{𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 24}

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Restammo immobili, pietrificati, a fissarci l'un l'altro.
L'aria attorno a noi, gelida come non mai, rese l'atmosfera glaciale.

Uno schiaffo.

«S-Sei impazzito?!» La mia voce uscì più acuta di quanto potessi immaginarmene, riversandogli come acqua ghiacciata tutto il mio rancore.

Rimasi sorpreso, però, quando Kacchan non mi si fiondò contro per aver osato fare un gesto tale.

Rimase immobile, davanti a me, con gli occhi sgranati.

Il cuore era impazzito, non ne voleva sapere di rallentare.
Ma io volevo risposte.
Le esigevo.

«Quindi?» Insistetti, trattenendo le lacrime.

Perchè mi aveva baciato?
Perchè mi aveva toccato in quel modo, così poco casto?
Cosa voleva da me?
Perchè lo ha fatto?
Perchè?
Perchè?
Perchè?!

«Cazzo Deku.» Ringhiò allontanandosi «Ma allora non capisci?».

Era irritato, me ne accorsi subito dal suo tono spazientito.

Io lo sapevo, avevo capito il perchè di un gesto tale, ma forse ero talmente accecato dalla negazione, dal rifiuto e dalla sorpresa, che in quel momento non ne volli sapere di ragionare.

Gli rivolsi uno sguardo che, in realtà, non sapevo descrivere nemmeno io: furore, disappunto, stupore..

Presi un lungo sospiro e me ne andai.

________

Da quel giorno non ci rivolgemmo più la parola, anche se alcune occhiate fuggiasche erano diventate inevitabili.

«Mi passate una pallina?»

«Questa?»

«Sì, grazie!»

Il natale era ormai alle porte, e con se anche le vacanze natalizie.

La classe aveva deciso, durante un assemblea, di decorare la classe con addobbi e quant'altro in onore della festività tanto amata dai bambini.

Momo, la rappresentante di classe insieme a Ilda, ci aveva diviso in 'squadre': Io, Shoto, Momo, Hanta e Kirishima per la realizzione dell'albero; Bakugo, Denki, Mina e Mineta per le decorazioni alle finestre e il resto per i dolciumi e disegnini vari.

«Vuoi una mano?» Domandai a Momo, indicandole le palline rosse.

Mi rivolse un sorriso di gratitudine, infine annuì «Mi farebbe piacere!».

Mi avvicinai a lei per raccogliere alcune palline dallo scatolone al suo fianco, mentre l'aria fredda del mattino mi colse impreparato e di conseguenza rabbrividì.

«Dovevamo mettere l'albero per forza davanti alla finestra?» Mi lamentai, iniziando a scegliere il posto più adatto per il rivestimento.

«L'ho scelto apposta così che si possa vedere anche da fuori.» Mi spiegò allegra, raggirando l'albero per riempire altri spazi vuoti.

«Così che possano notare che classe magnifica siamo!»

Non nascosi un caldo sorriso che mi si formò sulle labbra e quelle dolci parole.

Momo e io non non ci scambiavamo molte parole, se non in ambito scolastico. Nonostante tutto, però, notai come la sua determinazione e la sua allegria ebbe un forte impatto emotivo sulla classe.

Non mi fu difficile infatti ammettere che, se non ci fosse stata lei come rappresentante, la nostra classe ora non sarebbe unita come lo fu allora.

Quella fredda mattinata di un Mercoledì, stava procendendo abbastanza bene.
Essendo che da lunedì sarebbero iniziate le vacanze natalizie, gli insegnti ci concessero il via libera per un po' di svago e tranquillità.

 𝑵𝒐𝒏 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒕𝒆𝒏𝒆 {𝑏𝑎𝑘𝑢𝑑𝑒𝑘𝑢}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora