Il mondo ci aspetta

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L'orale. Domani è la resa dei conti. Il punto all'ultimo capitolo di un libro che sto scrivendo da cinque anni.

"Rinforzi!" mia madre entra con una merenda con i fiocchi.

"Grazie!" la abbraccio. Prendo il tè alla pesca con cui mi disseto volentieri e divoro la torta gelato.

"Piano, piano..." sorrido.

"Mi sono dimenticata di mangiare... e bere" mi giustifico.

"Ah davvero?" replica ironicamente guardandosi intorno.

"Lo so è un disastro... non farmi la predica, metterò tutto a posto dopo" sfodero un sorriso innocente.

"Solo perché domani hai l'esame... andrà bene, come sempre..." mi dà un bacio "ma Chiara? Non dovevate studiare insieme?"

"In teoria ma mi ha dato buca..." era molto agitata quando questa mattina mi ha avvisato che non sarebbe venuta. Di sicuro mi sarei sentita più tranquilla a studiare con lei accanto ma non ho voluto forzare la mano.

"E tu hai finito? Perché non la smetti e vai a fare una passeggiata?" rifletto per qualche secondo su quella proposta.

"Forse una corsetta mi aiuterebbe..." mi alzo di scatto "Leoooo" vado in camera sua. Sta leggendo.

"Credevo stessi giocando" dico sorpresa.

"No, ora mi sono dato degli orari. Dopo che ho rischiato quasi di essere rimandato perché la sera non dormivo, ho avuto paura di essere dipendente. Manuel mi ha detto che alcuni giocatori che conosce non sono arrivati a giocare nei campionati più importanti proprio perché erano ludopatici..."

"Oh" sono sorpresa che Manuel abbia influito su di lui a tal punto. Sorrido spontaneamente "bene, ottima scelta. Ora però vieni a correre con me. C'è una temperatura perfetta e io non voglio andare da sola" lo faccio alzare dal letto e ci dirigiamo verso il parco.

Al nostro ritorno sono sfinita, ultimamente mi sono dedicata un po' troppo allo studio e ho messo in pausa gli allenamenti. Devo ammettere che la mia forma fisica ne stia accusando le conseguenze. Non ho la forza ora per mettermi a studiare e forse è meglio così se voglio restare lucida per domani. Mi faccio una doccia per rinfrescarmi, lascio che l'acqua tiepida sciolga ogni tensione che aggroviglia i miei nervi. Non ho sentito Manuel per tutto il giorno e neanche Stefano. Posso comprendere Chiara che avrà l'orale come me domani, ma loro potevano assicurarsi che stessi bene... almeno. Mi infilo una salopette e scendo in cucina per aiutare mia madre con la cena. Suona il campanello e Leo si propone di andare ad aprire. Avverto un caotico brusio alla porta. Vado a controllare. Non posso crederci.

"Sorpresaaaa" dicono in coro Manuel, Chiara e Stefano. C'è anche Nahoko e non mi stupisce vista l'assidua frequentazione nell'ultimo periodo, quando tra una pausa e l'altra dallo studio, io e Chiara l'abbiamo invitata per un aperitivo – più di uno...

"Credevi che non saremmo stati al tuo fianco, dopo che ci hai aiutati tutti?" esordisce Manuel baciandomi teneramente.

"Siete pazzi... anche se, devo ammettere, ero dispiaciuta di non essere stata almeno un secondo al centro dei vostri pensieri questa mattina..." puntualizzo.

"E invece eccoci qua" esulta Stefano che viene ad abbracciarmi. Lasciano pizze, birre e altre buste sul tavolo. Li invito ad accomodarsi nel salone, visto che non riusciremmo a stare tutti in soggiorno.

"Sono sconvolta" dico "piacevolmente si intende" aggiungo, visti i loro sguardi preoccupati, mentre li scannerizzo uno ad uno lì intorno a me. Sono circondata da amore. Amore di ogni tipo e mi sento infinitamente grata per questo. Manuel mi solleva per le gambe. La sua energia è incontenibile, credo di non averlo mai visto così rilassato, sciolto e...adolescente come ora. Ma posso comprenderlo, visto che ormai è libero da ogni briglia scolastica. Ha solo un obiettivo davanti a sé: la sua carriera. Ed io gli auguro con tutto il cuore di raggiungere il suo sogno, quello di diventare il miglior difensore centrale al mondo, giocare nei più grandi club europei, essere un leader. 

Un amore da serie ADove le storie prendono vita. Scoprilo ora