{𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 17}

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Le ore si proseguirono lente durante la mattinata, proseguendo anche dopo la pausa pranzo-che passai senza toccare cibo- fino alla fine delle lezioni quotidiane.
Mi sentivo vuoto, stranamente tranquillo. Non passai la giornata a pensare, nè a parlare e nè a sentire. Il vuoto più assoluto, piacevole.
Eppure non mi sentivo vivo.

«Izuku, ti unisci a noi?» Mi bastò poco per incrociare due iridi color nocciola.
Prese il mio silenzio come un invito a continuare.
«Andiamo in giro poi boh, a prendere un aperitivo.» Spiegò tranquillamente Uraraka, dandomi tempo per riflettere.
«Va bene, Uraraka. Grazie.» Risposi senza rifletterci molto.
Non so per quale motivo ma non volevo tornare a casa.
«Ma di che! Forza, andiamo!» Esclamò sorridente Uraraka, afferrandomi per il polso e accompagnandomi fuori dalla classe dove Ilda, Tsuyu e Todoroki ci stavano aspettando.

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Passammo un pomeriggio fantastico; andammo in giro per i negozi, prendemmo un gelato e, infine, al calar del crpuscolo, andammo al bar "Sunway".
Quando arrivammo, subito una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi ci scortò ad un tavolo dentro la struttura, consegnandoci infine il menù.
Dopo che emmo ordinato, iniziammo a parlare a voce alta, a causa della musica forte nelle casse, delle prime cavolate che ci passavano per la testa.
Anche quando arrivarono le nostre bibite  non smettemmo di ridere, portando fragore in quel piccolo e accogliente bar.

L'uscita si era rivelata un successo, difatti, ora non sentivo più quel macigno pressante sul petto. Uscire con i miei amici mi aveva fatto bene e avrei voluto dire lo stesso per il futuro, se non fosse che, in quel momento, qualcuno a me sfortunatamente familiare fece il suo ingresso nel locale.

«Cosa ci fa qua Bakugo?» Domandò stizzita Uraraka, notandolo al tempo stesso.
Lui, al contrario, non sembrò fare caso a noi che, sempre con quell'aria da arrogante, era andato ad ordinare da bere. Non era solo, però, perchè vedemmo affiancarlo anche Kirishima e Denki.

Tsuyu alzò le spalle, come se la cosa non la toccasse più di tanto. Al contrario mio, che ormai ero un cumulo di nervi pronti ad esplodere.

«Lo frequentano spesso questo locale.» Spiegò poi Trusyu, finendo la sua bibita.
«E tu come lo sai?» Domandò Ilda, inarcando un sopracciglio.
«Le voci nel corridoio.» Spiegò come fosse la cosa più ovvia al mondo. «Volete sapere un gossip?» Domandò poi.
Uraraka fu la prima ad annuire, mentre io, Todoroki, stato in silenzio per wuasi tutta l'arcata della giornata, e Ilda stavamo in silenzio.
Tsuyu portò i gomiti al tavolo e il mento sopra alle mani.
«Dicono che Bakugo, una sera da ubriaco, si sia fatto una ragazza del terzo anno.» Disss sorridendo maliziosente, come se la cosa la esaltasse da impazzire.

Oh.

Il mio cuore si fermò, mentre una voragine prese a scavarmi nel petto.
Mi aggrappai con con le mani alle ginocchia e, non riuscendo a controllare più la tensione, annunciai di dover andare in bagno.

Mi innoltrai nella massa e ben presto persi la scritta che indicava dov'era il bagno. Era anche all'altezza di un metro e sessanta, rendendolo leggibile alla gente ma, guarda caso, in quella massa vi era solo e specialmente gente alta almeno due metri.
Perchè tutte a me?

«Permesso..» Iniziai a ripetere, ma nulla. La gente si spostava solo per ballare.
Se non volete spostarvi con le buone, allora lo farete con le cattive.
Presi un lungo respiro e iniziai a spingere tutte le persone che mi si paravano lungo il cammino.
Mancava poco, la scritta compariva a pochi metri da me, ma qualcuno mi afferrò per l'avambraccio.
«Tu!» Esclamò un uomo sulla cinquantina, dai lunghi capelli grigi e la barba del medesimo colore. Mi guardava infuriato, forse era uno dei tanti che avevo spinto lungo la via.
«Guarda cosa hai fatto!» Ringhiò mostrandomi la sua maglietta ormai imperlata di birra che aderiva alla sua pancia tozza.

 𝑵𝒐𝒏 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒕𝒆𝒏𝒆 {𝑏𝑎𝑘𝑢𝑑𝑒𝑘𝑢}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora