Un altro giorno, un altro sapore

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"Ci vediamo domani" mi stringe tra le sue esili braccia e, con Manuel alle sue spalle, mi fa cenno che ci lascia soli. Devo trattenermi dallo scoppiare a ridere. Manuel segue Chiara con lo sguardo, mentre si dirige fuori.

"Grazie per essere venuto, per la torta... è la mia preferita" confesso.

"Lo so" dice con spavalderia.

"Immaginavo... chi hai corrotto?" incalzo portandomi le mani ai fianchi.

"Ho le mie spie" scherza. Scoppiamo a ridere.

"Mi raccomando, niente sforzi" dice avvicinandosi, destinando un bacio sulla mia guancia, che accoglie le sue labbra carnose come due ali di farfalla. Vacillo, per sentirlo ancora così vicino.

"Niente sforzi..."

"Buonanotte Brenda" con un occhiolino si congeda, raggiungendo la macchina nera parcheggiata davanti al cancelletto.

"Buonanotte Manuel" sussurro, lui non può sentire le mie parole, o forse, in qualche modo, gli sono arrivate perché prima di partire mi indirizza ancora uno sguardo, colmo di attese.

Quando salgo in camera, dopo essermi lavata e infilata il pigiama, allungo una mano verso la sciarpa, che ora lascio puntualmente sulla sedia accanto al comodino, me la porto al petto e mi addormento su di lei. Quella notte i miei sogni sono rivolti solo a Manuel.

********

La mattina seguente è uno dei risvegli più dolci che io abbia mai avuto. Non capisco a cosa sia dovuto quel sorriso che sento stampato sulla faccia, mentre mi stiracchio ancora sotto le lenzuola, ma mi piace. È febbraio, è inverno e sono contenta anziché essere scocciata e iniziare a fare il conto alla rovescia per l'arrivo della primavera.

Mi dirigo in bagno e non sento alcun rumore proveniente dalla stanza di mia madre, da quella di mio fratello - ma quello è normale - o dal piano inferiore. Per scrupolo controllo l'ora sullo smartphone. Sono le cinque e cinquantacinque. L'ultima volta che mi sono alzata a quest'ora è stata a dicembre, il giorno dell'interrogazione di filosofia.

Con tutta l'energia che mi sento in corpo, potrei anche mettermi a ripassare tutto il programma delle materie del giorno, ma ho un'idea migliore. Preparare la colazione per tutti. Vorrei farmi una doccia, ma per via della fasciatura devo rinunciare. Provvedo a lavarmi separatamente. Tutto quel buonumore mi ha fatto dimenticare della caviglia, ma non voglio pensarci ora, né tantomeno avrei dato soddisfazione a Natalia facendomi vedere irritata, seccata dalla situazione.

L'avrei ignorata come avevo sempre fatto e come avrei dovuto fare anche ieri. Indosso un jeans a zampa di elefante, per nascondere la fasciatura, così da non suscitare la curiosità di nessuno, una maglietta a manica corta bianca e un cardigan. Rifletto su quali scarpe possano essere più comode e dopo aver vagliato le opzioni, opto per un paio di sneakers consumate a tal punto da non poter esercitare alcuna pressione sul piede.

Sento che mia madre si sta svegliando dal rumore delle serrande che si alzano, scendo al piano inferiore e inizio a sfilare gli ingredienti per preparare i pancake. Dopo aver dosato e mescolato tutto, verso il composto sulla padella antiaderente.

"Ma sei impazzita tutta di un colpo?" mi volto spaventata dal tono allertato di mia madre che irrompe in cucina, ma non riesco a restare seria per molto, vista la scena che si profila davanti. Mi sta puntando contro un manico di scopa.

"Cosa vuoi fare con quello?" scoppio a ridere.

"Pensavo ci fosse qualcuno" spiega lei, con una mano sul petto.

"E credevi di aggredirlo con un manico di scopa?"

"È la prima cosa che ho preso dal ripostiglio" si lascia cadere su una sedia che sfila dal tavolino della cucina, mentre cerca di riprendersi dallo spavento.

"Cosa ci fai sveglia a quest'ora? E perché stai preparando i pancake?" chiede mentre si massaggia le tempie.

"Avevo voglia di cucinare qualcosa...>"

"Ah..." dal suo tono di voce deduco che non è convinta dalla mia spiegazione. Prendo il cioccolato, la marmellata e li dispongo sul tavolo. Poi preparo il caffè.

"Frena, frena, frena, non ti ho mai visto così energica la mattina, neanche d'estate. Si può sapere cos'hai?" ha ragione. Non sono mai stata così iperattiva alle prime luci dell'alba - in realtà fuori è ancora notte fonda e ho dovuto accendere la luce, ma si fa per dire - e la verità è che non so spiegarmelo neanch'io, è una novità anche per me. Ma devo pur sfogare, far uscire in qualche modo quella fiamma che sento dentro di me e che mi farebbe esplodere se non facessi nulla.

"Ho capito... c'entra per caso... l'amore?" la guardo minacciosa dritta negli occhi, sorrido e non commento.

"Ok, prendo lo zucchero" aggiunge. Adoro parlare con mia madre, proprio perché non mi costringe a parlare. Ma è quel legame embrionale che ci farà sempre capire, pur senza troppe parole. Arriva anche mio fratello, ancora in pigiama, probabilmente svegliato dai miei movimenti, non poi così delicati, in cucina. Ma il suo sguardo si illumina alla vista dei pancake.

"Questo sì che è un ottimo risveglio..." dice iniziando a riempire il piattino con quattro pancake che mette l'uno sopra l'altro, dopo averne opportunamente spalmato la superficie con la marmellata. Infine, vi fa colare il cioccolato fuso.

"Ma non stai esagerando?" dico leggermente inorridita, ma dalla sua espressione compiaciuta e deliziata si direbbe il contrario. Verso nelle rispettive tazze caffè a mia madre e latte a mio fratello, infine mi servo da me, sedendomi soddisfatta. Quando inizia a far giorno, il sole si impone definitivamente scacciando ogni ombra ingombrante. Sembra che la primavera voglia davvero arrivare.

Do un bacio ad entrambi, mi lavo i denti, prendo la cartella, il cappotto, mi infilo le cuffie alle orecchie ed esco di casa. Mi fermo a godere le carezze della prima aria, inaspettatamente calda, quando sento la voce di mia madre che mi chiama dall'ingresso.

"Ehi bella innamorata" è a braccia conserte e mi guarda con aria rassegnata "dove credi di andare con quella distorsione?" aggiunge con un sopracciglio inarcato. Sorrido e non dico altro, non ho scuse. Sono palesemente distratta.

"Volevo controllare che tempo facesse, se avessi un abbigliamento adeguato" improvviso poi.

Un amore da serie ADove le storie prendono vita. Scoprilo ora