{𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 21}

114 12 21
                                    

Con la schiena contro il muro del night club, mi ritrovai a lanciare occhiate fuggitive al ragazzo posto al mio fianco.

La luce lunare gli accarezzava gli zigomi, donando brillantezza anche ai folti capelli biondi e oscurando il resto del suo capo curvo.

«Non dovresti usare sempre la violenza.» Sussurrai, nella speranza di smorzare la tensione creatasi nell'aria.

Si susseguì uno sbuffo.

«Non darmi ordini, De-» I suoi occhi si spalancarono «Midorya.».

Sorrisi.

«Deku

Alzai lo sguardo verso il cielo stellato.

Sentendo dei movimenti al mio fianco dedussi fosse Bakugo che compì il mio stesso gesto.

Quando gli lanciai un'occhiata, vidi che stava muovendo le labbra, ma non ne uscì nessun suono.

«Hai detto qualcosa?»

«No.»

Si staccò dal muro, le mani nelle tasche, e si voltò.

«Non aiutarmi più.»

Poi si voltò di nuovo, concedendomi soltanto la visione della sua maestosa schiena.

«E non toccarmi più in quel modo.».

E se ne andò.

Uraraka Pov's.

«Grazie.»

Guardai dal basso Ilda sistemarsi gli occhiali.

Era da un po' di tempo che lo vedevo più...strano. Ultimamente aveva smesso di controllarci e di lamentarsi se lasciavamo i compiti a casa o dimenticavamo una penna, ciò che di solito faceva sempre.

Anche quella sera era stato troppo silenzioso, freddo e riservato.

«È tutto ok?» Dissi appoggiando la bottiglia datami sul cuscinetto della poltrona al mio fianco.

Lo vidi seguire i miei movimenti attentamente, per poi annuire.

«Non è vero.» Dissi seria.

«È tutto ok.»

«No.» Insistetti, e lui sbuffò.

«Ti piace, vero?»

La sua domanda mi colse di sorpresa, ma capii a chi si riferiva e con le gote leggermente arrossate, annuii.

«E cosa ti piace di lui?»

«Perchè ti interessa?»

«Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda.»

«Non sono affari tuoi.» Sussurrai acida.

Che gli importa?

«Ah, no?»

«No.»

Lo vidi serrare la mandibola, una vena ingrossarsi sul collo.

Mi afferrò per il polso e mi fece alzare, sbattendomi contro al muro più vicino.

Sussultai.

«Io dico di sì.» Rispose.

«Lasciami..» La voce divenne un borbottio strozzato. Iniziai a sentirmi accaldata e irrequieta da quella improvvisa vicinanza.

«No.»

Alzai lo sguardo nel suo, mi stava già osservando. Le sue iridi notture erano illuminate da tante piccole stelle, invitandomi a non distogliere lo sguardo.

 𝑵𝒐𝒏 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒕𝒆𝒏𝒆 {𝑏𝑎𝑘𝑢𝑑𝑒𝑘𝑢}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora