{𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 14}

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Quando Izuku si svegliò in ospedale, si sentì come se fosse in un sogno nebbioso. È come se il corpo fosse avvolto da un lenzuolo freddo e il suono dei monitor sembrasse un battito caridaco accellerato. L'odore dell'ospedale arrivava pungente facendolo sentire come se fosse circondato da prodotti chimici. Era un miz strano di sensazioni, come se il mondo attorno a lui fosse fuori sincronia.
Provò a muovere il braccio, ma si pietrificò sul posto quando una scarica di dolore lo pervase da gambe a testa, immobilizzando sul posto.

Alzò lo sguardo, osservando la stanza troppo fredda per i suoi gusti, venendo attirato successivamente dal lento scatto della porta.
Da lì, uscì una donna. Aveva un camice celeste, stesso colore dei pantaloni, e indossava un paio di pantofole bianche. Attorno al collo, invece, teneva uno stetoscopio facendogli intuire che si trattasse di un' infermiera.

«Oh!» Esclamò sorpresa, «Ben svegliato.» disse. Si chiuse la porta dietro a se e, con passo calzante, si avvicinò.

Izuku osservò i movimenti della donna, sull'attenti, mentre controllova tutti i parametri vitali.

«Cos'è successo?» Domandò poi, tossendo. La voce gli arrivò roca e secca, sentendosi strozzare.

«Izuku Midorya, giusto?» Domandò la donna, afferrando una cartellina da una tasca del camice «Sei stato travoloto da vari edifici, per lo più macerie.».

Izuku sgranò gli occhi e subito vari ricordi riaffiorarono investendolo completamente.

«La ragazza come sta?»

A quella domanda la donna alzò il viso e lo puntò con stupore nel suo.

«Sta bene, ha riportato solamente varie ferite su varie parti del corpo ma nulla di grave, non rimaranno cicatrici a quanto sembra.» Rispose sorridente l'infermiera. Poi prese una penna con una minitorcia e gliela puntò agli occhi.

Izuku sospirò sollevato alla notizia.

«Bene, sembra che tu sia apposto. Se tutto continuerà a filare liscio, entro una settimana potrà già tornare a casa. A scuola, invece, sarebbe preferibile fra due. Il corpo ha subito varie ripercussioni, perciò miraccomando il completo riposo.» La donna lo fulminò con gli occhi ed Izuku annuì imbarazzato. Guardò la donna avvicinarsì alla porta, fermandosi poi allo stipite. «Ha ospiti.» Detto ciò uscì.

Uraraka sorpassò a passo frettoloso la porta, chiudendosela alle spalle una volta accertatasi che l'infermiera se ne fosse andata.

«Izuku!» Enunciò sorridente, gli occhi brillarono di felicità pura. Gli corse incontro e lo abbracciò, stando attenta a non fargli troppo male «Come stai?».

«Mi sento distrutto..» Commentò Izuku, buttandosi all'indietro.

Uraraka emise una lieve risata, raddrizzandosi successivamente, «Hai avuto molte visite.» disse. Izuku rialzò lo sguardo a quello della ragazza seduta su una sedia in legno ai piedi dee letto e alzò un soppracciglio.

«Chi?»

«Allora,» Uraraka ci pensò sù, «da me, tua madre, tutta la classe e..ah! Non ci crederai mai a ciò che ti sto per dire!» annunciò. I suoi occhi brillarono di una sorpresa incomprensibile agli occhi del verdino che la guardava confuso, intimandogli di continuare.

«È venuto Bakugou.»


«Cosa?» Domandò Izuku. I suoi occhi si spalancarono violentemente, le pupilla si dilatarono e il battito cardiaco aumentò.

«Izuku? Izuku stai be-» Chiese preoccupata l'amica notando come il bip dell'hoter cardiaco risuonasse sempre più rapido nella stanza.

«Quanti tempo mi trovo qui?» Domandò Izuku, interrompendola.

 𝑵𝒐𝒏 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒕𝒆𝒏𝒆 {𝑏𝑎𝑘𝑢𝑑𝑒𝑘𝑢}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora