7 - SEHUN

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«Hai intenzione di continuare così per tutto il pranzo o ad un certo punto potremo avere una conversazione tra adulti?», le domando, iniziando a stufarmi. «Sono perfettamente consapevole di averti ferita, credimi che non era fra i miei piani. Ma quando mi sono trovato a dover partire, all'epoca sparire senza dirti addio mi era sembrata la cosa più giusta per entrambi.» Bevo ancora, credo di non aver ingoiato abbastanza alcool. «Non credo lo rifarei, se tornassi indietro, ma le cose sono andate così e il passato non si cambia.»

Le sue parole successive mi colpiscono più di quanto potessi immaginare. Ha rimosso tutto, bugia; come può averlo fatto se indossa ancora la collanina che le ho regalato?

«Non mi sembra che tu abbia rimosso proprio tutto...» indico con un gesto veloce del mento il suo collo. Non so se compiacerne o essere rattristato. «Credimi che non sei stata l'unica a soffrire. Forse pensi che non mi sia mai importato di te, ma ti sbagli.»

Non capisco perché dopo tutto questo tempo sia qua a giustificarmi, come se ci fossimo lasciati ieri e stessi cercando una riconciliazione. Eppure mi urta i nervi il fatto che possa pensarlo, che possa pensare a me come uno stronzo bugiardo che gioca con i sentimenti della persona a cui tiene.

È così dannatamente difficile stare qui e prendere pugni nello stomaco, quando all'epoca del mio ingresso in accademia sono stato malissimo. Diventare trainee non era stata un'idea mia, mollare tutto e trasferirmi a Seoul da solo per cercare di diventare un idol era l'ultima cosa che avrei voluto. Lasciare lei, da un giorno con l'altro e senza neanche salutarla, non era mai stato nei miei piani, ma sarebbe inutile farle il discorsetto ora; dal suo punto di vista io sono l'egoista che l'ha mollata senza una parola per diventare il famoso Oh Sehun degli EXO e diventare "ricco da fare schifo".

«Dimmi, sarebbe stato diverso il tuo atteggiamento ora se, anziché andare via senza un saluto, ti avessi detto addio prima di partire? Sarebbe cambiato qualcosa? Se ti avessi chiesto di venire a Seoul con me prima di finire gli studi o di raggiungermi poi, saresti venuta?»

Le cose sarebbero andate male comunque, in un modo o nell'altro speravo nel suo odio. In fondo odiare è meglio che condividere un amore a distanza che sarebbe comunque finito. Il risultato è sempre l'odio.

«Pensi davvero che sarebbe stato diverso? Sii sincera.»

Bevo ancora, incapace di smettere. Dopo ho delle foto per un profumo e arriverò di certo mezzo ubriaco. Sarà meglio darmi una regolata, ma i suoi sguardi freddi mi fanno venire solo voglia di attaccarmi direttamente al collo della bottiglia. Perché poi? Da quando l'ho rivista prima ho iniziato subito a sentirmi strano, ma è passato così tanto tempo che mi domando la ragione. Sarà solo perché è stato il mio primo amore?

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