{𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 28}

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Quando arrivarono a casa dell'amica, le luci soffuse dei lampioni illuminavano notevolemente la strada, la musica tuonava dalla villa e qualche fiocco di neve aveva iniziato a scendere silenziosamente nella notte.

Nel giardino interno, decine di macchine erano poste ai lati della strada in ghiaia mentre regalavano la visione della maestosa scalinata per giungere all'ingresso.

Le ampie finestre, solitamente aperte consentendo la visione dell'interno, erano coperte da dente scure. La musica era l'unico indizio che rilevava una festa al loro interno.

Uraraka diede una svelta ritoccata all'amico dai capelli ribelli prima di afferrarlo per braccetto e dirigersi dentro l'oscurità della casa.

E ciò che si presentava all'esterno, non era pernnulla paragonabile al caos all'interno.

Lì, vi erano i più mille colori e i due capirono il perchè della scelta del colore del tema.

Della lucee non vi era traccia, ma il soggiorno sembrava non straboccare di colori; i presenti avevano i vestiti spruzzati vernice al neon.

Giallo, rosa, verde e blu erano i protagonisti.

«Wow...» Uraraka aprì spalancò la bocca e fece per richiuderla in tempo perchè un invitato gli spruzzasse della vernice rosa addosso con l'aiuto di una pistola ad acqua.

Il vestito invernale della castana che componeva di un largo maglione nero, lungo fino alle ginocchia, e che era stretto alla vita da una cintura del medesimo colore, alti stivali e una borsetta, vennero sprocati di colore.

«Dai!» Uraraka urlò al ragazzo, anche se nonostante ciò vi era del leggero divertimento nel tono della ragazza.

Il ragazzo se ne andò sghignazzando, unendosi alla massa, prima che altri colori vennero spruzzati in giro per la stanza; i divani, i mobili, la televisione... tutto era ridotto al caos.

Uraraka si era data da fare con Izuku e il risultato era straordinario: un top  senza maniche, dei pantaloni slim fit e degli stivali, tutto coordinato per il tema della festa.

Era stupendo per quella serata, ma non lo avrebbe mai messs se avesse saputo la malvagità che vi era dietro.

Doveva andarsene e per farlo doveva trovare una scorciatoia.

Uraraka era ormai vittima dei colori e sembrò non importargli molto perchè iniziò anche lei a dipingere gli invitati, guadagnando tempo al verdino per scappare.

Fece lo slalom tra la folla, stando il più attaccato possibile alla parete per evitare la massa al centro, e presto arrivò in una stanza più tranquilla: il giardino sul retro.

Lì vi erano poche persone, chi muoveva il bacino al ritmo della musica all'interno e chi chiacchierava vivacemente sorseggiando qua e là il suo drink.
Izuku tirò un sospiro di sollievo dopo essersi accertato che nessuno fosse armato di pistole a vernice e si appoggiò con la schiena al muro.

«Hey, Midorya!»

Una voce familiare fece alzare il volto del verdino e incontrò tre chiome della sua classe: Kirishima, Denki e...

Bakugo.

Con una ragazza.

Il biondo indossava un maglione a collo alto e dei pantaloni eleganti, le scarpe nere e una collana d'argento al collo.

Era favoloso, pensò Izuku per poi analizzare la ragazza al suo fianco.

Aveva dei lunghi capelli neri, gli occhi chiari come il cielo e un sorriso al dir poco incantevole.
Indossava un vestito nero che le abbracciava le curve accattivanti, una scollatura al sopra il seno e dei tacchi alti.

 𝑵𝒐𝒏 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒕𝒆𝒏𝒆 {𝑏𝑎𝑘𝑢𝑑𝑒𝑘𝑢}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora