{𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 29}

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La sua lingua vorticava veloce insieme alla sua e Izuku non poteva fare altro che ricambiare, muovendo il bacino verso di lui.

«Sì..così, Izuku..»

I gemiti del viola risuonavano nella stanza, inudibili a causa della musica dagli altri ma abbastanza forti da poter essere sentiti dal verdino.

Non si sa come i due fossero finiti in una stanza da letto, al piano di sopra e a strusciarsi a vicenda.. fatto sta che entrambi erano finiti lì per gli stessi ideali; dovevano dimenticarsi di quella persona.

Izuku era ancora a cavalcioni sopra il viola a limonarselo, quando quest'ultimo gli tolse il top e passò in rassegna alla sua clavicola, deliziando il suo collo di avidi succhiotti.

Ed Izuku non potè fare a meno di gemere, gettando la testa all'indietro e chiudendo gli occhi.

La pittura rossa che prima posava sulla sue labbra era ormai quasi completamente sulla bocca dell'altro e sul collo.

Due occhi rossi comparvero nel buio dei suoi pensieri. Lo scrutavano da cima a fondo, mettendolo a disagio nonostante fosse frutto della sua stessa immaginazione.

E si maledì.
Si maledì perchè malgrado ci provasse, non riusciva a toglierselo dalla testa.

Si staccò lentamente dal viola, che sorpreso lo osservò in attesa di una spiegazione.

«Shinso..è sbagliato. Stiamo sbagliando.» Spiegò Izuku abbassando il capo.

Shinso annuì, consapevole.

«Siamo messi male, eh.» Concordò, scambiandosi piccoli baci innocui con il più piccolo.

Izuku si rimise il top e si diede una sistemata generale. Poi si alzò e offrì la mano al viola che la accolse dolcemente.

«Grazie, Midorya.»

«Nulla.» Sorrise, «Andiamo di sotto?».

«Va bene.»

Così i due scesero al piano inferiore venendo inerosabilmente coinvolti nella massa, la musica a tutto volume e il buio con solo i colori florescenti a fare da riferimento.

I due si divertirono insieme, ballarono e si scambiarono qualche bacio tra amici.

Ma ad una certa, Izuku decise di uscire a prendere una boccata d'aria e così, scusandosi, uscì in giardino.

Non c'era nessuno; solamente l'aria fredda d'inverno e qualche fiocco di neve qua e là.

Sospirò creando del fumo che si dissolse facilmente, mentre si portava le mani sugli avambracci nella speranza di trovare un po' di calore.

«Deku.»

Izuku spalancò gli occhi e il freddo sembrò sparigli di dosso se non fosse che il corpo tremava ancora.
Girò la testa di lato e non fu sorpreso di incontrare due occhi cremisi a qualche mentro di distanza, davanti a lui.

Notò come il biondo gli stesse puntando le labbra con una smorfia, e subito scattò sull'attenti, «Cosa?».

«La pittura è andata tutta via, Deku.» Parlò come se avessi sbagliato e che ora ne era deluso dal mio comportamento, «Cristo, Deku.» il naso gli si arricciò.

Izuku roteò gli occhi, «Non avevo promesso nulla sulla  tua scomessa, Bakugo».

Quest'ultimo gli lanciò un'occhiataccia, poi si avvicinò costringendo al verdino a spalmarsi contro il muro.

 𝑵𝒐𝒏 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒕𝒆𝒏𝒆 {𝑏𝑎𝑘𝑢𝑑𝑒𝑘𝑢}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora