Che inizi una vita da serie A

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Li vediamo salire sull'auto di Stefano piena di bagagli. Sembriamo i testimoni che salutano gli sposi in partenza del loro viaggio di nozze.

"Io andrei in Brasile..." dico sognante pensando all'infinità di viaggi che li attende.

"In Brasile? Perché?" chiede divertito.

"Ho sempre sognato andarci... da quando ero piccola. Mio zio era tornato da..." poi mi rendo conto che sto divagando.

"Tu lo sapevi?" chiedo tornando alla realtà. Siamo completamente soli. Il parcheggio della scuola è deserto. È luglio, c'è profumo di vacanze, un profumo che possiamo concederci anche noi adesso.

"Be' ... io" lo colpisco con una mano, visto che ho l'altra impegnata.

"Perché non mi hai detto niente?"

"Perché Stefano avrebbe voluto dirtelo ma Chiara non trovava il momento giusto..." si giustifica. In realtà la rabbia che ho provato per un momento si dissolve subito, non riesco a rovinare questo momento. Non posso.

"Non posso crederci. Sembra che sia davvero tutto al proprio posto..." Manuel mi bacia.

"Andiamo..." non mi preoccupo di chiedere dove voglia andare. Lo seguo perché, per quello che so ora, lo seguirò sempre. Sento il telefono squillare. È mia madre. Le racconto dell'esame e le dico che sto per tornare a casa.

"Tu non vai da nessuna parte..." il tono di voce di Manuel, appena riattacco, è abbastanza perentorio. Mi alzo in punta di piedi per cingergli il collo.

"Ovunque tu voglia andare credo che sia opportuno che almeno io metta al sicuro le rose, non credi?" sorride.

"Te lo concedo" è in Vespa. Mi porge il casco e partiamo.

Mia madre mi rivolge una serie infinita di domande mentre cerco di cambiarmi, mettere qualcosa di più comodo, come un vestito più leggero, e sistemare le rose in un vaso.

"Sono orgogliosa di te Bren" la abbraccio. Leo sta scambiando qualche passaggio con Manuel in giardino.

"Che pensiero romantico" dice rivolta alle rose che ho sistemato nel salone. Annuisco.

"Senti... ehm..." non gliene ho parlato prima e non ne vado poi così fiera, ma con gli esami non ho avuto proprio il coraggio di pensare a cosa sarebbe successo dopo. Lei sbatte le palpebre, al vedermi così titubante. 

"Non ti ho parlato di una cosa..." il mio esordio non è dei migliori forse.

"Cosa?" mi guarda con occhi sgranati e non mi sorprenderei se, come ho fatto con Chiara, mi chiedesse se sono incinta.

"Andrò a Milano..." lei tira un respiro di sollievo e si siede sul divano.

"Per un attimo... ho pensato..." sorrido. Mi siedo accanto a lei.

"Ma non andrò da sola... andrò a vivere con Manuel" dico tutto insieme come se volessi liberarmi di un peso.

"È questo che volevi dirmi?" chiede, ma non mi sembra sorpresa. Annuisco.

"Lo sapevo già"

"E come?" ribatto sorpresa.

"Manuel me ne ha parlato... mi ha detto che ti ha chiesto di andare a vivere con lui a Milano, dove tornerà a giocare, ma non sapeva quale fosse la tua decisione. Tuttavia, ha pensato, e ha fatto bene" sottolinea "di mettermi al corrente della sua proposta" davvero era stato così... galante? Non mi viene un altro termine per definire il suo atteggiamento. Mi sembra un ragazzo di altri tempi...

"Ora devi prendere in mano la tua vita Bren, qualunque sia la tua decisione, ora e in futuro, io sarò al tuo fianco per cui non avere paura di sbagliare o di buttarti. Comunque vadano le cose io, te e Leo le affronteremo insieme."

"Mamma" la abbraccio come fossi tornata improvvisamente una bambina di otto anni. Se sono la ragazza forte che credo di essere, lo devo a lei.

"Bren" Manuel torna a rivendicarmi. Mi asciugo con il dorso una lacrima e lo raggiungo.

"Vado..." la saluto.

**********

Sono sdraiata sul suo petto, i piedi immersi nella sabbia. Abbiamo entrambi lo sguardo perso all'orizzonte, nel mare e ci lasciamo cullare dallo stridio dei gabbiani e dalla sinfonia delle onde. 

"Penso che sia arrivato il momento di darti il mio regalo per la maturità" mi volto verso di lui.

"Come il regalo? Ma mi hai regalato le rose e... poi io non..." mette a tacere le mie parole con un bacio.

"Tu non devi regalarmi niente e sappi che qualsiasi regalo io possa farti non sarà mai abbastanza per uguagliare quello che tu hai fatto per me" non lo seguo.

"Non capisco, io non ho fatto niente Manuel..." sorride.

"Non hai fatto niente? I miei genitori potrebbero costruirti una statua in Duomo" i suoi genitori?

"Ma se neanche mi conoscono..."

"Appunto... non vedono l'ora di farlo. Quando hanno visto i quadri, i miei voti e hanno parlato con i docenti non potevano crederci. L'intero corpo insegnanti ha detto loro quanto tu fossi positivamente influente su di me..." arrossisco.

"Non sapevo nulla..."

"Non ho voluto parlartene prima della fine della scuola perché temevo che ti saresti sentita osservata" in effetti. Non mi ero accorta che i nostri docenti, eccetto la Del Fuoco, sapessero di noi.

"A Milano non andavo bene a scuola. Me la cavavo, sapevo di poter fare di più, ma non avevo stimoli. Pensavo solo a dimostrare ai miei genitori quanto si sbagliassero sulla mia carriera, sui miei sogni e che l'avvocatura non era la mia strada..."

"Ma il mio cattivo rendimento scolastico si ripercuoteva anche sul mio umore, ero nervoso e la squadra ha ritenuto che non fossi maturo per giocare in serie A, per cui mi hanno mandato al Raven..." mi stringo nelle spalle, incuriosita e intimorita dai retroscena di cui non sono a conoscenza.

"E ora indovina? I miei genitori sono fieri di me, orgogliosi anche di te e la squadra non vede l'ora di riavermi" sorrido.

"Ma io continuo a essere convinta di non aver fatto niente. Sei stato tu a credere in te stesso e a dimostrare a tutti di cosa fossi capace" mi stringo a lui per baciarlo. Intreccio le gambe alla sua schiena.

"L'unica cosa che sono capace di fare bene, Brenda Levi, l'ho capita da poco... è amarti e renderti felice. Perché se sei felice tu, allora posso esserlo anch'io. Solo al tuo fianco io posso calmare me" non voglio commentare quelle parole, non voglio ribadire quali debbano essere i ruoli in una relazione. Ora è il momento di scoprirlo, di provare e fidarsi.

"Tieni" sfila dallo zaino un foglio. È una cartina, con un itinerario.

"Che significa?"

"Be' non so quando potremo andare in Brasile, ma per ora possiamo cominciare dalla Grecia, che ne dici?" sfila un'altra busta, più piccola questa volta. Ci sono due biglietti per Atene, opuscoli su come sfruttare al meglio il soggiorno che durerà... non ci credo! Un mese! Con tanto di crociera intorno alle isole.

"Ma sei pazzo!" esulto portando una mano alla bocca.

"Di te sicuro" dice togliendomi le mani dalle labbra per farle sue.

"Manuel Medina..."

"Brenda Levi è il momento che inizi la tua vita da serie A" sussurra sulla mia bocca, mordendomi il labbro inferiore.

"Potrei avere aspettative molto alte d'ora in poi..." lo provoco ricambiando il gesto.

"Ed io sono al suo servizio per soddisfarle"

Un amore da serie ADove le storie prendono vita. Scoprilo ora