{𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 11}

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Passarono giorni dopo la festa a casa di Denki e Izuku e Katsuki non si rivolsero più parola.
Izuku cambiava ogni volta che lo incontrava e Katsuki nemmeno lo guardava.
Era una sorta di nascondino, senza tana però... uno vedeva l'altro e quest'ultimo cambiava, correva e scappava da lì..
Ma a Katsuki andava bene tutto ciò?

La risposta, sebben bastava una sola affermazione, sì, o una negazione, no, per lui, Katsuki, non gli andavano bene nessuna delle due opzioni.
Ovviamente Izuku, dopo ciò che era successo, era del tutto normale che lo evitasse..in fondo, glielo aveva ordinato lui stesso. Però continuava a sentire questo dolore, insidiato nel petto, che graffiava, urlava e radicava sempre più le radici. Odiava quel dolore, così graffiante da fargli mozzare il fiato ogni volta..

Da quell'accaduto alle medie, lì sotto la pioggia in cui il 'sassolino in mezzo alla strada' lo aveva mandato a fanculo, qualcosa in lui era cambiato.
C'era qualcosa, di invisibile e potente, a impedirgli di avvicinarsi ad Izuku ancora una volta.
È da lì che quel dolore al petto non se ne andò più.

Finite le medie Katsuki perse i rapporti con il gruppo di 'amici', ma a lui non fregava una mazza di loro.
Voleva andare alla UA e cazzo, nessuno glielo avrebbe impedito.
Ma quando vide il verdino lì, seduto in un banco a parlare con una ragazza, non si arrabbiò. Forse a causa dello shock, oppure a causa delle mille domande di come, un quirkless, fosse riuscito ad entrare in una scuola per eroi..
Gli ribollì il sangue però quando il nerd non glielo disse, il motivo di come fosse riuscito ad entrare, destabilizzandolo.

E quando alla festa, mentre rigettava l'anima all'interno del cesso Izuku gli si mise accanto per dargli conforto, lui s'infuriò. Gli sbraitò contro cercando di graffiarlo, incolparlo e minacciarlo.. di tutto per non averlo lì, vicino accanto a lui..
La sua testa era piena di punti interrogativi, a cui non riusciva a dare nemmeno una risposta sensata.. e lui, dopo tutto ciò che gli aveva fatto, era lì. Lì e solo lì ad aiutare un mostro che fino a qualche mese fa non aveva fatto altro che picchiarlo, minacciarlo e pigliato per il culo.
E mai aveva odiato un suo particolare di Izuku più dei suoi occhi.
Li odiava, perchè erano come libri aperti, i suoi. Erano pieni di verità, dove si potevano leggere ciò che provava.
Odiava come i suoi occhi erano diventati nitidi, spenti e..tristi, doloranti e pieni di delusione ogni volta che incastrava i suoi occhi ai suoi. Lo faceva sentire uno schifo.
Perciò urlò, imprecò esasperato che se ne andasse, di non guardarlo..
E quando Izuku, ostinato come sempre, chiuse gli occhi senza nemmeno accennare un piccolo movimento, Bakugo strinse i pugni ma nel momento in cui era giunto a pochi centimetri dal suo viso, ritrasse il pugno, odiandosi ancora di più.
Lo aveva fatto di nuovo..
aveva perso nuovamente il controllo.
E se ne andò.





«Izuku!» Cinguettò Uraraka, afferrandolo per il polso.
Avevano programmato un uscita, quel giorno, solo loro due. Erano andati al cinema a vedere un film comico e, dopo aver fatto mille foto sotto richiesta della castana, si erano rifugiati ad una piccola festicciola.
Vi erano svariati banchetti di dolci giapponesi, crepes e gelati. Poi ve ne erano altri salati e così via. Uraraka stava indicando una bancherella peina di peluche, dove pistole finte erano appoggiate su una tavola di legno da utilizzare per sparare agli obiettivi.

«Ti va?» Domandò speranzosa, e Izuku non pote rifiutarsi quando la ragazza fece il viso da bambina.
Si avvicinò alla signora e sorridendole  la pagò. Prese la pistola e mirando con attenzione...sparò.

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«Ah, che bello! Grazie, grazie, grazie!» Esclamò euforica la castana, stringendosi al petto un peluche di messo metro al petto. Era un peluche a forma di orso, il pelo era bianco e nella zona pancia vi erano sfumature tendenti al rosa.

«Sono felice che ti piaccia.» Disse sorridendo, uscendo dalla fiera a passo calmo.

«Avresti dov-» Non finì la frase che una forte esplosione avvenne dietro la schiena della ragazza, lì dove fino a poco fa vi erano cittadini a camminare fra le varie bancarelle.
Poi un urlo straziante, e ciò basto a far scattare Izuku, seguito da Uraraka, a correre in soccorso.

 𝑵𝒐𝒏 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒕𝒆𝒏𝒆 {𝑏𝑎𝑘𝑢𝑑𝑒𝑘𝑢}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora