{𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 25}

143 13 19
                                    

Nei giorni sucessivi, la rappresentante della classe 1A dell'istituto studentesco UA, aveva organizzato un ritrovo a casa sua per la preparazione di dolci a tema natalizio e così, nel freddo pomeriggio di un sabato, tutta la classe era riunita nella maestosa dimora della corvina.

Maestosa era un diminuitivo, pensò Izuku una voltasi ritrovato davanti ai grandi cancelli posti all'ingresso dell'abitazione della ragazza.

Fatti in acciaio con le punte a forma di freccia, racchiudevano dietro di loro un meraviglioso giardino. Fatto ad eccezione del centro, dove vi era una gigantesca fontana con un angelo vittorioso in alto.
I giardini erano ben curati e gli alberi secolari erano bellissimi da ammirare.

La villa, posta sopra un crepidoma, si innalzava verso il cielo in tutta la sua bellezza: la pietra naturale era stata impiegata per le facciate esterne, per i camini posti nelle varie stanze e varie decorazioni interne.

Il legno di alta qualità era stato utilizzato per i pavimenti, mobili su misura e alcuni dettagli architettonici.

Izuku lo trovò carino, perchè sebbene si sentiva leggermente fuori posto in un luogo del genere, il legno regalava un senso di comfort che lo riscaldava nel petto.

Il vetro invece venne impiegato per le finestre, le porta finestre e le pareti vetrate per massimizzare la luce naturale all'interno della villa, concedendo una vista mozzafiato del giardino.

Quando Izuku e gli altri fecero il loro ingresso in cucina, si ritrovarono di  stucco davanti a ciò: i mobili erano in legno scuro, così come l'isola posta al centro. I fornelli, le sedie e le pareti di quella stanza erano nere, mentre la luce sopra di loro era di un giallo caldo.

Izuku dovette deglutire a fatica, mentre Jirou esclamava un piccolo «Wow.»

«Mi piace.» Tokoyami sembrava il primo ad essersi adattato a ciò.

«Fate come fosse a casa vostra!» Annunciò Momo raggiante, mentre ci invitava dentro la stanza.

Fosse facile.

«Gli altri?» Domandò Ilda sistemandosi gli occhiali.

Effettivamente, alcuni dei nostri compagni non erano ancora arrivati, tra cui Kacchan.

«Arrivano più tardi, dovevano fare una cosa.» Ci informò Momo infilandosi un grembiule, «Ci hanno dato il permesso di andare avanti senza loro.».

A ciò, tutti noi ci rilassammo e affiancammo Momo che non sembrava affatto a corto di grembiuli.

«Cosa prepariamo?» Domandai.

Momo iniziò a maneggiare un vecchio libro d'appunti, sfogliando le pagine ormai ingiallite con il passare del tempo.

«Stavo pensando ad una torta, biscotti di pan di zenzero, dei muffin, pancake...»

I presenti impallidirono.

«E se p-partissimo con uno intanto?» Portai le mani in avanti  gesticolandole, mentre ridevo nervosamente nel pronunciare quelle parole.

Qui stiamo impazzendo.

«Nah, se è perchè avete paura di consumare troppi alimenti, non preoccupatevi. Non abbiamo problemi per le uova e il resto!» Ci sorrise calorosa.

Si era visto..

«Non è per quello-» Si intromise Uraraka, «Si ok, forse anche quello. Quello che intendiamo dire è che per noi è troppo cibo.».

Momo alzò le soppraciglia ben curate e si portò l'indice sulle labbra.

«Effettivamente.»

«Che ne dite dei biscotti pan di zenzero?» Fu Mineta a parlare.

 𝑵𝒐𝒏 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒕𝒆𝒏𝒆 {𝑏𝑎𝑘𝑢𝑑𝑒𝑘𝑢}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora