Capitolo 2

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Nella foto Lucas

Sangue,troppo sangue.

è tutto ciò che riesco a vedere.

muri e mobili sono imbrattati del sangue delle persone che "lui" ha ucciso.

Non posso farci niente,non posso toccare e non posso neanche aiutare le vittime di questo massacro,sono come lo spettatore di un macabro spettacolo che non può essere visto e percepito,se non da "lui"che dopo aver finito il suo lavoro si dirige verso il mio corpo pietrificato dalla paura e ancora sconvolto per le scene di poco fa.

Si avvicina sempre di più.

io so che mi vede e so anche che per me è finita, ora vedo molto più chiaramente i suoi occhi, sono brillanti come pietre preziose e scarlatti come il fuoco,mi lasciano senza parole,sono bellissimi e terrificanti.

Ormai è davanti a me, non ho più dubbi,sto per esalare il mio ultimo respiro.

Potrebbe uccidermi in qualche secondo,esattamente come ha fatto con gli altri,ma non lo fa,anzi mi accarezza la guancia dolcemente con le mani ancora sporche di sangue,sussurrandomi << tra poco sarai mia.>>

dopo queste parole sprofondo in un abisso nero come la pece per poi risvegliarmi di scatto nel mio letto.

"Sono ormai tre notti che faccio lo stesso incubo devo essere impazzita" penso,mi dirigo subito in bagno,dove mi sciacquo la faccia e mi preparo per andare a scuola.

Subito dopo aver indossato l'uniforme e aver pettinato i mie lunghi e lisci capelli neri esco di casa e vado a prendere Noel,che come sempre ,è in ritardo.

Per fortuna riusciamo ad entrare in classe in tempo e a sederci ai nostri banchi, stranamente il professore è in ritardo e di conseguenza in classe regna il caos.

Ad un tratto tutti si calmano appena vedono la porta dell'aula,entra il prof di matematica affiancato da un ragazzo più o meno della nostra età,forse aveva un anno in più.

L'avevo già visto,quei capelli,quelle labbra e quegli occhi... Giusto ora ricordo, quei due smeraldi erano gli stessi del ragazzo che mi aveva ridato lo zaino al bar.

Ma I miei pensieri vengono interrotti dai continui bisbigli delle mie compagne di classe,che sembrano essere lupi famelici che stanno osservando la loro prossima preda.

Anche i loro discorsi vengono interrotti quando il professore comincia a parlare << buongiorno ragazzi ,come avrete notato abbiamo un nuovo compagno di classe,si chiama Lucas, siate educati e gentili,ora vai pure a sederti >> gli unici posti liberi erano dall'altra parte della classe,ovvero a destra vicino alla porta,Lucas si sedette proprio lì.

Per tutto il resto delle tre ore ho sentito solo le oche della classe bisbigliare stronzate come "è mio" oppure " lo farò innamorare di me " .

io non sono particolarmente interessata ai ragazzi,non perché non mi piacciono,ma ho già abbastanza problemi e un fidanzato mi complicherebbe la vita ancora di più.

Grazie al cielo è arrivato l'intervallo,giuro che stava per scoppiarmi la testa.

Stavo andando a recuperare Noel come sempre,ma ho pensato che era meglio di no quando lo vista parlare con un ragazzo moro della classe accanto che le faceva gli occhi dolci.

Noel non è una brutta ragazza,anzi è davvero carina,non mi stupisce che qualcuno le vada dietro e quel ragazzo mi sembra una brava persona,quindi non voglio intromettermi.

Decido di fare un giro verso le macchinette per prendermi una merendina.

La mia solita sfiga!
La mia merendina si è appena incastrata!

Comincio a dare dei colpetti alla macchinetta,ma niente,non ne vuole sapere di cadere.

"Si vede che oggi farò la dieta"penso,sto per andarmene quando sento un colpo decisamente forte colpire la macchinetta,mi volto di scatto e vedo Lucas porgermi la mia merendina.

<<grazie>> <<prego,comunque io sono Lucas>> << lo so,siamo nella stessa classe,ad ogni modo io sono Erin>> dopo la nostra piccola conversazione comincia ad osservare la mia merenda<< ti piace il cioccolato?>> chiede curioso<< si,credo sia l'unico dolce che mi piaccia  >> << senti io sono nuovo qui e non conosco quasi nessuno,che ne dici di andare a fare un giro dopo la scuola,tanto per conoscerci un po' ?>> non mi convinceva del tutto quel ragazzo,mi dava una brutta sensazione << ti ringrazio ma non posso>> gli risposi freddamente,speravo che dopo la mia risposta mi avrebbe lasciata in pace<< ok non fa niente,ma sta attenta mentre torni a casa,questa città non è più sicura>> dopo quell'agghiacciante frase se ne andò ,lasciandomi con i brividi.

That day [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora