Capitolo 13

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Sono agitato...sto aspettando di salire sul palco e Luna non è ancora arrivata. Stamattina sono uscito da casa nervoso dopo una stupida lite e probabilmente ho rovinato tutto come sempre. Me ne sto seduto sulla poltrona del mio camerino con la testa tra le mani e i gomiti sulle ginocchia. Dovrei scriverle? non so che fare..."Io ti aspetto... aspetto te perché le mie certezze da solo diventano dubbi, aspetto te perché solo nei tuoi occhi trovo la pace..." di getto invio e me ne torno nella mia bolla di paure. Occhi chiusi e silenzio intorno a me. All'improvviso sento quel profumo invadere la stanza...senza nemmeno aprire gli occhi capisco che è Luna, porta il sole anche quando fuori è buio. Senza aprire gli occhi spalanco le braccia "Niccolò pensavi davvero che non venissi al tuo primo stadio?" apro gli occhi, Luna è rimasta davanti a me ma senza avvicinarsi troppo "che te devo dì...dovresti ave capito che vivo nelle incertezze " affermo poggiando le mani sulle mie ginocchia "e ti chiedo scusa per stamattina" la guardo dritta negli occhi e sento che si stanno bagnando. Luna cambia idea sedendosi sul bracciolo della poltrona e stringendomi a sé.Il mio cuore batte come un pazzo "sono sempre io che rovino tutto" ammetto "smettila...io non mi sono arrabbiata, ti ho solo lasciato uscire...pensi che non abbia capito quanto sei in ansia?" non mi lascia rispondere alla sua stessa domanda ma poggia le sue labbra sulle mie, vorrei poter rimanere tra le sue braccia sempre "ehm...scusate..." Adriano è appena entrato in camerino senza bussare "Adrià ma nun t'hanno insegnato a bussà?" chiedo scocciato "dai movete su che so le otto" guardo Luna sorridere e alzarsi prendendomi per mano "solo se vieni con me" dico sussurrando al suo orecchio una volta in piedi. "Oh Ni, ce stanno i giornalisti di la" Cassio smonta tutti i miei piani. 

Ho appena finito il concerto della mia vita. Ho appena versato fiumi di lacrime di fronte a uno stadio emozionato quasi quanto me. Sono distrutto, il primo abbraccio che cerco è sempre quello della donna che mi ha aiutato a realizzare i miei sogni. E lei è lì davanti a me, così fiera del suo bambino e di quello che sta succedendo nella sua vita "mà...se sto qua è solo grazie a te che c'hai sempre creduto". Questa serata non la dimenticherò mai, qualsiasi strada prenderà la mia vita.

il mattino dopo mi sveglio con la luce del sole che scalda le lenzuola, stropiccio gli occhi voltandomi verso Luna che sta ancora dormendo abbracciata al cuscino e mentre la abbraccio ripenso a stanotte. La favola...mamma mia quante emozioni. Sono ancora allucinato dalla magia di ieri sera, ho provato qualcosa che non saprò mai raccontare a nessuno, davvero inspiegabile. E ripenso, ripenso a quello che ho passato due anni fa, quando dovevo dire a mio fratello di far venire la gente sotto il palco e solo una ventina di persone stavano ad ascoltarmi. L'odore di quel mercato del pesce torna nelle mie narici ogni volta che rivedo nella mia mente quelle immagini. E poi ieri la mia canzone cantata da tutta quella gente e i miei occhi lucidi, il mio sogno, la mia favola realizzata e le mie persone la sotto a vincere insieme a me. 

Appoggio le mie labbra sul collo di Luna scostandole i capelli...un bacio e ancora un altro sperando che si svegli mentre la accarezzo piano "mmm....me devo proprio sveglià?" mi chiede assonnata "dipende, se vuoi continuo a svegliarti io..." dico baciandole lentamente la schiena "dai Ni..famme dormì te prego" si gira verso di me guardandomi, credo di aver reagito male e lei  se n'è accorta dato che mi sono bloccato immediatamente allontanandomi da lei "vado a fa na doccia va" dico mentre mi alzo. "dai Ni ma che te sei incazzato perchè vojo dormì? " non le rispondo e mi chiudo in bagno sbattendo la porta. "idiota del cazzo che sei" dico guardandomi allo specchio. Quello specchio in cui non mi riconosco, non sono io quello riflesso, quello è un altro ragazzo. Mi guardo per una decina di minuti senza capire davvero se sono io o no. Mi sciacquo il viso ed esco da questa stanza tornando da Luna, la cerco in tutta la casa ma non la trovo "un coglione so...un coglione" dico ad alta voce. Vado sul terrazzo e la trovo li, con la sigaretta in mano e le ginocchia sul petto "sei proprio un coglione si" dice guardandomi. Ha sentito quello che ho detto "Luna..." "Niccolò e basta, sempre sta storia, mo hai rotto...nun me chiede scusa, nun me interessa più che me chiedi scusa" un'aria gelida mi attraversa la mente "che stai a di Luna?" "sto a dì...manco io so che sto a dì...nun me parlà, nun me toccà, stamme lontano" dice spegnendo la sigaretta e rientrando in casa. Io resto fermo a guardarla mentre se ne va fuori da casa, stavolta è lei a sbattere la porta. Qualche minuto dopo sento suonare al campanello ed entro in casa sperando di trovare lei dall'altra parte "ah, sei te" dico facendo entrare Cassio "e chi doveva esse? aspettavi qualcuno?" chiede "lascia sta Adrià" non voglio nemmeno parlare di quello che è appena successo "a Ni, e questo?" sul tavolo del salone c'è un foglio con sopra le chiavi di casa mia, ormai casa nostra. Luna . "me voi dì che è successo?" "so un cojone Adrià" prendo quel foglio e mi siedo prima di leggere.

Non chiamarmi Ni...lasciami spazio...tanto sai che poi ritorno

"Ma me voi di qualcosa?" Adriano non capisce, so che è colpa mia, in questo periodo mi sono rinchiuso a pensare solo alla musica e ho lasciato poco spazio a noi due. Me ne sono reso conto stamattina quando lo specchio mi ha fatto capire quello che non ero in grado di vedere da solo "Adri...qualche giorno lontano nun fa niente vero?" chiedo al mio amico "se nun so niente nun te posso di niente Ni" ha ragione. Gli racconto quello che è successo stamattina e come mi sono comportato i mesi scorsi durante il tour, quando lei era sempre li per me, in qualsiasi momento. "L'ho sempre detto che è na santa a sta co te...daje spazio, se vuoi chiamo sua sorella solo pe sapè come sta...." annuisco, sperando che Luna torni presto "Rebè ciao, so Adriano...senti te posso chiede na cosa?" "se mi vuoi chiedere se mia sorella sta qua di a Niccolò di non preoccuparsi, ha solo bisogno di aria" sento le parole di Rebecca e mi alzo andando fuori sul terrazzo. Adriano rimane a parlare ancora un pò con lei e poi mi raggiunge "Ni..." "nun di niente, ha ragione, ha ragione, quando sto così me tolgo l'aria da solo, figurati a chi me sta vicino..." ammetto alzando le spalle mentre cerco di non dire altre parole.


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