27-SEHUN

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Mi volto verso la porta e l'unica cosa che vorrei è sentire i suoi passi che mi corrono dietro e le sue mani delicate che mi fermano. La sua voce che mi chiama, che mi implora di restare. L'ultima volta che me ne sono andato ho scelto per lei, ho pensato di fare il suo bene. Ora le sto dando la possibilità di scegliere e il suo silenzio risponde per lei. Abbasso la testa arrivando alla porta, pronto a sparire. Non la obbligherò più ai miei voleri.

Non faccio in tempo ad abbassare la maniglia; qualcuno bussa alla porta e chiama Hanna. Il viscido porco è venuto davvero. Vorrei tirare un pugno alla porta fino a sfondarla e prenderlo in pieno viso, ma lei arriva, mi zittisce con una mano sulla bocca e mi sposta fino a schiacciarmi al muro. Mi prega di non parlare, di non dire niente.

Per amor suo obbedisco anche se avrei voglia di pestarlo a sangue.

Grazie a Dio si compre più che può e apre appena, cercando di liquidarlo, anche se lui insiste ad invitarla a cena, a comprarle un abito adatto all'occasione e a me viene solo da vomitare, ma continuo a zittirmi, a trattenermi, tutto purché se ne vada.

Una volta soli mi guarda, mi fissa come avrei desiderato poco fa.

<<Ti ho pensato più di quanto tu possa immaginare. Ho sofferto la tua assenza più di quanto tu possa pensare.>> E so che non mi crederà anche se sono più sincero di quanto sia mai stato. Anche se non penserebbe mai che non mi sono mai più innamorato dopo di lei. Non ha senso dirle ora che molte volte ho pensato di tornare a casa e riprenderla con me, ma per farle vivere quale vita? Nascosta da tutti? In continuo pericolo di finire suoi giornali, essere mira dell'odio delle fan? Se glielo spiegassi capirebbe? Non avrebbe avuto una vita spensierata come quella che abbiamo vissuto dodici anni fa. Non è tutto così facile come crede. Eppure ora, adesso che è qui, l'unica cosa che vorrei è riprenderla, riprendere da dove ci siamo fermati.

Poi lentamente scopre il suo corpo. So che vuole ferirmi, ma sono già così furioso con lei e con me stesso che non ho più spazio per il dolore. <<Se pensi di farmi del male stai sbagliando tattica.>> Commendo acido. <<Se pensi che sia solo il tuo corpo che voglio, non hai mai capito niente e la tua immaginazione, la tua comprensione della situazione, non è mai andata oltre il tuo dolore. Se pensi di essere stata l'unica a soffrire, sei molto lontana dalla verità.>>

La guardo e per la prima volta da quando l'ho incontrata al ristorante, non la riconosco. Non so più chi è. <<Evidentemente non sei la Nana che conoscevo, se non riesci a vedere oltre il tuo naso.>> La guardo dalla testa ai piedi. <<E ricopriti, non sono mai stato così superficiale. E mi offende che tu possa pensarlo.>> Torno vicino alla porta, ma prima di aprirla mi rigiro. <<Se dentro di te è rimasto qualcosa dell'Hanna che amo, prendi le tue cose e torna a casa immediatamente. Licenziati, o finirà male per il tuo pseudo capo. Io ti ho avvisato. Non smetterò di proteggerti, nonostante la poca stima che ti è rimasta nei miei confronti.>> Apro la porta e torno a guardarla per l'ultima volta. <<Sei bellissima, quella collana ti sta sempre un incanto, ma se ora vuoi buttarla liberissima di farlo.>>


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