Capitolo 8

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Sogno io e Alice a mare in Grecia ad abbronzarci con un cappello di paglia e degli occhiali da sole fashion sul lettino a gossippare. Sarebbe stupendo se solo mio padre accettasse,lo so che ancora non gliel'ho chiesto e non dovrei fantasticare,però potrebbe stupirmi, mai dire mai...

A un tratto entra di soppiatto mio padre in camera,facendomi prendere un'infarto. <<Ally,sei ancora così? Tra un po dobbiamo andare>>mi rimprovera mio padre,aprendo le tende e levandomi la coperta <<Andare dove?>>chiedo io un po rincoglionita <<Ti sei scordata che oggi ce il pranzo con la famiglia di Julie?!>>mi ricorda mio padre, <<cazzo è vero,me n'ero completamente dimenticata>>dico io buttandomi giu dal letto con un salto,stavolta sono io a fare prendere un'infarto a mio padre saltando così.

Vado in bagno,mi faccio una doccia rigenerante,faccio i capelli mossi al naturale.
Scelgo un vestitino non troppo corto,un po scollato sul seno,metto i camperos,un filo di trucco -ovvero correttore,mascara e gloss-.
Svegliata da poco si,ma elegante sempre. Non sono una che se la tira molto,infatti non mi vesto o mi comporto mai in modo volgare.

Mi guardo e riguardo alla specchio più volte,per capire se devo cambiare vestito,<<magari non sono ancora pronta>>penso tra me e me,ma alla fine me lo tengo.

Scendo le scale,e mio padre mi guarda a bocca aperta,sorpreso gli sta quasi per scendere una lacrima vedendomi con quel vestito <<L'hai messo>>dice lui quasi emozionato<<Si>>rispondo io.
Questo che indosso non è un vestito qualsiasi,era quello di mia madre,mi è sempre piaciuto,è da quattro anni che è nell'armadio,non avevo mai osato metterlo,la me di ieri pensava che le avrei mancato di rispetto,ma la me di oggi no,anzi sono convinta che mi direbbe che mi sta bene.

<<Andiamo o no? Siamo già in ritardo>>dico io facendo ricomporre mio padre <<Si vamos!>>esclama.
A mio padre a volte prendono degli attacchi in cui si sente spagnolo.

Entriamo in macchina,impieghiamo mezz'ora, durante il traggitto cantiamo a squarciagola le canzoni che mettono alla radio e ridiamo per quanto siamo stonati.
È da tanto che non ridevo così con mio padre,di solito siamo molto più distanti,più freddima oggi ci siamo riuniti,forse sarà per il pranzo di oggi .

A un certo punto,penso alla proposta di Alice,vorrei chiederlo a papà,ma ci penso troppo tardi perché ormai siamo arrivati,mio padre parcheggia l'auto nel vialetto e suoniamo alla porta.
Nel frattempo osservo il giardino,ben curato,con una marea di fiori:girasoli,gerani,rose e  i suoi fiori...i tulipani,sono di un bel colore rosa acceso proprio come piacevano a lei...

Trenta giorni con te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora