16- HANNA

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Il taxi procede lento tra le strade di Seoul, ma a me non importa.

Dal giorno che l'ho rivisto mi sembra di vivere in una specie di limbo dal quale non riesco ad uscire. Sono passati diversi giorni, sono tornata alla mia vita, al nuovo lavoro... il mio capo ha iniziato a corteggiarmi e a mandarmi messaggi equivoci, e l'unica cosa che io riesco a fare, è pensare solo a lui.

Mi tocco il collo più volte sentendomi nuda senza la mia collanina. Era l'unica cosa che ci legasse e adesso non c'è più, come non c'è più lui, o forse non l'ho mai avuto veramente.

Dopo che se n'è andato è successo di tutto nella mia vita ed è per questo che non riesco a perdonarlo, ma lo amo da quando l'ho incontrato. Adesso forse ne amo il ricordo perché non lo conosco, non so chi sia, ma mi manca, mi è mancato ogni giorno da allora.

Arrivata davanti al palazzo, pago il tassista ed entro. Appena il mio capo mi vede mi viene incontro con un sorrisetto e mi appoggia le mani sulle spalle con invadenza. Odio questo genere di cose, ma devo fare buon viso alla situazione.

<< Prepara la valigia signorina Kang, abbiamo un grosso lavoro e dobbiamo raggiungere la troupe che segue il servizio fotografico e la pubblicità sul set... e porta il costume, andremo al mare!>>

Questa notizia mi sciocca un attimo, ma non ho il tempo di rendermi conto di nulla che lui mi trascina in ascensore e in garage. Mi accompagna a casa dandomi il tempo per prendere le mie cose, e in macchina mi spiega che la nostra società collabora con società pubblicitarie e che noi cureremo i contratti da firmare. Per questo serve la nostra presenza anche sul set di queste pubblicità. Mi dice che questa è una delle più importanti, perché è di un marchio internazionale: "Dior"...

Sono felice dopotutto, forse questo mi farà pensare meno a "lui" e potrò dedicare tempo a me stessa. L'unica nota stonata è il mio capo. Il signor Lee! È un bell'uomo, ma ci prova con tutte, e io come ultima arrivata evidentemente sono destinata ad essere la prossima vittima.

Sorrido chiudendo la borsa da viaggio e scuoto il capo. Con me ha trovato pane per i suoi denti.

Appena risalgo in macchina il caro capo inizia come una macchinetta a parlare e io faccio finta di essere interessata a tutto ciò che dice... il viaggio fortunatamente non è lungo e arrivati in albergo, rimango scioccata.

Un hotel di lusso... Ovviamente per il marchio Dior non poteva essere altrimenti.

<< Quanto ci fermiamo, signor Lee?>> Chiedo già nervosa. Lui mi guarda dalla testa ai piedi immaginando chissà cosa e sorride. << Rilassati Hanna, posso chiamarti così? Il week end sarà tutto per noi... il lavoro è poco e possiamo rilassarci come vogliamo!>>

La sua risposta non mi sorprende, ma sarà sorpreso lui quando lo rifiuterò... stupido borioso.

Poi mi mette una mano sulla schiena e mi sospinge all'entrata. <<Andiamo, ci stanno aspettando!>>

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