Possibile che, nonostante come si sia chiusa la nostra storia anni fa, l'unico modo per noi di parlare ora che ci siamo fortuitamente rincontrati sia rinfacciarci la vita? Fare a gara a chi ha sofferto di più, tirare i conti di una cosa che ormai non si può più calcolare?
«Penso che ormai non ha più senso giustificarmi. Hai già decretato la mia colpevolezza dieci anni fa come in questo momento. È giusto così, no? Quello che ha mollato l'altra sono io, perciò direi che trovato il colpevole il caso si può dire chiuso.»
Mi allontano un po' dal tavolo e accavallo le gambe tanto lei sembra non ascoltarmi; il cameriere non arriva e forse è meglio così, mi è passato l'appetito. E mi passa del tutto quando la vedo prendere la catenina tra le dita e strapparla di netto dal collo. La cosa peggiore che potesse fare davanti a me.
«Che razza di discorso! Mi avresti dimenticato pian piano? Oppure saresti qui allo stesso modo, a riversarmi addosso tutta la tua rabbia e a rinfacciarmi che la mia partenza è stata solo guidata dal diventare famoso e fare un mucchio di soldi. Sì, sono venuto a Seoul, mi sono fatto il mazzo e ho sofferto. Non sai quanto ho pianto per arrivare ad essere quello che sono oggi. Per avere una sicurezza economica che i miei non possedevano. Per dargli una casa che fosse loro, per farli vivere serenamente fino alla vecchiaia. Ecco, ho fatto un mucchio schifoso di soldi, ma sono fiero di averlo fatto. Mi spiace di averti ferita, ma sono orgoglioso di quello che ho fatto di buono sculettando su un palco, sei felice adesso?», parlo con la mia solita calma, a differenza sua che prontamente si mostra con la sua solita scenetta da drama, anche in questo non è cambiata affatto. Solo che poi mi si avvicina e fa ricadere la catenina vicino a me.
Non riesco a muovermi, tanta la rabbia che ora mi è montata addosso. Resto immobile sulla sedia mentre la vedo andare verso i bagni. Non tiro un fiato, sto in silenzio guardandola camminare via dal tavolo, mentre stringo tra le dita l'unico regalo sincero che abbia mai fatto ad una donna.
Il gancino è rotto. La fisso pensando a come si possa riparare, ma a questo punto non mi importa più niente. L'ha gettata come fosse immondizia, come se non avesse mai contato nulla per lei, come se io non avessi mai contato nulla per lei. Se penso a tutti i sacrifici fatti allora per comprarla. Adesso potrei permettermi un gioiello di un valore cento volte superiore a questa, eppure per me ha ancora un valore. Vale di più di un'intera gioielleria e lei lo ha strappato davanti ai miei occhi, lasciandolo cadere come un ramo secco.
All'improvviso quella rabbia montata dallo stomaco mi da la spinta di alzarmi dalla sedia e con poche falcate la raggiungo al bagno. Spalanco la porta e la richiudo alle mie spalle, girando la serratura sul rosso.
La trovo appoggiata al muro con lo sguardo perso.
«Ci sono poche cose che mi fanno incazzare. Davvero pochissime. Ma ce n'è una che mi manda davvero in bestia. Le persone che sputano su ciò che ho regalato loro e me le restituiscono, soprattutto.» Le prendo una mano, aprendole il palmo e buttandoci dentro la collanina, richiudendo poi le dita su di essa, stringendo il mio pugno intorno. «Non mi interessa cosa ne farai dopo che me ne sarò andato, puoi venderla, buttarla nel cesso, riciclarla o schiacciarla con le ruote dell'auto, ma non ti azzardare mai a restituirmi qualcosa che ti ho regalato con amore.» Mi avvicino di più al suo viso.
Il mio cuore inizia a galoppare furioso nel petto, per la rabbia e per tutti quei sentimenti contrastanti che ho iniziato a provare da quando l'ho rivista. «Non ho mangiato a scuola, ho lavorato all'alimentari sotto casa ogni sera e mi sono svegliato la mattina presto tutti i giorni, ogni giorno per un mese, per potermi permettere questa catenina d'oro. Per poterla comprare in tempo per il nostro anniversario, perché per me era importante. E tu ti permetti di strapparla e gettarla come se non valesse neanche quei due anni di vita passati in simbiosi?» Mi avvicino sempre di più, tanto che quasi sento il sapore delle sue lacrime, che mi accorgo le rigano il viso. «E' anche più crudele di lasciare una persona senza spiegazioni.» Picchio una mano al muro, al lato del suo viso. Il mio sguardo arde nel suo, di frustrazione, delusione, rammarico, qualcos'altro. «Sei contenta? Volevi farmi soffrire, farmi incazzare, deludermi come ho deluso te. Beh, ti comunico che sei riuscita nel tuo intento.»
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Un Amore dal Passato...
RomanceSehun degli Exo, incontra per caso il suo primo amore "Hanna". Sentimenti e risentimenti ritornano nel suo cuore e nel cuore di colei che non ha mai smesso di amarlo...