{𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 3}

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Izuku rincasò a casa fradicio dalla testa ai piedi.. avrebbe fatto una doccia calda,più tardi..il tempo che gli bastava per contemplare l'accaduto.
Si diresse a passi lenti in camera sua, al secondo piano, ed entrandoci, si stese sul letto a fissare l'immacolato soffitto.

[...]

Uscendo dalla doccia, si ricordò di aver lasciato il cambio in camera perciò, stoppando la musica impostata ad alto volume, entrò in camera.

Crack.

Izuku, con ancora la maniglia nella mano, spalancò gli occhi alla vista di sua madre posare alcuni panni puliti e ben stirati sul suo letto.

«M-Mamma..» Sussurrò appena udibile.

«Izuku, ti ho messo i pan-» Alla donna le parole gli morirono in bocca quando, girandosi, vide il corpo del figlio ricoperto da decine di lividi, graffi e tagli..

«Chi..chi è stato?!» Urlò la donna, ormai ricoperta da crepose lacrime.
Gli corse incontro, al figlio, iniziandolo a sccotere con non curanza per avere il più presto possibile delle risposte..

Ma Izuku.. a Izuku un nodo in gola gli permetteva a malapena di respirare, preso alla sprovvista.

Aveva detto che sarebbe rincasata tardi.. allora..allora perchè è qui? Perchè non mi ha avvisato?

Non voleva farsi vedere in quello stato da lei, da sua madre. Colei che lavorava ogni giorno, colei che si offriva a pulire le case, badare gli animali, le nonne e i bambini di altrui.

La respinse con un tocco gentile e delicato..

«Esci..» Riuscì a sussurrare.

«I-Izuku.. ti prego dimmi ch-»

«Esci!» Urlò, lo sguardo inchiodato a terra, ricoperto da una verità a lui troppo dolorosa..

L'aveva scoperto...

L'unica persona a cui doveva preoccuparsi di tenergliela nascosto... era lei, sua madre.

E lo aveva scoperto.


Izuku si richiuse immediatamente la porta alle spalle una volta che, sua madre, obbeddì.
Si chiuse dentro, buttando da qualche parte la chiave. Si mise la testa fra le ginocchia e le mani a coprire le orecchie all'udire i pianti disperati della donna dietro la porta.

Non è colpa tua, mamma.. Pensò fra vari singhiozzi e ansimi.

Odiava sentire sua madre piangere, specialmente se la causa di quel doloroso e rauco pianto fosse lui stesso.
La madre continuò a pregarlo di dirgli il nome di questa persona, così avrebbe avuto modo di aiutarlo.. ma lui non voleva proprio saperne.

Solo quando, dopo due estenuanti ore di pianto e supliche per scoprire il colpevole e non ricevendone mai risposta, Inko si rassegnò.

«..Va bene» Tirò su col naso «Ti preparo il Katsudon..che dici?» Cercò di sdeviare il discorso, mettendo al primo posto la salute di suo figlio.
Ovviamente non si era ancora del tutto arresa.. ma chiedetà a Izuku quando si sentirà pronto.

Izuku non rispose ma la donna scese giù in cucina a prepararglielo ugualmente.. sperando scendesse.

Purtroppo, con il passare delle ore e la mancanza di suo figlio in cucina, la cena preparata con affetto si raffreddò e Inko finì per addormentarsi sul balcone della cucina.




Nei giorni sucessivi Izuku uscì di camera solamente per andare a scuola o per i pasti giornalieri, del resto se ne stava chiuso in camera, aporoffitando di avere un bagno per stanza.

Izuku riuscì a passare gli esami con il punteggio più alto e, nel periodo estivo conobbe anche AllMight. Quest'ultimo, riconoscendo le capacità e la benevolezza del ragazzo, decise di allenarlo con il solo compito di aumentare la massa muscolare per poter sopportare il One For All.


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Grazie ad AllMight, riuscì ad entrare alla UA, raggiungendo così il suo più grande obbiettivo...

Diventare un eroe.


Sentiva un vuoto..però, al centro del petto..










Un vuoto che, dalla sera di quella primavera, non si era più colmato.






Angolo me!


Ok, è corto lo so! Ma non mi piace scrivere tutta la successione di come Izuku ha ottenuto il One For All e bla bla bla..🙂.

Tranquilli adesso vado a scrivere il continuo! Però non so se lo pubblicherò questa sera stessa oppure domani.

Buon Capodanno comunque ragazzi!! Spero lo passiate al meglio.

Io sono a casa per tenere compagnia ai gatti che, essendomi trasferita al centro della città, ci saranno molti botti e loro già avevano paura quando eravamo in aperta campagna🥲.





 𝑵𝒐𝒏 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒕𝒆𝒏𝒆 {𝑏𝑎𝑘𝑢𝑑𝑒𝑘𝑢}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora