23-SEHUN

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Il tocco della sua lingua che non riesce a sottrarsi alla mia bocca affamata mi fa girare la testa. Diventa difficile ragionare, anzi no è impossibile. Non mi accorgo neanche di averla colta in accappatoio. E se al posto mio ci fosse stato quel viscidone? La cosa mi manda in bestia e il mio bacio diventa famelico, come se stessi marchiando un territorio che non è mio da così tanto tempo, che sembra ora così diverso eppure così familiare. D'un tratto però lei mi respinge, i nostri respiri pieni di desiderio si infrangono l'uno all'altro. Ho voglia di lei, una voglia che non ho mai sentito per nessuno. Una voglia che neanche all'epoca provavo. Quella voglia che guardandola negli occhi leggo anche in lei. Assecondo il suo spazio, lascio che si allontani, ma per un passo indietro che fa lei, io ne faccio due in avanti.

Odio starle lontano, da quando è comparsa di nuovo nella mia vita sento che impazzirei se non la vedessi più, se non potessi più sfiorarla. I suoi passi la portano con le spalle al muro, con le spalle alla finestra, per essere preciso. Dietro di lei il nostro filo rosso, il nostro punto di incontro. La nostra storia racchiusa in un orizzonte che un tempo era pieno di promesse. Che potrebbe tornare ad esserlo. <<Secondo te perché continuo a cercarti?>> Sussurro guardandola negli occhi, mangiandola con lo sguardo. Spingendola sempre più verso un destino che anche lei sa essere il nostro. Se così non fosse non ci saremmo incontrati più. <<Non fingere, non nasconderti dietro il tuo odio...>> il mio viso lentamente azzera gli ultimi centimetri che mi dividono dalle sue labbra. <<So che ti ho fatto del male, so che non merito un'altra possibilità...>>, eppure continuo a sperare che me la dia. Sfilo dalla tasca dei jeans un oggetto per me molto importante. Qualcosa che lei ha trattato come spazzatura, ma le appartiene e lei lo sa. La blocco con il peso del mio corpo e la fisso ancora più intensamente. Il mio viso azzera definitivamente quel poco di distanza che ancora ci divide. Sfioro le sue labbra con le mie e contemporaneamente riporto quell'oggetto nell'unico posto in cui deve stare. Il luogo per cui è stata creata: il suo collo; poi le accarezzo la pelle della nuca, scendendo piano lungo la clavicola, spostando appena la spugna che la ricopre e scendendo con la bocca su quella seta chiara che è la sua pelle. Sempre quella, sempre uguale. La bacio con delicatezza, la sfioro con la lingua, abbassando ancora un po' l'accappatoio.

<<Io non riesco a starti lontano...>>, sto impazzendo, anzi forse sono già pazzo. La mia bocca ritrova la sua e le mie mani la bloccano alla finestra. <<Lascia che ti ami come non ho mai fatto. Lasciati amare da questo Sehun che avresti conosciuto se non fossi stato un totale idiota. Voglio sentire la donna che sei diventata...>> e affondo di nuovo nella sua bocca, perdendomi nel suo sapore. <<Non lo merito, ma lo vuoi anche tu... Lo so, ti conosco, lo sento...>>

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