto farà male, dovrà essere il mio obbiettivo. Almeno, così, non avrò altre stupide tentazioni.

Quindi, eccomi. Sono Tamara Morgan, di nuovo al punto di partenza.

Spaesata come il primo giorno di scuola, in piedi di fronte a tutti i tavoli della mensa con il vassoio in mano, a chiedermi quale sia il mio posto.

Chrissy è al tavolo con Jason Carver e gli altri Tigers, purtroppo con loro c'è anche Billy. L'ultima cosa che vorrei sentire ora sono proprio le sue provocazioni, anche se probabilmente sarebbero tutti troppo occupati a commentare gli allenamenti dell'imminente partita di Basket.

Lo sguardo di Billy si poggia su di me ma io fingo di non vederlo. Non sono ancora pronta a riaffrontarlo senza tutto quel rancore da cui meriterebbe essere sommerso. Mi limito a guardare altrove, in cerca di un posto migliore.

Maggie, Melissa e Tina dialogano animatamente al tavolo al centro, conoscendole non credo sia una scelta casuale nel loro caso. Ormai non sono più un loro problema, non si divertono più a stuzzicarci con le loro battutine fuori luogo e forse è questo che sottolinea la fine di ogni speranza. Odio ammetterlo, ma di tutto questo mi mancano perfino le loro frasi sottovoce.

Poco distanti da loro, Nancy Wheeler e Jonathan Byers chiacchierano sottovoce, come fosse un delitto farlo lì davanti a tutti, anche se ormai chiunque sa della loro frequentazione. Pur stando a parlare di una cosa sciocca come il ballo delle Medie, si percepisce una certa affinità tra i due che sarebbe inutile negare. Tanto tempo a tenersi a distanza non è servito per separarli realmente, ed ora eccoli lì, come due ragazzini a sorridersi, guardandosi negli occhi come fosse la loro prima cotta nella vita.

Il tavolo dell'Hellfire Club è il più lontano, sembrano divertirsi abbastanza anche senza Eddie. Jeff ruba qualcosa dal vassoio di Gareth e in risposta riceve un pugno ben piazzato sulla spalla che il ragazzo sembra avvertire con dolore, ma senza perdere il sorriso. Goodman sgranocchia dei pretzel e Priscilla ha uno sguardo vacuo, evidentemente toccata dalla storia in un modo tutto suo, che forse non sono ancora in grado di comprendere.

Mi passa per la mente l'idea di sfruttare la sua assenza e sedermi lì con loro, lasciarmi coccolare dalle loro parole ma ci ripenso, perché non so cosa direi. Probabilmente parleremmo ancora una volta del fallimento del dialogo con il loro leader, Priscilla si irrigidirebbe e nella migliore delle ipotesi si alzerebbe e andrebbe via a metà discorso, lasciandoci in silenzio.

E io, che senso avrei ancora lì, con un capo che non mi accetta, costretta a sgattaiolare a parlarci di nascosto? Cosa ho dato davvero a questo gruppo se non inutili grattacapi mal risolti?

I soli posti vuoti sono al tavolo occupato unicamente da Steve Harrington. Un tempo era lui quello circondato da chiunque, ora se ne sta da solo a testa bassa, forse a sperare che l'ora del pranzo finisca il prima possibile. Immagino sia ormai stanco di sentire alle sue spalle tutte le voci di corridoio su Nancy e Jonathan, sulla sua sconfitta a Basket, sulla sua discesa nella scala sociale della scuola.

Sunglasses at Night 1984 | Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora